Roma 12 gennaio 2014
a cura del dott. Marco Salerno
Quante volte avete detto: “lo faccio domani!” e avete rimandato una decisone, un’azione che potevate fare oggi. Questo comportamento assume il nome di procrastinazione e consiste nel rimandare nel tempo quello che sarebbe auspicabile portare a termine oggi, come se, attraverso questa azione alleviassimo l’ansia che porta con sé prendere una decisione nel presente. In realtà la procrastinazione implica rimandare una decisione nell’immediato, consegnandoci a quel benessere illusorio di aver allontanato da noi il problema che non vogliamo affrontare ora. In questo modo il presente che viviamo ci sembra un po’ più vivibile e accettabile anche se dimentichiamo che il futuro sarà compromesso dal peso delle decisioni che abbiamo rimandato oggi. Hal Hershfield, professore alla Stern School of Business delle New York University, ha condotto una serie di studi sul modo in cui le persone considerano il presente e il loro futuro. Hershfield ha effettuato una analisi cerebrale attraverso la risonanza magnetica funzionale, monitorando la corteccia prefrontale e rilevando come attiviamo differenti aree cerebrali quando pensiamo al nostro presente o al nostro futuro. La difficoltà nel prendere decisioni sul futuro si manifesta quando non abbiamo chiaro e non riusciamo a rappresentare nella nostra mente scenari futuri chiari. Le decisioni migliori le prendiamo quando riusciamo ad immaginare con chiarezza il nostro futuro, questo permette di effettuare una sorta di viaggio immaginario che ci consente di rappresentare nella nostra mente le possibili scelte per raggiungere gli obiettivi prefissati. L’emozione associata alla procrastinazione è il senso di colpa poiché procrastinare nel presente è un atto di sabotaggio del proprio futuro. Rimandare di affrontare un problema e’ spesso dovuto al fatto di associare emozioni negative alla questione da affrontare per cui, pur di non confrontarci con questi stati d’animo, elaboriamo delle “giustificazioni” che supportano la procrastinazione. Solomon e Rothblum hanno identificato due tipologie di procrastinatori:
- Il procrastinatore rilassato il quale si distingue per una forte motivazione ed energia ma evita puntualmente tutti i compiti piu’ noiosi e ripetitivi mostrando il bisogno di raggiungere i suoi obiettivi nell’immediato. Perde presto interesse verso una attivita’ dal momento in cui deve impegnarsi per portarla a termine rivolgendo la sua attenzione a nuove iniziative che stimolano la sua attenzione prima di iniziarle
- Il procrastinatore preoccupato si caratterizza per una forte dose di ansia e di paura nell’affrontare le situazioni e i compiti nuovi ed impegnativi, ha scarsa fiducia nelle proprie capacita’ e una bassa tolleranza allo stress. Organizza le attivita’ in modo disordinato e caotico non trovando mai una modalita’ strutturata ed organizzata per portare a termine un compito. Il procrastinatore preoccupato ha un forte tendenza al perfezionismo che spesso gli impedisce di portare a termine un compito poiche’ non si sente mai abbastanza pronto. Una forte paura dell’insuccesso si associa al perfezionismo, il procrastinatore preoccupato non tollera alcun fallimento e non accetta il rifiuto. In alcuni casi e’ invece presente anche la paura del successo la quale porta con se’ il timore che le aspettative nei propri confronti siano sempre maggiori e che non a mai all’altezza. Altre volte il rimandare e’ un modo per esprimere la propria rabbia nei confronti di chi ci ha fatto una richiesta, tenendo l’altro sempre sul filo del rasoio.
- Non porti troppi obiettivi e soprattutto troppo ambiziosi all’inizio ma cerca di concentrarti su uno o al massimo due obiettivi per volta
- Associa un compito spiacevole ad uno gradevole ed impara a premiarti ogni volta che porti a termine un compito e raggiungi l’obiettivo che ti eri prefissato
- Crea delle abitudini per portare a termini i compiti piu’ noiosi e ripetitivi, stabilendo dei giorni e degli orari per svolgerli. Questo ti permettera’ di circoscrivere il compito e di svolgerlo nel tempo che ti sei dato senza far si che invada tutta la tua giornata.
- Non dare spazio ai pensieri negativi e inizia a pianificare le attivita’ piu’ noiose. Questo ti permettera’ di definire una valida strategia operativa e di verificare personalmente i risultati che hai ottenuto liberandoti dal desiderio di esercitare il controllo con il pensiero su una attivita’ senza averla mai iniziata. Inoltre agire piuttosto che pensare aiuta a ridimensionare l’idea che si ha di una determinata attivita’.
- Ricordarti che rimandare non fa altro che influenzare negativamente la tua autostima per cui quanto piu’ agisici, anche facendo piccoli passi tanto piu’ la tua autostima crescera’
- Lo stress che ogni giorno accumuli e’causato da attivita’, compiti o questioni non portate a termine o completate, per cui portarle a termine ti aiutera’ ad avere a disposizione piu’ energia da investire in attivita’ piu’ gratificanti.
- Non aspettare di essere “dell’umore giusto” per affrontare un problema o smetti di dirti che “non ce la farai mai”. Non arrivera’ mai il momento giusto come non saprai mai se sarai o non sarai in grado di svolgere un compito se non lo inizi e lo rimandi sempre.
Ho letto questo ed altri articoli presenti sul Suo sito. Mi hanno catturato per l’empatia che avverto in ciò che Lei scrive. Avevo cercato informazioni sul narcisismo, in prima battuta, essendo di recente uscita da un matrimonio con una persona che ne ha tutte le caratteristiche, ed essendo ancora un pò malconcia nell’autostima. Lei ne descrive in profondità e nei vari risvolti le caratteristiche e i tranelli. Continuerò a seguirla . Le auguro, per Lei, ed, egoisticamente, per me, buon lavoro.