Roma 19 dicembre 2014
a cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma
La medicina psicosomatica è un’area della medicina che studia la relazione tra i disturbi fisici e psicologici. I disturbi psicosomatici sono malattie vere e proprie che presentano conseguenze sul piano fisico/organico e che sono causate o aggravate da fattori emozionali. Le malattie psicosomatiche si caratterizzano per una iperattivazione del sistema nervoso autonomo che fornisce una risposta vegetativa a situazioni di stress psichico. Il sistema nervoso autonomo viene costantemente attivato da emozioni negative che l’individuo non riesce ad elaborare, mantenendo di conseguenza il corpo in una condizione di continua allerta. L’organismo messo a dura prova da questa condizione, arriva ad un punto tale da non riuscire più a tollerare questa ipersollecitazione e sviluppa conseguenze dannose sugli organi più sensibili. La causa delle malattie psicosomatiche generalmente affonda le sue radici nei conflitti personali irrisolti che riemergono sotto forma di malattia fisica. Questa si manifesta in modo lento ed impercettibile in seguito ad un evento o ad una situazione vissuta come stressante o frustrante. Le persone che soffrono di disturbi psicosomatici presentano una significativa difficoltà nell’esprimere le loro emozioni, soprattutto quelle negative come rabbia, tristezza, dolore. Tendono a trattenerle al loro interno per cui queste “cercano” un’altra via di uscita e di espressione, assumendo la forma delle malattie psicosomatiche. I disturbi psicosomatici si distinguono in due gruppi:
- disturbi psicosomatici primari si caratterizzano per una disfunzione biologica rispetto alla quale la componente psicosomatica determina una amplificazione emozionale del sintomo organico presente ( una persona che soffre di asma può avere ricorrenti attacchi d’asma come conseguenza di stress psicologico per cui si può parlare di “asma psicosomatica” anche se ciò non implica un’eziologia psicologica per il disturbo originale)
- disturbi psicosomatici secondari si caratterizzano per l’assenza di una disfunzione biologica alla base dei sintomi mentre vi è una visibile trasformazione dei conflitti emotivi in sintomi somatici. Questi sintomi possono tradursi in una malattia di gravità variabile.
La malattia psicosomatica è un’espressione del disagio del paziente che va inscritto e declinato in funzione della sua storia personale, familiare, ambientale e del momento storico in cui è apparsa, identificando l’analogia tra la funzione dell’organo colpito e la funzione psichica corrispondente che rappresenta simbolicamente. La malattia psicosomatica sottende la presenza di un conflitto non risolto che continua ad agire e a manifestarsi nel corpo attraverso il sistema neurovegetativo ricorrendo a meccanismi di rimozione e negazione. I disturbi psicosomatici possono coinvolgere i più svariati organi e differenti parti del corpo ed essere presenti anche in varie disturbi psicologici. Tra questi è possibile annoverare i disturbi a carico dell’apparato cardio circolatorio come tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione essenziale, i disturbi dell’apparato gastrointestinale come l’ulcera gastro-duodenale, gastrite psicosomatica, colite spastica psicosomatica, ulcera peptica, i disturbi del sistema muscoloscheletrico come i crampi muscolari, la stanchezza cronica, il torcicollo, la fibromialgia, l’artrite, dolori al rachide, la cefalea nucale, i dolori muscolari, i disturbi dell’alimentazione (anoressia, bulimia), i sintomi a carico del sistema respiratorio come asma bronchiale, iperventilazione, dispnea, i sintomi a carico del sistema cutaneo come eritema, acne, dermatite atopica, psoriasi, iperidrosi, sudorazione, la dermatite psicosomatica, il prurito, l’orticaria, la secchezza della cute e delle mucose, i sintomi a carico del sistema genitourinario come dolori mestruali, enuresi, impotenza, eiaculazione precoce o anorgasmia, i sintomi a carico del sistema endocrino (diabete mellito, ipo o ipertiroidismo). Inoltre alcuni disturbi psicosomatici sono presenti anche in alcune forme di depressione e di disturbi d’ansia. Attualmente il test più diffuso e affidabile per la diagnosi dell’alessitimia è la TAS-20 (Toronto Alexithymia Scale), una scala psicometrica di autovalutazione a 20 domande (item), per identificare la presenza delle tre caratteristiche ritenute alla base del disturbo:
- la difficoltà nell’identificare i sentimenti;
- la difficoltà nel descrivere i sentimenti altrui;
- il pensiero orientato quasi solo all’esterno, e raramente verso i propri stessi processi endopsichici.
Caro dott. Marco Salerno, l’ho molto seguita nei suoi scritti e devo dare atto della grande precisione nella descrizione dei “disturbi della personalità” (cosi li indicava Karl Gustav Jung) al cui pensiero appartengo e imposto i miei giorni.
Mi piace la descrizione delle…GRIDA del corpo! e’ cosi. Quel che mi disturba, ancora al
giorno d’oggi, è il trovare medici non preparati. Nessuno indaga sulla psiche”Fa male lo stomaco? Eccoti la pillola…