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Ritratto di un narcisista

Il narcisismo è un aspetto della personalità che si snoda lungo un continuum, ad un estremo sono presenti i tratti narcisistici sani che coincidono con un equilibrato amor proprio, all’altro invece troviamo il disturbo narcisistico di personalità che coincide con una percezione grandiosa di se e una totale mancanza di empatia. Il narcisista è una persona profondamente convinta che i suoi interessi, le sue priorità e opinioni più importanti di quelle di chiunque altro, pur sembrando a volte in pubblico pacato e compassato, in privato assume un atteggiamento prevaricante ed egocentrico. Vive spesso in un mondo immaginario, popolato da fantasie di successo e di amore illimitato ma non si mette in gioco per realizzarle. Crede di essere unico e speciale, solo persone altrettanto speciali possono comprenderlo. Ha continuamente bisogno di essere ammirato e non riesce ad ascoltare attentamente i  discorsi di chi lo circonda perché ha bisogno di stare sempre al centro dell’attenzione. Il sentirsi su un piano diverso rispetto alle persone comuni fa credere al narcisista che il rispetto delle regole, l’impegnarsi e il mettersi in gioco in prima persona non lo riguarda poiché lui è al di sopra di queste cose da cui si sente esentato. Tende a sfruttare le persone senza provare alcun senso di colpa o rimorso e adotta spesso un atteggiamento manipolatorio dal quale cerca di trarre il massimo beneficio con il minimo sforzo. Incapace di provare empatia, è chiuso nel suo delirio di grandiosità, mostra una attenzione superficiale all’inizio delle relazioni per poi provare un totale interesse.

Come riconoscere un narcisista

Roma 10 febbraio 2014

A cura del Dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

Il narcisismo è un aspetto della personalità che si snoda lungo un continuum, ad un estremo sono presenti i tratti narcisistici sani che coincidono con un equilibrato amor proprio, all’altro invece troviamo il disturbo narcisistico di personalità che coincide con una percezione grandiosa di se e una totale mancanza di empatia. Il narcisista è una persona profondamente convinta che i suoi interessi, le sue priorità e opinioni sono più importanti di quelle di chiunque altro, pur sembrando a volte in pubblico pacato e compassato, in privato assume un atteggiamento prevaricante ed egocentrico. Vive spesso in un mondo immaginario, popolato da fantasie di successo e di amore illimitato ma non si mette in gioco per realizzarle. Crede di essere unico e speciale, solo persone altrettanto speciali possono comprenderlo. Ha continuamente bisogno di essere ammirato e non riesce ad ascoltare attentamente i  discorsi di chi lo circonda perché ha bisogno di stare sempre al centro dell’attenzione. Il sentirsi su un piano diverso rispetto alle persone comuni fa credere al narcisista che il rispetto delle regole, l’impegnarsi e il mettersi in gioco in prima persona non lo riguarda poiché lui è al di sopra di queste cose da cui si sente esentato. Tende a sfruttare le persone senza provare alcun senso di colpa o rimorso e adotta spesso un atteggiamento manipolatorio dal quale cerca di trarre il massimo beneficio con il minimo sforzo. Incapace di provare empatia, è chiuso nel suo delirio di grandiosità, mostra una attenzione superficiale all’inizio delle relazioni per poi provare un totale disinteresse.

Il senso di colpa

Roma 12 novembre 2013

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta umanistico integrato a Roma

Perche’ ci sono alcune persone con cui ci sentiamo incapaci di rispondere, di fronte alle quali tutto il discorso che avevamo in mente si dissolve appena sentiamo le loro parole? Perche’ con loro proviamo un forte senso di colpa? La risposta e’ semplice, sono abili ricattatori. Sembrano persone innocue, bisognose di affetto al primo impatto ma appena viene negato loro quello che chiedono, diventano minacciose e distruttive. Le loro relazioni si caratterizzano per l’incapacita’ di tollerare la rabbia e la frustrazione e per un atteggiamento di remissivita’ che la vittima adotta per mantenere la pace. Arrendersi e andare incontro ai suoi bisogni crea l’illusione che il ricattatore capira’, che arrivera’ il momento in ci si rendera’ conto di cosa sta facendo. Sfortunatamente questa consapevolezza non matura mai poiche’ il ricattatore agisce sempre a spese di un altro. L’elemento su cui fa leva e’ il ricatto morale secondo cui minaccia in modo piu’ o meno velato di punire il proprio interlocutore se non esaudisce ogni suo desiderio. La frase che riassume il nucleo di questa dinamica e’: “se non fai quello che ti chiedo, ti puniro’ prima o poi”. Le leve che un ricattatore aziona sono quelle affettive, che colpiscono li dove siamo piu’ vulnerabili, sottraendoci amore e sostegno, facendoci sentire in colpa perche’ etichettati come egoisti. I tre strumenti a cui un ricattatore ricorre sono la paura, il senso del dovere e il senso di colpa. Secondo la psicologa S. Forward, siamo ostaggi di un ricattatore affettivo se rispondiamo affermativamente ad una sola delle seguenti domande:

Personalità e strategie del manipolatore perverso

17 ottobre 2013

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta umanistico integrato a Roma

I manipolatori perversi sono uomini e donne che hanno come obiettivo più o meno consapevole quello di agire attraverso la manipolazione e il raggiro per far compiere al proprio interlocutore delle azioni che tornano ad esclusivo vantaggio personale. Ogni relazione che vivono deve sottostare alle loro condizioni e rispettare le loro richieste. L’indizio di trovarci di fronte ad un manipolatore perverso è la sensazione di soffocamento che proviamo quando ci rapportiamo a lui, dovuta alla presenza costante di critiche, insinuazioni, sarcasmo che hanno come scopo finale quello di distruggere l’autostima fino a indurre una incapacità di vivere adeguatamente la propria vita. Avrete l’impressione che godrà nell’umiliarvi e che non vorrà mai mettersi in discussione poichè non accetta alcuna critica ma preferisce criticare  e accusare piuttosto che confrontarsi in modo adulto. Il gancio che vi terrà legata a lui è  che a volte vi darà l’impressione di amarvi pur non provando alcun sentimento e trattandovi male, siete solo lo specchio in cui si riflette.
P.Chapaux-Morelli e P. Couderc sostengono che un certo grado di  manipolazione è presente in ogni relazione mentre per il manipolatore perverso, la manipolazione costituisce il perno di ogni sua interazione. È proprio la continuità nel tempo che conferisce alla manipolazione la caratteristica di perversione, poiché è l’unica modalità conosciuta per entrare in contatto con le persone.

Identikit del manipolatore affettivo

Roma 9 ottobre 2013

A cura del dott. Marco Salerno, psicologo psicoterapeuta umanistico integrato a Roma

Il manipolatore affettivo è una personalità patologica che si nutre della vitalità e delle emozione delle sue vittime. Le svuota gradualmente di ogni energia fino a farle sentire sbagliate e oppresse dopo aver perpetrato azioni continue di disprezzo, di critica, di ricatti alternandoli a momenti caratterizzati da un forte desiderio di relazione, ricercati solo quando gli sono utili. Tende a passare per vittima e ad attribuire sempre la causa dei suoi errori ad altri, senza mai assumersene la responsabilità. Nelle discussioni non accetta il rifiuto e vuole avere l’ultima parola  a costo di cambiare repentinamente opinione e di mentire per deformare la realtà a suo uso e consumo. I manipolatori non sono tutti uguali, adottano strategie e comportamenti diversi a seconda del loro carattere:

1) manipolatore simpatico: appare come una persona a suo agio con se stessa e con gli altri, la sua comunicazione è fluida e spigliata, è estroverso e socievole, di bell’aspetto e cerca di entrare subito in intimità facendo confidenze e complimenti alla propria preda. Il suo obiettivo è di chiedere piccoli favori in un clima di pseudo fiducia e complicità dopo avervi fatto qualche regalo o ascoltato. La manipolazione inizia a venire a galla quando la vittima si rende conto che nella relazione c’è posto solo per lui e per i suoi bisogni, dal momento in cui questi non saranno corrisposti interromperà ogni genere di contatto.

Come trasformare una coppia in crisi in una coppia sana

Roma 24 settembre 2013

A cura del Dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta umanistico integrato a Roma

Ogni coppia, anche la più solida, attraversa le sue tempeste dovute sia al naturale evolversi dei membri che la compongono sia alla presenza di eventi della vita con cui inevitabilmente si confronta ma soprattutto perché innamorarsi è facile ma  i sentimenti non sono sempre gli stessi, si modificano con il trascorrere del tempo. Viviamo in un contesto socio culturale che non facilita la comprensione di come tenere in vita una coppia ma ci bombarda di miti inarrivabili come l’esistenza del partner perfetto o dei partner che si completano a vicenda o peggio ancora che l’amore se è vero dura in eterno. Sfortunatamente viene omesso un dato fondamentale: una relazione funziona quando due persone si vedono realmente per quello che sono e non per
come vorrebbero essere.
“Devo restare o andare via?” Questa è la domanda che ci poniamo quando arriviamo al limite estremo di sopportazione. In alternativa possiamo anche rimanere e cercare di capire cosa effettivamente è possibile modificare nella relazione. Per fare questo devi partire da te stesso poiché non puoi controllare le azioni del tuo partner. In un momento di crisi dove entrambi vi accusate e siete pervasi da rancori e da acredine, metterti in discussione è sicuramente un lavoro duro ma è il primo passo da fare per iniziare a fare chiarezza. Ogni cambiamento prevede il coinvolgimento di entrambi i partner in modo attivo e duraturo, non ignorando però che quasi mai cambieranno in egual misura.
Piuttosto che respingere il tuo compagno/a, accusarlo, ignorarlo inizia ad abbassare le difese e a far emergere i sentimenti e le emozioni dolorose che fino ad oggi ti hanno accompagnato nella relazione. Molto probabilmente ti sentirai vulnerabile ma più farai spazio ai tuoi sentimenti e li accetterai più permetterai anche al tuo partner di fare lo stesso. Puoi provare a:
● descrivere i problemi più significativi della tua relazione senza esprimere giudizi e/o valutazioni
● identificare le emozioni più dolorose che accompagnano i problemi precedentemente descritti
● ammettere che questa relazione è dolorosa per te ora
● comprendere che anche il tuo partner potrebbe aver sofferto.