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Figli insicuri di genitori perfezionisti

Roma 18 giugno 2015

 

A cura del dott. Marco Salerno psicolgo psicoterapeuta a Roma

 

Un bambino insicuro e’ il figlio di genitori che riversano su di lui le aspettative e  bisogni, che hanno nella loro mente l’idea di un figlio perfetto a cui sono disposti a dare tutto ma da cui esigono anche tutto. Giuseppe Saggese, presidente della Società italiana di pediatria parla della “sindrome del piccolo campione” secondo la quale un figlio deve riuscire in ogni ambito della propria vita, nello sport, nella musica, nel tempo libero, nella scuola, non e’ ammesso errore o fallimento. L’unico obiettivo e’ quello di raggiungere il successo in ogni situazione in cui si cimentano, poggiando sulle spalle dei loro figli un peso ingestibile, quello dell’inaccettabilita’ del fallimento. In questa prospettiva non e’ ammesso l’errore ma solo la perfezione. Se ci guardiamo attorno ci renderemo conto che i bambini sin da piccoli sono iperstimolati ad intraprendere molteplici attivita’ e hanno pochissimo tempo libero con del vuoto fertile di cui disporre per imparare ad annoiarsi. Le pressioni e le richieste della societa’ sono sempre piu’ alte e distanti dai reali bisogni del bambino, considerato come un adulto in miniatura e obbligato ad uscire il prima possibile dell’infanzia per incamminarsi verso l’eta’ adulta.

Come smettere di rimandare: vincere la procrastinazione

 

Roma 12 gennaio 2014

 

a cura del dott. Marco Salerno

 

Quante volte avete detto: “lo faccio domani!” e avete rimandato una decisone, un’azione che potevate fare oggi. Questo comportamento assume il nome di procrastinazione e consiste nel rimandare nel tempo quello che sarebbe auspicabile portare a termine oggi, come se, attraverso questa azione alleviassimo l’ansia che porta con sé prendere una decisione nel presente. In realtà la procrastinazione  implica rimandare una decisione nell’immediato,  consegnandoci a quel benessere illusorio di aver allontanato da noi il problema che non vogliamo affrontare ora.  In questo modo il presente che viviamo ci sembra un po’ più vivibile e accettabile anche se dimentichiamo che il futuro sarà compromesso dal peso delle decisioni che abbiamo rimandato oggi.  Hal Hershfield, professore alla Stern School of Business delle New York University, ha condotto una serie di studi sul modo in cui le persone considerano il presente e il loro futuro. Hershfield ha effettuato una analisi cerebrale attraverso la risonanza magnetica funzionale, monitorando la corteccia prefrontale e rilevando come attiviamo differenti aree cerebrali quando pensiamo al nostro presente o al nostro futuro.