Roma 17 giugno 2014
A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma
L’avvento di internet ha facilitato l’accesso alla pornografia on line in modo vertiginoso e anonimo, rendendola fruibile in ogni momento della giornata. Questo fatto ha influito notevolmente sulle relazioni e sul modo di vivere la propria sessualità. Simone Kuhn, neuro scienziata del Max Planck Institute e Jurgen Galinat della Charite University hanno effettuato una ricerca, osservando un campione di maschi che guardavano almeno una volta a settimana filmati pornografici. I due scienziati hanno evidenziato che chi guarda spesso filmati pornografici, presenta un volume minore del corpo striato, componente sottocorticale del telencefalo. Questo significa che la zona del nucleo striato, recettore del piacere, tende ad attivarsi meno quanto più si usufruisce della pornografia, appiattendo il livello di reazione al piacere rispetto a chi invece non ricorre massicciamente alla pornografia. Inoltre chi fruisce spesso di filmati pornografici trascorre molto più tempo sul web rispetto a chi invece non vi ricorre. Un team di ricercatori della Florida State University ha rilevato che le persone che non usufruiscono o solo saltuariamente di videopornografia, sono maggiormente coinvolte in una relazione rispetto a chi invece ne abusa. Chi invece è un fruitore abituale di pornografia può manifestare una maggiore tendenza all’infedeltà e ricercare partner al di fuori della relazione. I ricercatori sostengono che quanto maggiore è la percezione di avere a disposizione un insieme significativo di partner attraenti tanto minore sarà l’impegno che metteranno in una relazione. Inoltre non ha alcuna rilevanza che i partner siano reali o solo frutto dell’immaginazione come quelli visti in alcuni filmati pornografici, i cui attori alimentano l’idea di poter conoscere persone nuove con cui avere rapporti sessuali. Dal momento in cui una persona elabora l’idea di avere diverse alternative relazionali, manifesta una minore propensione ad impegnarsi in una relazione. Chiaramente l’effetto rilevato dalla ricerca precedentemente descritta, va integrato con il dato di quali elementi sono importanti per ognuno nella relazione e su quali decidere di soffermarsi. Focalizzare l’attenzione sulla relazione e sulla concretezza del rapporto piuttosto che su figure immaginarie prese in prestito dal mondo della pornografia virtuale consente di radicarsi nel rapporto e di non perdere di vista l’affettività e l’emotività che la caratterizzano.
Un abuso dei siti pornografici può inoltre causare nell’uomo disturbi legati alla sfera della sessualità, come la disfunzionalità erettile, determinando l’ “anoressia sessuale”, conseguenza dell’ assuefazione al sesso e in modo graduale nell’impotenza. La dott.ssa Marnia Robinson, autrice di ‘Pace tra le lenzuola’, afferma che l’abuso di pornografia può determinare una stimolazione eccessiva della dopamina, il neurotrasmettitore preposto all’attivanzione del piacere sessuale. Il cervello a causa di questo incremento di input prodotti dalla dopamina, perde la capacità di rispondere adeguadatemente ai segnali inviategli dal neurotrasmettitore. Gli uomini che generalmente guardano immagini o video porno online hanno un continuo bisogno di esperienze sempre nuove per essere sessualmente eccitati, che ricercano nel mondo virtuale poiché la realtà non può offrirglieli e quindi li delude. Il circolo vizioso che dalla pornografia conduce all’impotenza potrebbe essere prodotto dal cosiddetto effetto Coolidge. Questo effetto è un automatismo cerebrale secondo il quale ogni nuovo partner, reale o virtuale, viene visto come una nuova alternativa erotica. In tal modo, a causa dell’azione di agenti neurochimici, l’uomo perde interesse per il precedente oggetto del desiderio, a favore del nuovo, e anche qualora ci si trovi in una fase di esaurimento post-orgasmico questa scompare in breve tempo. La videopornografia illude l’uomo di potere avere sempre nuovi partner ogni qual volta lo voglia ed impoverisce il sesso con la propria compagna che può apparire “monotono”. Tutto ciò non significa che la pornografia sia necessariamente un elemento di disturbo all’interno della coppia ma diventa una risorsa ogni qual volta è uno strumento condiviso per ricercare il piacere insieme e reciprocamente.
vedo siti porno da anni e ti posso garantire che riguardando alla impotenza avete torto in quanto pur avendo 54 anni ho una erezione fantastica e vita sessuale normale. forse non vale per tuttiiii.
Concordo con l’ esimio sig. Sergio riguardo l’ impotenza maschile, il mio pene mi dà grandi soddisfazioni, purtroppo le ricerche e i dati succitati parlano chiaramente e il gioco non vale sempre la candela. Come per quasi ogni cosa con cui veniamo a contatto in questo stupendorrendo mondo occorre usare giudizio e trovare il proprio giusto equilibrio.
Articolo molto interessante.
Io non sono di certo una “bigotta”, ma credo, piuttosto, che la pornografia sia deleteria per l’immagine della Donna nella società. In quei film viene declassata ad oggetto sessuale, il quale unico compito sarebbe soddisfare i più perversi istinti maschili. Non mi sorprende affatto che i paesi nei quali avvengono più stupri, siano proprio quelli in cui la percentuale di pubblico è più alta.
Non credo serva eliminarla totalmente, ma perlomeno evitare certi filmati/scene, a mio avviso troppo forti, nelle quali si fa chiaramente percepire la donna come sottomessa e oggetto. Questo può fare molto male al cervello maschile.
Comunque credo che in generale un uomo non può aspettarsi da una donna vera, quello che vede nei film hard. Eppure lo pretendono. E quando queste prestazioni “extra” vengono rifiutare, loro si rifugiano nella pornografia, delusi dalla partner.
Non tutte le donne fanno certe cose, certe per pudore, certe perché non gli piace! I gusti sono gusti.
Bisognerebbe rieducare i nostri giovani nelle scuole… Fare scoprire il vero sesso nella vita reale. Amore, sesso e porno…sono tre parole diverse e hanno tre significati diversissimi.