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I 12 comandamenti per liberarsi dalla dipendenza affettiva

Roma 8 settembre 2015

 

a cura del  dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Come capisco se sono un dipendente affettivo?

 

Il dipendente affettivo mostra i seguenti sintomi: paura dell’abbandono, paura di perdere l’amore, senso di colpa e di inferiorita’, timore di mostrarsi per come  e’, ansia, depressione , insonnia, inappetenza, gelosia, bisogno di controllo.

 

Che cosa e’ esattamente la dipendenza affettiva?

 

La dipendenza affettiva o love addiction e’ una condizione psicologica che si crea  quando un rapporto affettivo si trasforma in un’abitudine a soffrire e si caratterizza per la paura dell’abbandono.  E’ presente un marcato bisogno di approvazione e una visibile difficolta’ nel fare scelte libere dal giudizio.

 

Quali sono le tre principali caratteristiche della dipendenza affettiva?

Il mal d’amore: perche’ scelgo sempre il partner sbagliato

Roma 6 settembre 2015 a cura del dott.Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma Se ti trovi a chiudere l’ennesima storia sbagliata, se credi di non trovare mai il partner adatto a te, se pensi che tutti gli uomini o le donne siano uguali e ti deludono sempre, questo articolo fa al caso tuo! Nell’era dell’amore liquido ( leggi art. sull’amore liquido http://goo.gl/G5rJ0W ), sembra diventato impossibile trovare un partner e vivere una relazione di lunga durata senza che questa, dopo l’innamoramento iniziale, si sgretoli sotto il peso della delusione. Parole come impegno, dedizione, fedelta’ e pazienza sono relegate ad un dizionario antico di cui non conosciamo piu’ il significato.  Ma perche’ accade tutto questo? Probabilmente perche’ non ti vuoi bene abbastanza.  Avverti quella sensazione di vuoto, che nessuno ti abbia mai capito fino in fondo, che devi sforzarti per avere qualcuno vicino e qualunque cosa tu faccia non basta mai, e’ il mal d’amore. L’origine di questi stati d’animo va rintracciata nel rapporto avuto con i genitori nell’infanzia. Lo psicologo Pier Pietro Brunelli descrive accuratamente questa dinamica,  sottolineando come alcuni genitori pur provvedendo ai bisogni materiali dei figli non sono in grado di sintonizzarsi sui loro bisogni affettivi profondi.

Quando chiudere una storia diventa impossibile: il trauma da narcisismo

Roma 5 settembre 2015

 

a cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Chi e’ il narcisista patologico?

 

Il trauma da narcisismo e’ una condizione psicofisica traumatica che deriva da una relazione  affettiva con un partner affetto da disturbo narcisistico di personalita’, il quale si caratterizza per un significativo problema nell’area dell’affettivita’. Lo psicologo Pier Pietro Brunelli sottolinea come il narcisista patologico adotta un comportamento emotivamente distruttivo, manipolatorio e seduttivo mirato a prosciugare la vittima di ogni energia vitale, facendola precipitare in una spirale di dipendenza affettiva e di impotenza. Chi e’ affetto da disturbo narcisistico di personalita’ non e’ consapevole della propria malattia, si caratterizza per dire continuamente bugie al fine di ottenere il proprio tornaconto personale pur arrecando enormi danni alla persona con cui  ha un legame affettivo.         Il narcisista patologico mentendo, inganna anche se’ stesso e arriva a convincersi di essere nel giusto raccontando bugie e giustificando addirittura i propri comportamenti. La caratteristica distintiva del narcisista patologico e’ quella di non provare senso di colpa quando mente e ferisce il proprio partner. E’ convinto che chi gli sta vicino si meriti il suo comportamento, e’ profondamente invidioso della capacita’ di amare e della disponibilita’del partner, per cui giustifica la sua rabbia come una sorta di vendetta per prendersi con l’inganno quello che crede gli spetti, pur procurando sofferenza. Il narcisista patologico  manipola in modo consapevole le situazioni per raggiungere il proprio tornaconto personale.  E’ animato da una profonda invidia e rabbia nei confronti di chi lo ama e non esita a ferire la sua vittima per infliggergli sofferenza e dolore per distruggerlo psicologicamente e a volte anche fisicamente.

Come sopravvivere alla fine di un amore

Roma 11 agosto 2015

 

a cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

La fine di una relazione e’ un momento estremamente difficile e complesso, perche’ si attivano una serie di sensazioni, emozioni e paure che possono alterare la percezione della realta’ e colorare il proprio futuro affettivo di tinte fosche. I pensieri ricorrenti sono la paura di non riuscire piu’ a trovare  una persona con cui vivere una relazione appagante e profonda, la paura di rimanere soli, la visione della vita da single come una condizione svantaggiata da cui fuggire e soprattutto o l’idealizzazione della relazione terminata, scivolando in una spirale di pensieri ossessivi e ridondanti mirati a trovare la causa che ha portato alla fine del rapporto o la svalutazione di tutti i futuri partner, estendendo la propria esperienza negativa a tutti gli incontri futuri (es. gli uomini/ le donne sono tutte inaffidabili). Ogni amore che finisce ha bisogno di tempo per far decantare la sofferenza, non e’ possibile dimenticare una persona da un giorno all’altro, dopo aver trascorso insieme molto tempo e aver condiviso molte emozioni. Oltre al fattore tempo gioca un ruolo importante il modo con cui analizziamo la situazione vissuta, la capacita’ che abbiamo di entrare in contatto con le nostre emozioni e di viverle nel profondo.

La personalita’ liquida: il rifiuto di diventare adulti

Roma 30 luglio 2015

 

a cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma La personalita’ liquida fa riferimento ad un tipologia di persona che si caratterizza per costante insoddisfazione, per la continua ricerca del compagno ideale, di una persona che “la possa far stare bene”, di qualcuno che dia significato alla propria vita. Le personalita’ liquide sono sia uomini che donne e si riconoscono perche’ attribuiscono al partner la responsabilita’ di definire la loro identita’, instaurando un rapporto simbiotico che richiede una dedizione assoluta e continua. Per comprendere meglio questo tipo di personalita’ prendiamo come esempio l’acqua e la bottiglia, la personalita’ liquida e’ come l’acqua, non ha una propria forma ma assume quella del suo contenitore con cui sta in totale contatto e che conferisce al liquido una identita’ attraverso la forma della bottiglia. In riferimento a questo esempio, l’acqua senza bottiglia si disperderebbe e non avrebbe confini, per cui non puo’ fare a meno della bottiglia.

Le conseguenze psicofisiche della dipendenza affettiva

Roma 29 luglio 2015

 

a cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

La dipendenza affettiva e’ una condizione psicologica riconducibile ad un particolare quadro psicofisico e a determinate condizioni emotivo familiari che contribuiscono a mantenerla e ad alimentarla. Qui di seguito sono elencate quattordici caratteristiche che connotano la dipendenza affettiva, utili per riconoscere se ne si e’ affetti.

 

 

 1) Provenire da un contesto familiare disfunzionale dove i bisogni di intimita’ e di amore non sono stati presi in considerazione dalle figure di riferimento

 

2) Soddisfare i propri bisogni di amore e di riconoscimento solo attraverso la cura del partner

 

3) Scegliere uomini o donne che appaiono bisognosi di aiuto e cercare di aiutarli e salvarli attraverso il proprio amore

 

4) Avere una profonda paura dell’abbandono e fare qualunque cosa per evitarlo

 

5) Farsi carico dei bisogni del proprio partner per averlo vicino, come supportarlo finanziariamente, cercargli lavoro, accudire esclusivamente i figli

 

6) La mancanza di amore durante l’infanzia che, producendo una condizione di vuoto emotivo interno, si cerca di compensare compiacendo il partner

Relazioni liquide: perche’ e’ difficile mantenere una relazione di coppia duratura

Roma 28 luglio 2015

 

a cura del dott. Marco Salerno Psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Zygmunt Bauman filosofo e sociologo polacco, una delle personalita’ piu’ influenti degli ultimi decenni, ha affrontato nel suo libro, Amore Liquido, il tema delle relazioni di coppia  e  “come amarsi e rimanere insieme tutta la vita”. Bauman  sottolinea come la tecnologia non ha favorito il mantenimento di quell’impegno che un tempo sembrava, pur con difficolta’, piu’ facile da mentenere. Chat, social network, siti per dating on line, e agenzie virtuali di incontri hanno trasformato i sentimenti in merce da vendere ed acquistare, regalando la folle illusione che innamorarsi si altrettanto facile come acquistare un paio di scarpe. Tale meccanismo si basa sull’idea che e’ potenzialmente possibile conoscere milioni di persone nella rete ma questo ha portato ad un rapido consumo delle relazioni e ad un continuo bisogno di provare emozioni nuove e forti come se l’amore adulto coincidesse costantemente con una eterna fase di innamoramento. Bauman afferma che l’ “amore liquido” e’ un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura di un legame profondo e duraturo ed  e’ proprio il bisogno di essere amati che  spinge le persone ad una continua ricerca di appagamento pur non sentendosi sicuri di essere mai amati abbastanza.

Figli insicuri di genitori perfezionisti

Roma 18 giugno 2015

 

A cura del dott. Marco Salerno psicolgo psicoterapeuta a Roma

 

Un bambino insicuro e’ il figlio di genitori che riversano su di lui le aspettative e  bisogni, che hanno nella loro mente l’idea di un figlio perfetto a cui sono disposti a dare tutto ma da cui esigono anche tutto. Giuseppe Saggese, presidente della Società italiana di pediatria parla della “sindrome del piccolo campione” secondo la quale un figlio deve riuscire in ogni ambito della propria vita, nello sport, nella musica, nel tempo libero, nella scuola, non e’ ammesso errore o fallimento. L’unico obiettivo e’ quello di raggiungere il successo in ogni situazione in cui si cimentano, poggiando sulle spalle dei loro figli un peso ingestibile, quello dell’inaccettabilita’ del fallimento. In questa prospettiva non e’ ammesso l’errore ma solo la perfezione. Se ci guardiamo attorno ci renderemo conto che i bambini sin da piccoli sono iperstimolati ad intraprendere molteplici attivita’ e hanno pochissimo tempo libero con del vuoto fertile di cui disporre per imparare ad annoiarsi. Le pressioni e le richieste della societa’ sono sempre piu’ alte e distanti dai reali bisogni del bambino, considerato come un adulto in miniatura e obbligato ad uscire il prima possibile dell’infanzia per incamminarsi verso l’eta’ adulta.