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Roma 31 luglio 2014 A cura del dott. Marco Salerno Il manipolatore seriale è una persona (può essere sia un uomo che una donna) che aggredisce e critica verbalmente la propria vittima, la sua interazione relazionale è un gioco il cui esito è sempre quello di mettere l’interlocutore nella condizione di soddisfare le proprie richieste facendo leva sul senso di colpa, il vittimismo e la menzogna  (lose-lose situations). Quando si incontra un manipolatore seriale, si avverte una sensazione di confusione, non si ha chiaro quale comportamento adottare per paura di essere criticati, ci si sente come in un vortice di emozioni indefinite, svuotati della propria energia.  I narcisisti sono i manipolatori seriali più diffusi,  non sono capaci di empatizzare con le persone e di riconoscere le emozioni. Sono esclusivamente focalizzati su di sé, sui loro bisogni e desideri come un bambino di due anni che chiede attenzione continuamente. A volte assumono un comportamento particolarmente seduttivo e carismatico, strumentale a soddisfare le loro necessità.

Disprezzano e minimizzano le emozioni di chi sta loro vicino e cercano di tenere sotto controllo ogni relazione. Il manipolatore seriale si caratterizza anche per una spiccata capacità di drammatizzare ogni situazione, vivono alterni stati di crisi credendo di essere gli unici ad attraversare delle difficoltà ed aspettandosi sempre l’aiuto di qualcuno che si prenda cura di loro e gli risolva il problema. Sono molto concentrati su se stessi per rendersi conto che qualcun altro potrebbe avere bisogno di aiuto. Cercano di attirare l’attenzione delle persone da cui esigono supporto e quando non lo ricevono sono capaci di esplodere con significative reazioni di rabbia. Vi è una tipologia di manipolatore seriale che indossa i panni della vittima, appare  compiacente e disponibile ma si sfila da ogni impegno preso prima di portarlo a conclusione. Si giustifica per le sue mancanze, attribuendone la causa a situazioni esterne fuori dal proprio controllo, dalle quali è stato fagocitato. Quando gli viene fatto notare la sua inaffidabilità, sottolinea di essere vittima delle situazioni stimolando il senso di colpa nel suo interlocutore. Le tattiche più comuni del manipolatore seriale sono:

 

  1. Elargire lodi: il manipolatore seriale elargisce con facilità apprezzamenti e complimenti anche se non crede a quello che dice ma lo fa solo per ricevere qualcosa in cambio
  2. La memoria selettiva: ricorda solo gli episodi che fa gli fa comodo ricordare, eliminando i ricordi spiacevoli che potrebbero metterlo in difficoltà di fronte ad un interlocutore al quale vuole chiedere un favore
  3. Doppio legame: emette messaggi negativi mascherandoli con messaggi positivi ( es: ti voglio bene anche se non mi posso fidare di te)
  4. Incapacità di empatizzare: non è capace di comprendere le emozioni o le situazioni in cui le altre persone sono coinvolte. Di solito “fa finta” di aver compreso lo stato d’animo del proprio interlocutore ma riporta la conversazione continuamente su di sé.
Come comportarsi quando si incontra un manipolatore seriale?

 

  1. Mantenere una distanza di sicurezza definendo chiari confini oltre i quali non consentire ad un manipolatore di passare, questo aiuta a sviluppare un punto di vista esterno da cui osservare il comportamento manipolativo senza esserne coinvolto
  2. Valutare il proprio livello di autostima e qualora fosse basso individuarne la cause per non farsi più coinvolgere in situazioni manipolative
  3. Non essere complice della manipolazione poiché il manipolatore seriale ha bisogno di una persona da manipolare e la vittima inconsapevolmente contribuisce a mantenere questo rapporto insano pur avendo la possibilità di interromperlo
  4. Sviluppare l’autoefficacia non facendo dipendere il proprio valore dall’approvazione e dal riconoscimento di altre persone, consapevole del fatto di poter scegliere grazie alle proprie forze e alla consapevolezza di sé.