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Roma 22 giugno 2016

 

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Quante volte abbiamo immaginato di aver trovato “la persona” della nostra vita, seducente, amorevole, brillante, un lui o una lei che sembra leggere il libro dei  bisogni sepolto nel fondo della nostra anima. Ci sentiamo vivi, felici, quella gioia che ormai credevamo di non poter provare piu’, delusi dai troppi incontri inconsistenti, e’ tornata piu’ travolgente che mai. Lo/la iniziamo a frequentare, le prime settimane la relazione viaggia a gonfie vele, sembra un meccanismo perfetto dove ogni parte si inserisce fluidamente nell’altra, non c’e’ esitazione alcuna a parte qualche sporadico dubbio che provvediamo a seppellire, perche’ il bisogno d’amore e’ troppo forte e dirompente da arginare. Il fascino e la forza di un amore inaspettato, di un colpo di fulmine a volte non consente di considerarne tutti gli aspetti, anche quei  costi che diventano alti quando ormai abbiamo iniziato a nutrirci di quello che immaginiamo sia la nostra gioia ed invece si rivelera’il nostro carnefice.  Per comprendere cosa impedisce di renderci conto del perche’ ci troviamo intrappolati in una relazione disfunzionale e’ importante approfondire il meccanismo dell’adescamento. Il meccanismo di adescamento e’ quel processo secondo cui ci si trova adescati come un pesce dall’esca dentro una relazione apparentemente sana e amorevole che invece nel tempo si rileva distruttiva e svalutante. Il meccanismo di adescamento e’ costituito dalle seguenti fasi che contraddistinguono un partner narcisista:

  • La sparizione: dopo aver promesso di essere presente e attento in modo autentico, si rende introvabile e accusa il/la partner di essere insistente ed egoista e di pensare solo a se’.
  • La messinscena: prima manifesta interesse verso le idee altrui, anzi chiede di esprimerle liberamente poi non perde occasione per criticarle e sminuirle.
  • Dr.Jekyll e Mr. Hyde: protettivo quando gli altri criticano il/la sua partner ma cambia atteggiamento e diventa critico, non esitando a ferire quando vengono messe in discussione le sue posizioni.
  • Aggiungere al danno la beffa: chiede scusa in modo plateale e convincente ma non sara’ mai abbastanza il modo con cui viene ricambiato, facendo oscillare lo stato d’animo del partner tra colpa ed esasperazione.
  • L’avvocato del diavolo: apparentemente invita i suoi interlocutori al dialogo ma in realta’ ogni discussione diventa l’occasione per creare un monologo dove lui/lei sono l’unico protagonista che non ama essere contraddetto ma solo ascoltato.
  • Una relazione pericolosa si distingue per il fatto che il partner non rispetta le regole di base della reciprocita’, dell’ascolto e del dialogo perche’ non mette mai in dubbio il proprio comportamento e non mostra alcuna propensione a trovare un accordo su posizioni differenti dalle proprie. Una relazione disfunzionale di tal genere determina conseguenze destabilizzanti e dolorose in chi la subisce, che alla lunga possono portare ad uno stato generalizzato di malessere psico fisico che puo’ sfociare in disturbi somatici conclamati. Tra le conseguenze piu’ evidenti di una relazione disfunzionale possiamo riscontrare le seguenti cinque situazioni:
  • Insicurezza: un/una partner instabile, la cui presenza e’ discontinua genera in chi ci si relaziona una profonda sensazione di instabilita’ e solitudine che puo’ riportare a vissuti relazionali antichi della propria vita di inaffidabilita’ ed assenza.
  • Intimidazione: puo’ incoraggiare apparentemente una scelta libera che in realta’ non si rivela tale poiche’ ogni scelta fatta verra’ successivamente criticata e ritenuta non idonea.
  • Risentimento: una relazione disfunzionale e pericolosa e’ quella in cui il/la partner cambiano atteggiamento in modo repentino, prima sembrano protettivi e amorevoli e in un batter d’occhio diventano incapaci di trovare compromessi, egoisti e centrati solo di se’. Anche questa esperienza puo’ riportare ad eventi antichi della propria infanzia in cui non ci si sentiva scelti ed amati per quello che si era ma per il lustro che si procurava ai propri genitori. Si godeva di luce riflessa perche’ l’apprezzamento per il “buon lavoro fatto” con i figli era tutto rivolto ai genitori e non al figlio che da adulto prova di nuovo la sensazione di essere usato.
  • Esasperazione: a lungo andare la relazione diventa insostenibile poiche’ alterna momenti di apparente accoglienza ad altri in cui ci si sente respinti e manipolati. Si sperimenta l’apprezzamento e la svalutazione che si susseguono in una spirale senza fine, si prova esasperazione e dolore, rabbia ed impotenza perche’ per quelle rare volte che si gode dell’attenzione del partner gia’ si sa che si paghera’ a caro prezzo questo momento con successive svalutazioni e umiliazioni
  • Senso di impotenza: senti di trovarti davanti ad un muro di gomma, per quanto si provi ad esprimere la propria opinione su qualunque argomento, il partner vuole avere sempre ragione per cui non rimane altro che cedere e fare concessioni, sperimentando un profondo senso di impotenza che tanto ricorda quello che si avvertiva quando si era bambini di fronte a genitori che non accettavano il punto di vista dei figli ma imponevano il proprio.
  • Come evitare di cadere in queste trappole relazionali e non farsi piu’ coinvolgere in una relazione pericolosa?   
  • Il primo passo da fare e’ “mantenere i piedi per terra” per evitare di attivare il sistema di allarme interno che innesca reazioni impulsive di terrore e paura ma non consente di trovare un modo nuovo di approcciare una situazione relazionale conosciuta ma altamente disadattiva in cui si sente di essere in ostaggio. E’ importante non accettare l’invito alla provocazione e al compiacimento che questa tipologia di persone sistematicamente fa, finalizzata solo a perpetuare vecchi schemi di comportamento che richiamano ad esperienze dolorose della propria vita ed in particolare dell’infanzia. Non dimentichiamo mai che il bambino addolorato e arrabbiato che portiamo dentro noi puo’ essere accudito e medicato solo se siamo noi a prendercene cura in prima persona e proteggerlo senza aspettarci che qualcun altro lo faccia al posto nostro. Le esperienze di vita e le caratteristiche biologiche di ognuno sono alla base degli schemi comportamentali messi in atto a livello personale e guidate dalla mente e dal corpo ma a volte diventano gli ostacoli che impediscono di affrontare un partner disfunzionale e una relazione svalutante. Riconoscere le abitudini negative che mettiamo in atto ciclicamente quando ci troviamo di fronte ad un rifiuto, ad una aggressione o ad una svalutazione consente di anticipare il momento in cui si potrebbe cadere preda delle vecchie abitudini piuttosto che attivare nuovi schemi di comportamento per evitare di ripetere sempre gli stessi passi che conducono a provare una sofferenza conosciuta. Modificare il proprio dialogo interno e adottare nuovi stili di comunicazione e’ l’unico modo per sentirsi capaci di difendersi e di affrontare le relazioni difficili senza perdere il contatto con se stessi e la percezione positiva del proprio valore.
  • Bibliografia:
  • S. Johnson, Sette passi per una vita piena d’amore, Ist. Scienze Cognitive Editore
  • J.E.Young, J. Klosko, Reinventing your life: the breakthrough program to end negative behaviour and feel great again, Plume NYC 1994
  • W.T.Behary, Disarmare il narcisista, Ist. Scienze Cognitive Editore