Roma 17 dicembre 2013
A cura del dott. Marco Salerno
La perdita di un genitore è uno degli eventi più dolorosi che accadono durante la vita di una persona, le cui conseguenze lasciano profonde ferite nell’anima. Secondo lo psichiatra Elisabeth Kubler Ross nel suo libro “Death or Dying”, il dolore per il lutto attraversa cinque stadi:
1) shock e negazione: durante le prime fasi della perdita avvertiamo un muro di vetro tra noi e il mondo, ci sentiamo intorpiditi, incapaci di provare dolore e un gran senso di vuoto ci pervade. E’ venuta meno la presenza del genitore nella vita quotidiana ed avanza la solitudine
2) rifiuto: affiorano delle forti emozioni e i ricordi accompagnati da sentimenti contrastanti di dolore, perdita e sollievo soprattutto quando la morte è l’epilogo di una lunga malattia. Il senso di colpa e il sollievo si alternano, tornano in mente le ultime conversazioni, i momenti passati insieme, quello che avremo voluto dire e non abbiamo detto. La stanchezza fisica ed emotiva si fanno sentire e ci ritroviamo a piangere nei momenti più impensati.
3) rabbia: esplosioni di rabbia e sentimenti di frustrazione caratterizzano questa fase, ci chiediamo perché il lutto ha colpito proprio noi e non troviamo una risposta, un forte senso di ingiustizia ci pervade e chi si lamenta per cose inutili ci infastidisce.
4) accettazione: è la fase in cui iniziamo a metabolizzare la perdita, il dolore lentamente si assorbe e riprendiamo il contatto con il mondo. La sofferenza e piacere si alternano e ci rendiamo conto che la vita prosegue anche senza chi non c’è più.