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Roma 6 settembre 2015 a cura del dott.Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma Se ti trovi a chiudere l’ennesima storia sbagliata, se credi di non trovare mai il partner adatto a te, se pensi che tutti gli uomini o le donne siano uguali e ti deludono sempre, questo articolo fa al caso tuo! Nell’era dell’amore liquido ( leggi art. sull’amore liquido http://goo.gl/G5rJ0W ), sembra diventato impossibile trovare un partner e vivere una relazione di lunga durata senza che questa, dopo l’innamoramento iniziale, si sgretoli sotto il peso della delusione. Parole come impegno, dedizione, fedelta’ e pazienza sono relegate ad un dizionario antico di cui non conosciamo piu’ il significato.  Ma perche’ accade tutto questo? Probabilmente perche’ non ti vuoi bene abbastanza.  Avverti quella sensazione di vuoto, che nessuno ti abbia mai capito fino in fondo, che devi sforzarti per avere qualcuno vicino e qualunque cosa tu faccia non basta mai, e’ il mal d’amore. L’origine di questi stati d’animo va rintracciata nel rapporto avuto con i genitori nell’infanzia. Lo psicologo Pier Pietro Brunelli descrive accuratamente questa dinamica,  sottolineando come alcuni genitori pur provvedendo ai bisogni materiali dei figli non sono in grado di sintonizzarsi sui loro bisogni affettivi profondi.

Il rapporto genitori-figli puo’ essere compreso meglio con questa frase “ ti voglio molto bene e faccio di tutto per te ma e’ un gran sacrificio per cui non mi deludere”.  Il significato di tale affermazione  crea una enorme confusione emotiva nella psiche del figlio, il quale non si sente effettivamente scelto e avverte come il genitore lo usi per soddisfare i propri bisogni narcisistici (per esempio decantando le doti del figlio davanti ad amici) ma allo stesso tempo grava sulle spalle del figlio la responsabilita’ di non deluderlo perche’ e’ molto faticoso occuparsi di lui e se non soddisfa le sue aspettative, lo svaluta. All’interno della relazione il figlio avverte un profondo senso di vergogna perche’  sente di essere strumentalizzato dal genitore per appagare i suoi bisogni e di non essere compreso. Questo tipo di genitori, sottolinea Brunelli, si occupa poco di accudire emotivamente il figlio e non e’ capace di capire i sui bisogni, ma lo usa solo come una estensione di se’ per soddisfare i propri bisogni. Si caratterizzano per avere un disturbo borderline di personalita’ o narcisistico o entrambi.  Ne deriva una evidente ambivalenza affettiva, per cui il genitore alterna momenti di affetto ad altri di rabbia, si avvicina e si allontana, esalta il figlio e poco dopo lo critica. La conseguenza e’generare una condizione di forte instabilita’ nel bambino, il quale vive come se fosse sul filo del rasoio poiche’ non e’ in grado di prevedere quale possa essere la reazione del genitore e si sforza in ogni modo per compiacerlo. A lungo andare il figlio sviluppa l’idea di non essere una persona amabile e di non sapere rendere felice i propri genitori. Tale percezione di se’ potrebbe essere il seme dei problemi affettivi che il figlio, da adulto, potra’ sviluppare. Il bambino che e’ cresciuto con l’idea di non essere mai abbastanza per i propri genitori, probabilmente sara’ un adulto che ricerchera’ un partner con cui instaurera’ una relazione squilibrata, dove si alterneneranno momenti di idealizzazione (ho in contrato il partner dei miei sogni) ad altri in cui si sentira’  mortificato e umilito. Nella dinamica di coppia, come nella relazione con i genitori, si sforzera’ in ogni modo di soddisfare il partner, pur non sentendosi mai all’altezza. Come il bambino si chiedeva perche’ i genitori non erano mai abbastanza contenti di lui, da adulto si domandera’ perche’ il/la partner non e’ mai completamente presente nella relazione e lo continui ad criticare. La ragione per cui si generano questi disturbi affettivi sta nel fatto che il bambino non e’ in grado di attribuire un significato al perche’ i genitori alternano momenti di apprezzamento ad altri in cui lo svalutano, avverte solo di non essere mai abbastanza per loro. Se il bambino comprendesse realmente quanto i genitori sono inaffidabili non sarebbe piu’ in grado di sopravvivere e svilupperebbe gravi disturbi psichici. Non gli rimane altro che prendersi la colpa dell’insoddisfazione che i genitori gli attribuiscono e fidarsi di loro solo sul piano materiale, maturando l’idea che non basta per quello che e’ per ricevere amore ma l’affetto se lo deve guadagnare. Questo principio guidera’ le scelte dei partner nella vita adulta, per cui si leghera’ a persone che non lo faranno sentire mai abbastanza per essere amato e vivra’, fara’ di tutto per farsi amare, a costo di rinunciare a sentire quello di cui ha veramente bisogno. Per uscire da questa spirale distruttiva e per curare finalmente le proprie ferite, il primo passo da fare e riconoscere il proprio malessere, rendersi conto di aver trascorso troppo tempo con partner svalutanti e che non e’ mai troppo tardi per stare meglio. Una buona psicoterapia aiuta ad affrontare il dolore, a guardarlo in faccia, a  non scappare piu’ quando lo si incontra ed e’ l’unico modo per aiutare quel bambino sofferente che l’adulto ancora porta dentro se’. Comprendere con le emozioni che e’ possibile essere amati anche quando non  si e’ ricevuto amore da bambini e’ l’obiettivo che ogni dipendente affettivo potra’ raggiungere dopo un approfondito lavoro su di se’. Webgrafia:

 

http://www.michael-titze.de/content/texte_i/text_it_01.html http://www.albedoimagination.com/2014/04/complesso-di-pinocchio-genitori-problematici-punitivi-e-colpevolizzanti/ Il dott. Marco Salerno tiene gruppi di aiuto e sessioni di consulenza  individuale a Roma per chi si sente vittima di manipolatori affettivi e soffre di dipendenza affettiva. Per chi risiede in altre citta’ italiane e’ possibile richiedere una consulenza via Skype. Per avere maggiori informazioni chiamare  il 3474661496 o scrivere alla seguente mail: dottmarcosalerno@gmail.com www.manipolazioneaffetivaroma.it