“Il licenziamento annulla un progetto di vita. L’effetto? Ansia, e pericolo autodistruzione”

Gli effetti della congiuntura economica mondiale continuano a riflettersi sul mercato del lavoro sotto forma di licenziamenti rendendo i posti di lavoro fortemente instabili. La precarietà è uno spettro che si aggira ancora troppo frequentemente nella nostra società, determinando gravi conseguenze sul piano psicologico e sociale di chi ne è investito. La crisi lavorativa mette in discussione le proprie certezze esistenziali poiché le persone si ritrovano di fronte all’esigenza di adattarsi continuamente ad una società in continuo cambiamento senza giungere mai ad un livello di stabilità che consenta di decidere in autonomia della propria vita.
Essere licenziati può far saltare ogni equilibrio, provoca uno stato di profonda insicurezza che coinvolge l’aspetto economico, l’autostima e la dignità dell’individuo, portandolo a dubitare delle proprie forze e della capacità di mantenere se stesso e la sua famiglia. Tra gli effetti più devastanti vi è l’annullamento di un progetto di vita e dell’identità personale poiché viene meno il ruolo rivestito nella collettività. Quando i cambiamenti non sono voluti ma subiti, provocano in chi li vive un senso di impotenza e di incapacità. Pur combattendo in ogni modo per mantenere il posto di lavoro, la battaglia può non andare a buon fine per cui la sconfitta è particolarmente dolorosa poiché il senso di impotenza si amplifica a dismisura.
Le conseguenze psicologiche più evidenti sono l’ansia e la depressione, causate dall’improvvisa mancanza di stabilità e di punti di riferimento. Quando una persona investita dal licenziamento manifesta improvvisi cambi dell’umore rispetto ai comportamenti abituali e assume un atteggiamento taciturno e chiuso, deve destare attenzione in chi la circonda, poiché non sono da escludere possibili reazioni estreme per una situazione divenuta insostenibile. Una utile risorsa per far fronte a questo stato, è costituita dal mantenimento delle relazioni sociali che aiutano a non sentirsi soli di fronte alle difficoltà e ad essere supportati emotivamente.
Per superare questa situazione e non scivolare nell’autocommiserazione e nella rassegnazione, attribuendosi la causa della perdita del lavoro, è utile viverla come una opportunità di cambiamento e di esplorazione di nuove possibilità professionali. Focalizzarsi sulle inevitabili difficoltà non determina altro che l’amplificazione di una condizione difficile da attraversare, rischiando di precipitare in un vortice autodistruttivo. Pur di non aspettare passivamente l’arrivo di un nuovo lavoro, è possibile esplorare strade differenti come prendere parte a un corso di ri-orientamento al lavoro o di counseling, attraverso cui fare un bilancio delle competenze maturate fino ad oggi e comprendere meglio come pilotare la ricerca di un nuovo impiego. Ritornare ad imparare attraverso corsi di formazione consente l’acquisto di nuove competenze e permette di scoprire e di valorizzare alcune potenzialità personali fino ad oggi inesplorate.