A cura del dott. Marco Salerno
Da cosa origina il tratto narcisistico che sviluppano in maniera
patologica nella loro personalità alcuni individui?
Sono tutti uguali o, all’interno di questa macrocategoria, si
possono distinguere “specie” differenti?
Ci sono differenze fra uomini e donne narcisisti?
E, come in ogni classificazione naturalistica, vi sono tratti che
invece li accomunano tutti?
Se tutti i narcisisti, in effetti, mostrano di avere un’alta concezione
di sé, il convincimento radicato di appartenere ad una categoria
umana superiore, col diritto di prevaricare sempre e comunque il
prossimo, con cui non empatizzano minimamente, ma di fondo
sono dei soggetti in cui alberga una profonda insicurezza e paura
di essere a loro volta sopraffatti dagli altri, c’è da dire che delle
differenze esistono, anzitutto fra i cosiddetti overt e covert, sia per
quanto attiene l’origine del disturbo di personalità che per le
modalità in cui si esplicita, nonché per quanto riguarda la scelta
delle vittime di cui abusare.
Anzitutto, quanto a quella che potremmo definire l’eziologia del
disturbo, il narcisista overt si distingue dal covert per essere un
soggetto che a sua volta, in genere durante l’infanzia, di abuso
narcisista da parte di un familiare, un genitore.
Questi individui hanno appreso sin da piccoli che l’amore non è
qualcosa che si dia gratuitamente, ma sempre in cambio di altro,
una sorta di commercio dei sentimenti, altamente distorto.
Oppure sono stati bambini vittime di violenza o figli di genitori
violenti fisicamente o verbalmente o dipendenti da sostanze
stupefacenti o alcol.
Dunque, l’origine del narcisismo overt è un desiderio di
emulazione del familiare abusante, col fine di non essere da adulti
più vittime, ma a propria volta predatori.
Anziché evitare, una volta cresciuti, di infliggere agli altri i dolori e
le violenze vissute durante un’infanzia problematica, gli overt non
fanno che replicare il modello deviato di relazione che è stato loro
malgrado imposto da piccoli, per paura e frustrazione di quanto
subito.
Sviluppano in sostanza una distorta visione dei rapporti con gli
esseri umani, contraddistinti da una dinamica in cui è il violento a
prevalere.
Ecco perciò che, rispetto ai covert, gli overt sono anche più
facilmente riconoscibili, in quanto i loro agiti sono spesso eclatanti,
molto aggressivi sia fisicamente che verbalmente.
E le loro vittime predilette sono individui generalmente deboli e
indifesi.
Per tenerle legate a sé, malgrado gli abusi costanti ed evidenti,
spesso ricorrono al ricatto psicologico, giocando sulla estrema
sensibilità degli abusati, irretiti grazie al senso di colpa e alla
tendenza alla compassione che questi mostrano sin da subito di
coltivare ben oltre la soglia di una normale, umana tendenza alla
partecipazione emotiva.
I narcisisti covert, a differenza dei loro simili overt, l’abuso non lo
hanno subito, ma ne sono stati testimoni e dunque hanno
sviluppato sin dall’infanzia una notevole capacità di osservazione
che ha permesso loro di apprendere tutti i sottili meccanismi
manipolatori grazie ai quali potersi affermare come predatori e
non fra i soccombenti (per dirla alla Bernhard).
Peraltro, il fatto di non essere stati a loro volta vittime di abusi, li fa
percepire come esseri speciali, quasi una razza eletta, destinata a
imporre a sua volta la violenza a soggetti visti come inferiori, la cui
natura stessa li condanna a un destino di martiri, di anello debole
nella catena alimentare.
Come a dire, sono loro che, con la loro docilità, arrendevolezza, se
la son cercata.
La Weltanschauung del tipico narcisista covert è quella di un mondo
fatto di leoni e gazzelle, in cui è già prestabilito da una sorta di
legge di natura chi mangia e chi viene mangiato.
Questi soggetti credono fermamente che il ruolo di aguzzini sia
stato loro assegnato come per volontà divina.
La meticolosa osservazione dei comportamenti abusanti, attuata
sin dall’infanzia, rende il narcisista covert adulto un abile
manipolatore, un carnefice capace di sviluppare un totale distacco
emotivo nei confronti della propria vittima.
Difatti il covert risulta spesso e volentieri molto più sottile nelle
strategie e nelle tattiche di manipolazione rispetto all’ovest, sì più
violento esteriormente, ma per questo anche più riconoscibile e
dunque, se vogliamo, evitabile, e dunque meno pericoloso per chi
sia sufficientemente avvertito.
Il covert è machiavellico, in genere molto intelligente e soprattutto
del tutto consapevole delle proprie azioni, quanto un esperto
scacchista in grado di prevedere in anticipo di molte mosse il
comportamento dell’avversario.
Infine, se all’interno della categoria dei narcisisti overt, non si
riscontrano grandi differenze fra uomini e donne, che come
dicevamo tendono a prediligere come vittime partner deboli e
irresoluti, viceversa fra i covert possiamo notare delle
dissomiglianze di genere.
Le donne covert, grazie anche forse a un’innata intelligenza
emotiva, non solo sono in grado di mantenere la copertura molto
più a lungo dei “colleghi” maschi, ma tendono a scegliere come
partner uomini che a loro volta sono spesso narcisisti, ma della
specie overt, cui lasciare, per così dire, il lavoro sporco.
Li accomuna il fatto di condividere una visione del mondo
predatoria, anche se alla fine l’uomo vittima di una donna
narcisista covert verrà, come qualsiasi altra preda, demolito e
risotto a poco più di una larva umana.
In genere la donna narcisista covert evita di mostrarsi, soprattutto
nell’abbigliamento, eccessivamente appariscente, anzi il più delle
volte risulta la classica ragazza acqua e sapone, proprio perché ciò
le consente, a maggior ragione nella fase iniziale seduttiva, di
osservare meglio la preda potenziale senza impaurirla troppo con
un aspetto che potrebbe essere percepito come eccessivo.
Il che fatalmente attrae di più un empatico o un narcisista overt
con tendenza alla co-dipendenza.
Al contrario, il covert maschio, dall’aspetto sempre molto curato
ed elegante, cerca di attrarre donne a loro volta molto belle,
intelligenti, che spesso ricoprono anche ruoli socialmente rilevanti,
e che dunque possano essere percepite come prede prestigiose.
In questo caso il lento lavorìo messo in atto dall’aguzzino deve
essere estremamente astuto e accorto, perché questo genere di
vittime in genere dimostra di possedere dei valori etici, una
sensibilità umana e una concezione della vita che, almeno sulla
carta, mal si accorderebbero con quella manichea e binaria del
partner narcisista.
Ma l’abilità manipolatoria del covert è tale che, se la preda è stata
scelta con cura, il rapporto può durare anche molti anni e la
vittima verrà pian piano privata di tutte le capacità difensive e
delle armi che, almeno inizialmente, avrebbe potuto dispiegare
per resistere alle diaboliche seduzioni del predatore.
Credits: www.pierandreapriolo.it
Bibliografia: Bibi Hayworth, 7 anni di buio, Amazon