Roma 20 maggio 2023
A cura del dott. Marco Salerno
Con i narcisisti, quando si pensa che sia finita, perché la vittima
ha trovato il coraggio di tirarsi fuori dalla relazione tossica,
purtroppo non lo è.
Nessun parassita, che sia riuscito a insinuarsi in un organismo
dal quale trae linfa vitale, nel caso del soggetto in questione, il
cosiddetto approvvigionamento narcisistico, si lascia espellere
docilmente e facilmente.
Quale che sia la exit strategy che il partner del narcisista abbia
deciso di adottare per liberarsene deve essere pronto ad
affrontare una complessa fase di distacco e anche di eventuale
negoziazione, qualora si sia costretti a mettersi d’accordo per
dividersi qualsivoglia cosa si abbia in comune.
In questo contesto il narcisista sarà pronto a tutto pur di non
uscire sconfitto o, peggio ancora, apparire tale agli occhi del
resto del mondo che lo circonda.
Utilizzerà pertanto ogni arma a sua disposizione talvolta anche
per cercare di riattrarre nella ragnatela il partner che sta
cercando di emanciparsi dal rapporto, allo scopo precipuo di
dargli in seguito un colpo di grazia dal quale non potersi più
riprendere.
Oppure cercherà di addossargli la colpa e la responsabilità
della fine della relazione, del matrimonio, per uscirne pulito di
fronte magari alla prossima vittima, che spesso è già nel mirino.
Dunque, se già non è decisamente semplice affrontare la fine di
una relazione, lo è ancora di più per chi ha subito, sovente per
anni, gli abusi e le manipolazioni di un narcisista.
Non basta perciò stargli il più lontano possibile, evitare di
ricadere nella trappola, ridurre al minimo indispensabile
qualsiasi contatto, ma anche imparare a rapportarsi con lui (o
lei) attraverso comportamenti che, nella maggior parte dei casi,
sono l’esatto opposto di quelli che a un soggetto empatico o co-
dipendente risultano quanto mai alieni e lontani dal proprio
istinto.
Chi non vuole uscire con le ossa rotte più del necessario da una
storia con un narcisista deve forzarsi ad imitarne alcune
condotte, se non proprio manipolatorie, quanto meno
ingannevoli, volte a confonderlo, a non dargli punti d’appoggio,
appigli grazie ai quali riprendere (foss’anche solo parzialmente)
il controllo della situazione.
Perciò è fondamentale utilizzare strategie da guerriglia
psicologica, facendo credere che sono importanti ad esempio
beni ai quali invece si è pronti a rinunciare, pur di conservare
altri verso cui ci si mostrerà fintamente disinteressati.
Il narcisista deve poter credere di avere sempre il coltello dalla
parte del manico: racconterà la sua versione dei fatti, in merito
alla fine della storia, che lo farà apparire come colui (o colei)
che ha deciso di troncare perché l’altro (o altra) gli avevano
reso la vita impossibile, perché è pazzo/a, irresponsabile etc.
Che propagandi pure la sua verità a familiari e amici, che
credano pure quel che vogliono.
L’importante è che il partner del narcisista, intenzionato ad
ottenere, oltre che l’agognata libertà, anche quel che davvero
conta per sé, si circondi di persone che l’amano realmente, che
vogliano aiutare sul serio, che lo o la supportino in una fase
della vita in cui più di ogni cosa conta essere creduti e sostenuti
in una battaglia quanto mai ardua.
Ed è esattamente in questa situazione che chi vuole sottrarsi
alle grinfie di un narcisista scoprirà che attorno a sé ce ne sono
molti di più di quanti potesse mai immaginare, spesso all’interno
anche del proprio nucleo familiare d’origine, che anzi sono
giusto costoro (genitori, fratelli, sorelle) che hanno plasmato sin
dall’infanzia la personalità co-dipendente dell’ideale vittima di
futuri partner narcisisti, che ne hanno poi ingabbiato la vita
adulta.
Certo, potrebbero rivelarsi scoperte dolorose, ma necessarie a
fare finalmente piazza pulita, nella cerchia familiare ed amicale,
per tracciare quell’albero genealogico delle parentele e delle
relazioni tossiche che inconsapevolmente condizionano
l’esistenza di tante persone che non riescono a darsi una
spiegazione di come possano mai essere finite nella tela del
ragno, pur considerandosi razionali, intelligenti e in grado di
leggere il mondo attraverso lenti tutt’altro che offuscate.
Si renderanno conto che coloro che davvero le hanno amate
nella vita sono quelle che non le hanno giudicate, non hanno
cercato di cambiarne i connotati interiori, non le hanno
intrappolate nei sensi di colpa, ma anzi sono quelle che hanno
cercato di tirar fuori il meglio delle loro potenzialità umane,
intellettive, sentimentali, consigliando senza paternalismi e
arroganza, dando senza chiedere in cambio, offrendo vicinanza
spinte solo da generoso altruismo e non per ottenere chissà
quale vantaggioso tornaconto.
Insomma, l’esatto opposto di quel che fa un narcisista.
Credits: www.pierandreapriolo.it
Bibliografia: Bibi Hayworth, 7 anni di buio, Amazon