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Lui e lei: inamorarsi mentalmente, fisicamente incompatibili

Roma 25 marzo 2016

 

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Intervista al Dott. Marco Salerno – Psicologo e Psicoterapeuta – a cura di Daniela Cavallini

 

Daniela Cavallini: Bentornato Marco Salerno e grazie di essere nuovamente disponibile con me ad affrontare un problema, non certo di poco conto, ovvero due corpi che respingono ciò che la loro mente desidera. La trattazione di questo tema, mi sovviene in seguito alla mail di una lettrice, che riferisce di vivere il doloroso conflitto. Come può accadere?

 

Dott. Marco Salerno: Buon giorno Daniela, ringrazio te per questa nuova opportunita’ di confronto che sicuramente sara’ molto utile ai lettori. Quando si parla di innamoramento mentale ci si riferisce ad una particolare condizione caratterizzata da una profonda sensazione di comprensione da parte della persona con cui si interagisce. Si avverte una comunione di idee e di pensieri, la medesima visione del mondo, il sentirsi compreso al di la’ delle parole pronunciate. E’ una sorta di situazione magica nella quale si ha l’impressione che l’altro sia quasi in grado di leggere la mente, che abbia la capacita’ di indossare i nostri “abiti” e conosca ogni angolo della nostra emotivita’. Il dialogo fluisce in modo continuo e lento, si scoprono reciprocamente gli angoli bui della propria persona senza aver paura di essere giudicati, l’uno arriva dove l’altro non avrebbe mai immaginato potesse giungere. L’attrazione si focalizza esclusivamente sul piano della riflessione e del confronto, sul desiderio di scoprire l’altro. Quando accade tutto questo si auspica che faccia seguito anche una travolgente attrazione fisica la quale a volte invece non decolla. Ci si trova di fronte ad un brusco risveglio, chiedendosi cosa e’ accaduto, perche’ l’unione dei corpi non segue quella dello spirito e della mente. Questa dolorosa condizione si innesca quando scindiamo inconsapevolmente la dimensione fisica da quella psicologica, dimenticando che la biologia e la psicologia sono strettamente interrelate. L’attrazione mentale coinvolge solo una parte della nostra persona, stimolando l’immaginazione e le fantasie che ognuno dei componenti della coppia matura nei confronti dell’altro. Tale processo consente di sintonizzarsi solo su un canale, quello cognitivo/mentale tralasciando quello fisico. Le ragioni di tale condizioni possono essere le piu’ varie, tra quelle piu’ rilevanti annovererei la possibilita’ di entrare in contatto in modo “protetto” con l’altro sul piano mentale attraverso le fantasie che sviluppiamo su di lui/lei e che poi gli attribuiamo. Le fantasie che alimentano l’ “innamoramento mentale” sono alimentate da lunghe conversazioni, in cui ognuno dei due membri della coppia si racconta all’altro ma non si esprime coinvolgendosi pienamente, limitando l’espressione dei desideri fisici e sessuali. Si realizza una sorta di sublimazione della sessualita’ nel desiderio di aver trovato una persona che possa finalmente comprenderci e prendersi cura di noi, mettendo da parte temporaneamente la dimensione fisica, il contatto dei corpi che suggella quell’intimita’ profonda sul cui piano si mettono in gioco i desideri, le paure e le resistenze che ognuno di noi si porta dietro.

Liberarsi dall’ossessione per il cibo

Roma 14 luglio 2014

 

A cura del Dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Le donne afflitte dall’ossessione per il cibo  sono persone sempre disponibili ad aiutare gli altri, vanno incontro a tutte le richieste fatte dalla loro famiglia, sul lavoro, nelle relazioni, pur di mantenere la pace e ricevere un po’ di amore a discapito  del riconoscimento e della soddisfazione dei propri bisogni piu’ intimi. Sono state bambine poco amate, trascurate o manipolate dai genitori, alle cui richieste hanno sempre aderito automaticamente, tanto da non comprendere mai cosa vogliono neanche da adulte. Instaurano relazioni con un partner bisognoso di aiuto, di cui prendersi cura, arrivano ad essere a volte anche sfruttate per la loro disponibilita’ e colmano il senso di vuoto e la frustrazione con il cibo. Non riescono a riconoscere le loro emozioni che sedano con il mangiare prima che vengano a galla, il dolore rimane sepolto e alla rabbia non viene dato il permesso di uscire per paura di ferire le persone  a loro piu’ vicine. Soddisfare le aspettative altrui crea in queste donne una fitta nebbia emotiva che avvolge ogni emozione, tanto da non essere in grado di riconoscere cosa realmente vogliono e chi sono. Arrivano sempre per prime a riconoscere le necessita’ di chi amano tanto che chi sta loro vicino non le conosce realmente. Hanno una identita’ poco definita e a volte frammentata, costituita da parti di se’ e da altre prese in prestito dalle persone di cui soddisfano i bisogni.  Riconoscono che e’ arrivato il momento di cambiare quando arriva quello che la psicologa Renate Gockel definisce “l’ultimo avvertimento”, il momento in cui raggiungono la consapevolezza che le consente di osservare la propria vita e di rendersi conto che e’ necessario invertire la rotta, assumendosene la repsonsabilita’. Gradualmente imparano ad esprimere i loro bisogni, le emozioni  e i pensieri che hanno sempre sedato con il cibo e arrivano a mettere in discussione la vita che avevano condotto fino ad ora per essere sempre piu’ oneste con se stesse.  Il percorso di consapevolezza non e’ facile e indolore poiche’ devono individuare quali sentimenti non  riescono a tollerare e che rimuovono mangiando. Questo comporta accettare i sentimenti e le emozioni sgradevoli per trovare nuove alternative di reagire senza ricorrere piu’ al cibo.

Gli effetti della pornografia sul cervello, sulle relazioni e sulla sessualità di coppia

 

Roma 17 giugno 2014

 

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

L’avvento di internet ha facilitato l’accesso alla pornografia on line in modo vertiginoso e anonimo, rendendola fruibile in ogni momento della giornata. Questo fatto ha influito notevolmente sulle relazioni e sul modo di vivere la propria sessualità. Simone Kuhn, neuro scienziata del Max Planck Institute e Jurgen Galinat della Charite University hanno effettuato una ricerca, osservando un campione di maschi che guardavano almeno una volta a settimana filmati pornografici. I due scienziati hanno evidenziato che chi guarda spesso filmati pornografici, presenta un volume minore del corpo striato, componente sottocorticale del telencefalo. Questo significa che la zona del nucleo striato, recettore del piacere, tende ad attivarsi meno quanto più si usufruisce della pornografia, appiattendo il livello di reazione al piacere rispetto a chi invece non ricorre massicciamente alla pornografia. Inoltre chi fruisce spesso di filmati pornografici trascorre molto più tempo sul web rispetto a chi invece non vi ricorre.