Roma 13 Maggio 2014
A cura del Dott. Marco Salerno
La ricerca di una persona con cui instaurare una relazione amorosa e’ uno dei temi che ha caratterizzato la storia dell’umanita’ sin dalle sue origini. Amare ed essere amati e’ il moto d’animo che guida l’esistenza umana e cerca di dare un senso al contatto e all’incontro con il prossimo in una ottica di scoperta e di scambio reciproco. Le fantasie e le aspettative che accompagnano una relazione sono molteplici, spaziano da quelle definite dal contesto socio culturale di appartenenza a quelle piu’ profonde e personali che originano dalla storia personale di ognuno di noi. Ma perche’ sembra essere diventato cosi’ difficile incontrare una persona con cui instaurare una relazione significativa? In realta’ molti di noi, pur affermando frequentemente di volere una relazione d’amore sono allo stesso tempo tremendamente spaventati da questa idea quando si confrontano con l’opportunita’ di viverla, per paura di essere feriti. L’amore ci rende vulnerabili perche’ quando incontriamo una persona esploriamo un territorio a noi fino ad ora sconosciuto. Il fidarsi del potenziale partner, innesca una serie di fantasie che contengono i nostri bisogni e desideri di intimita’ piu’ profondi che ci spaventano per paura di trovarci soli dopo aver investito in una relazione. Una relazione richiama le nostre esperienze relazionali passate avute con le figure significative, come familiari, genitori, partner, fratelli e sorelle, ecc. relazioni che in qualche modo ci hanno segnato e ferito e di cui portiamo addosso ancora le cicatrici. Le modalita’ con cui abbiamo vissuto queste rapport passati condizionano la percezione che abbiamo della relazione presente come se il vecchio contaminasse il nuovo. Le passate dinamiche potrebbero impedirci di apririci ad un nuovo partner o spingerci a relazionarci a lui ripetendo gli stessi vissuti affettivi che hanno caratterizzato il nostro passato di cui vogliamo tanto liberarci ma che paradossalmente ci dona sicurezza anche nel dolore che ci provoca. Il dottore Pat Love ha sintetizzato questo punto in una celebre frase: ” quando aneli per tanto tempo all’amore rischi di associarlo al dolore di non averlo mai avuto in passato”.Molte persone si autocolpevolizzano credendo di essere poco amabili e non sono capaci di riconoscere il loro valore come se una voce interna ripetesse loro ad oltranza che non possono meritarsi di essere amate poiche’ non ne sono degne. Tale voce interna, una sorta di grillo parlante maligno e’ il risultato di tutte le esperienze affettive negative e distruttive che risalgono alla nostra infanzia come se l’eredita’ affettiva che ci portiamo dietro ci presentasse il conto ogni qual volta abbiamo la possibilita’ di sperimentare un sentimento d’amore. Anche queste esperienze negative definiscono la nostra identita’ per cui non e’ affatto facile riconoscerle e liberarsene poiche’ sono parte di noi e costituiscono un punto di riferimento nel nostro universo personale. A supporto di questo punto di vista, chi porta dentro di se’ una voce critica rilevante riesce ad accogliere con fatica una persona che invece si mostra attenta, disponibile ad amarci come se qualcosa di positivo potesse mettere in crisi la propria identita’. Idealmente ognuno vorrebbe avere la certezza di un amore sicuro, di un sentimento costante ma questo non e’ possibile, poiche’ gioia e dolore sono due aspetti strettamente connnessi, che si alternano in una relazione adulta. Possiamo amare profondamente una persona ma questo non esclude di provare anche moti di rabbia o di delusione a volte verso di essa poiche’ per amare e’ importante anche saper tollerare sentimenti di ambivalenza. La paura dei propri stati d’animo ci allontana dalla persona verso cui proviamo un sentimento, intrappolandoci nel senso di colpa e nella paura della vicinanza. Impegnarci e coinvolgerci in una relazione d’amore comporta anche il rivedere il rapporto con la propria famiglia di origine e gettare le basi per una nuova vita di coppia come individuo adulto e autonomo. Questo non significa interrompere i contatti con la propria famiglia ma modificarli, implica che avvenga una separazione emotiva per passare dalla fase di figlio a quella di adulto e componente della propria coppia. Questo processo di differenziazione deve prima avvenire a livello individuale e poi concretizzarsi nella coppia poiche’ non si puo’ essere allo stesso tempo figli dipendenti dalla famiglia di origine e costruirne una propria. Ogni relazione d’amore profonda ci mette in contatto con la paura della perdita poiche’ affettivamente ed emotivamente siamo molto convolti e consapevoli che il tempo a disposizione per vivere un rapporto profondo e’ limitato. Consapevoli di questo e’ indispensabile conoscere le proprie paure dell’intimita’ e come queste si riflettono su una relazione, poiche’ spesso tali paure sono insidiose e vengono mascherate con pseudo motivazioni che non fanno altro che sabotare il nostro desiderio di amore. Solo conoscendo noi stessi ci diamo la possibilita’ di coinvolgerci in modo sano una relazione e di alimentarla.
Trovo l’articolo interessantissimo e in tante cose mi rispecchio! Soprattutto nel rapporto dei genitori, io non ho un buon rapporto con i miei, mi limitano in molto, nelle scelte di amici/che, partner, del tempo per me stessa, nel lavoro che devo scegliere, mi sento venire meno di diversi diritti che dovrei avere; contando che ho 30 anni ed un fratello di 23 anni che non ha gli stessi problemi 🙁 tutto ciò, ho notato ed ho paura che nei miei rapporti sia sentimentali sia interpersonali incidono molto 🙁
io credo che dipenda solo ed unicamente dalla fortuna e dal destino ho visto gente e situazioni, me compresa, che mi portano ad essere quasi certa di questo