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Imparare a dire NO! Strategie per sviluppare l’autostima e non farsi piu’ mettere i piedi in testa

Roma 23 dicembre 2015

 

A cura del dott. Marco Salerno

 

Vivere la vita pienamente non e’ una condizione che puo’ essere rimandata nel tempo ma deve  essere vissuta nel presente anche a costo di pronunciare qualche no. Ma quanto e’ difficile dire un “no”sentito, autentico e consapevole? Per molte persone sembra che sia un passo a volte irraggiungibile anche se il prezzo da pagare e’ quello di star male. Perche’ ogni volta che pronunciamo un “si” quando invece vogliamo dire “no” chiudiamo una parte di noi in una scatola senza dare ascolto a quella voce che invece fa di tutto per farsi sentire e pronunciare il fatidico “no”. L’affermazione di se’ implica essere autentici e allinearsi ai propri bisogni, il che non vuol dire essere egoisti o egoreferenziali ma prendere il coraggio a quattro mani e nel rispetto degli altri, assumersi la responsabilita’ delle proprie scelte. Spesso le persone  presentano grosse difficolta’ nel declinare una richiesta e tendono a  spegnersi lentamente, a forza di negare i propri bisogni piu’ profondi. Paradossalmente quando temiamo che il darci il permesso di essere noi stessi possa compromettere le nostre relazioni, e’ proprio grazie a questo comportamento che le preserviamo e ne  garantiamo la “sanita’”. Le relazioni sane  sono costituite da individui che dialogano in modo chiaro e diretto, hanno la possibilita’ di pronunciare un “no” pur non vivendolo come un rifiuto e non calibrano i loro bisogni in funzione al grado di accettazione di chi li circonda. Annullare se’ stessi di fronte all’altro genera negativita’ e stanchezza che a lungo andare determinera’ l’insorgere di malattie o nella migliore delle ipotesi compromette le relazioni.

Genitori manipolatori

Roma 9 febbraio 2015

 

A cura del dott. Marco Salerno

 

 

I genitori sono la fonte di protezione, rassicurazione, accoglienza e amore incondizionato che agiscono per il bene dei figli e favoriscono la loro crescita, soddisfando i loro bisogni e  favorendo l’acquisizione dell’autonomia. La coppia genitoriale e’ composta da due individui  distinti, che vivono, agiscono e pensano a seconda del grado di consapevolezza e di maturazione affettiva emotiva che hanno raggiunto. E’ possibile distinguere genitori sani ed equilibrati che allevano i loro figli amandoli in modo nutriente e responsabile, riconoscendoli come esseri viventi a se’ stanti. Sono consapevoli dei loro punti di forza e dei loro limiti, desiderosi di migliorarsi e di ascoltare i propri figli per garantire loro una  vita equilibrata ed emotivamente soddisfacente. I genitori affetti da problemi psicologici, da nodi esitenziali irrisolti, da dipendenze e da patologie psichiatriche, situazione molto diffusa piu’ di quanto si possa immaginare, manifestano ogni giorno nella relazione con i figli il loro disagio  sotto forma della manipolazione affettiva. Essere genitori non implica avere la capacita’ di amare consapevolmente i propri figli, un genitore e’ colui che genera i figli fisicamente o li adotta ma sono solo le singole persone che attribuiscono un significato autentico  a questo ruolo. Coloro che pur essendo genitori, vivono nella relazione con i figli le loro ferite infantili, si caratterizzano per un alto grado di immaturita’ che crea un clima emotivamente tossico nella famiglia. (Leggi anche: I ruoli familiari in una famiglia narcisita)