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Roma 11 agosto 2015

 

a cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

La fine di una relazione e’ un momento estremamente difficile e complesso, perche’ si attivano una serie di sensazioni, emozioni e paure che possono alterare la percezione della realta’ e colorare il proprio futuro affettivo di tinte fosche. I pensieri ricorrenti sono la paura di non riuscire piu’ a trovare  una persona con cui vivere una relazione appagante e profonda, la paura di rimanere soli, la visione della vita da single come una condizione svantaggiata da cui fuggire e soprattutto o l’idealizzazione della relazione terminata, scivolando in una spirale di pensieri ossessivi e ridondanti mirati a trovare la causa che ha portato alla fine del rapporto o la svalutazione di tutti i futuri partner, estendendo la propria esperienza negativa a tutti gli incontri futuri (es. gli uomini/ le donne sono tutte inaffidabili). Ogni amore che finisce ha bisogno di tempo per far decantare la sofferenza, non e’ possibile dimenticare una persona da un giorno all’altro, dopo aver trascorso insieme molto tempo e aver condiviso molte emozioni. Oltre al fattore tempo gioca un ruolo importante il modo con cui analizziamo la situazione vissuta, la capacita’ che abbiamo di entrare in contatto con le nostre emozioni e di viverle nel profondo.

Un ruolo fondamentale lo gioca anche il  “dialogo interno” grazie a cui ognuno instaura un dialogo con la propria persona, ed ‘ proprio la qualita’ di tale dialogo che contribuisce a determinare il grado di fiducia o la scarsa stima in se’. La fine di una relazione porta con se’ vissuti emotivi di vario genere come senso di abbandono, fallimento, solitudine, rabbia, ecc. per cui e’ fondamentale cercare di darsi un limite nel “vivere il dolore” per non sprofondarci dentro completamente. In questo caso e’ di aiuto l’”egoismo positivo” intesa come sentimento che aiuta a chiederci quanto vogliamo realmente uscire da una situazione di dolore e darci l’opportunita’ di ritrovarci. Qualcuno puo’ obiettare che tutto cio’ e’ molto facile in teoria e meno nella realta’ ma l’unico modo per liberarci dal dolore della fine di una relazione e’ attraversarlo e non crogiolarci dentro, arginando i pensieri ripetitivi di ricerca delle cause che ne hanno determinato la fine, chiedendoci quanto effettivamente ci vogliamo ridare una nuova possibilita’ di vivere. Bisogna “fare il funerale” alla relazione terminata e seppellirla, solo cosi’ si cicatrizzera’ il dolore e avremo l’opportunita’ di piangere emotivamente questo evento, accettando che sia finita. Il passo successivo e’ quello di concentrarci sul presente, sul qui ed ora, dove non c’e’ spazio per i “se” ed i “ma” perche’ indietro non si puo’ tornare e non e’ possibile sostituirci al partner e alle sue decisioni. Possiamo solo scegliere per noi e guardare avanti, a meno che non vogliamo dissipare la nostra restante vita a compiangerci. Dopo aver metabolizzato la fine della relazione, e’ preferibile restare single, guardarci dentro ed attorno piuttosto che  “ponteggiare”da una relazione all’altra senza interruzione alcuna.  La condizione di single consente di entrare in contatto con la parte piu’ intima di noi stessi, scoprendo risorse che invece in coppia erano rimaste nascoste o piuttosto impiegate nella relazione. Il traguardo piu’ alto che possiamo raggiungere dopo la fine di una relazione e’ scoprire di farcela anche da soli, quando la vita sembrava finire con la relazione. Stare da soli non deve essere un meccanismo di difesa, per paura di incappare in un nuovo rapporto che ci possa far soffrire  o sviluppare la paura di innamorarci (filofobia) che genera a sua volta l’anoressia sentimentale intesa come assenza di desiderio emotivo e sessuale. Essere single e’ una scelta circoscritta nel tempo per conoscersi ed elaborare le ragione della fine di una relazione, un’occasione per metterci in gioco individualmente nel mondo e chiederci cosa cerchiamo in una relazione, perche’ l’amore, accantonando la dimensione romantica’ non e’ casuale ma il risultato di profondi vissuti emotivi che determinano la scelta del nostro partner (incontrare sempre la stessa tipologia di partner e’ indicativo di uno schema relazionale che si perpetua nel tempo). Aprirci ad una nuova relazione comporta il guardarci attorno con consapevolezza e con chiarezza di cosa vogliamo, per cui e’ meglio agire senza aspettarci nulla in cambio dall’altro ma dosando la propria disponibilita’. Il ricordo della relazione terminata va relegato in un cassetto della memoria e fino a quando tornera’ a bussare alla porta, significa che ancora non e’ stato adeguatamente elaborato per far posto ad una nuova persona oppure che non ci vogliamo separare da quel ricordo per riprendere a vivere la dimensione di coppia. A volte l’ostacolo piu’ imponente da superare e’ il timore di fallire nuovamente e di non sentirci all’altezza, questo puo’ portare a criticare chiunque si conosca non vedendolo per come e’ ma attribuendogli mancanze che non gli appartengono oppure si possono cercare partner che riconfermano l’idea che nessuno sia alla nostra altezza e che quindi e’meglio stare da soli. Chi si lancia in relazioni con partner che fanno soffrire, sono persone che hanno una bassa stima di se’ e che profondamente non ritengono di essere amati. Cercano in ogni modo di cambiare la persona che hanno accanto, fantasticando sul fatto che questa si avvicinera’ al loro ideale ma quando cio’ non avviene si sentono traditi ed abbandonati e che per loro non esiste un partner che li possa amare. Chi vive con frequenza questo tipo di relazioni potrebbe migliorare la propria condizione con un supporto psicologico per comprenderne le ragioni ed individuare nuovi modi di stare in coppia.

 

Bibliografia: Nicola Ghezzani, Quando l’amore e’ una schivitu’, Frnaco Angeli Editori 2006 Nicola Ghezzani, L’amore passionale, Franco Angeli Editore

 

Il dott. Marco Salerno tiene gruppi di aiuto e sessioni di consulenza  individuale a Roma per chi si sente vittima di manipolatori affettivi e soffre di dipendenza affettiva. Per chi risiede in altre citta’ italiane e’ possibile richiedere una consulenza via Skype. Per avere maggiori informazioni chiamare  il 3474661496 o scrivere alla seguente mail: dottmarcosalerno@gmail.com www.manipolazioneaffetivaroma.it