A cura del Dott. Marco Salerno, psicologo psicoterapeuta umanistico integrato a Roma

Roma 10 settembre 2013

Chi di noi non ha mai incontrato una persona che ci ha fatto toccare il cielo con un dito per poi cadere improvvisamente per terra con un tonfo sordo e inaspettato?  Non spaventatevi, vi siete imbattuti in un narciso! Accade a tutti prima o poi, l’importante è prendere le giuste precauzioni per non rimanere stritolati da queste persone che vanno prese a piccole dosi.

Spesso i narcisi si caratterizzano per l’accentuato bisogno di stare al centro dell’attenzione, di sentirsi lusingati e ascoltati ma si spengono quando si annoiano perché hanno bisogno di sentirsi sempre gratificati da chi li circonda e di piacere agli altri.
La quotidianità e la ripetitività delle attività li annoia, se non avvertono forti emozioni ma soprattutto se non si sentono unici, ne soffrono. Oltre alla grandiosità, alcuni si connotano per la depressione e la malinconia che accompagna la loro esistenza. Possiamo classificare i narcisi in due macro categorie:


1)  i narcisi grandiosi integrati: sono quelli che riescono ad integrare i loro bisogni di grandiosità nel contesto in cui vivono, scelgono uno stile di vita eccezionale, investono molte energie nel lavoro, curano la loro crescita intellettuale, creano una relazione perfetta ai loro occhi, scelgono una partner che li adori e che coinvolgono in ogni loro attività, che sia sempre disponibile e li riempia di conferme. Sono quel tipo di persone che riescono a vivere una vita soddisfacente a patto di avere una partner che li compiaccia e che dedichi loro la sua vita e di svolgere un lavoro in cui investire le loro energie completamente, per dimostrare quanto valgono.

2) I distruttivi delusivi: rispetto ai precedenti sono soggetti a forte oscillazioni di umore tra una incontenibile grandiosità e momenti di svalutazione di sé. Investono molte energie nel proprio lavoro e si dedicano poco alle relazioni, portando con sé una forte sensazione di non essere mai abbastanza amabili. Dopo aver vissuto una prima fase smagliante della relazione, sono investiti dall’infelicità, provano disinteresse per il partner e si chiudono in se stessi delusi dalle persone senza una reale  ragione.

 

Riconoscere un  narciso non è sempre facile ma vi sono quattro elementi costanti che li caratterizzano:

1) la grandiosità e la debolezza con cui si percepiscono (si sentono apparentemente sempre migliori degli altri).

2) il bisogno di vivere una relazione pienamente ma di fuggirla quando diventa intima (quando sono innamorati sono insostituibili, dal momento in cui il rapporto si stabilizza tendono ad essere insoddisfatti).

3) l’idea di sentirsi sempre vittime di chi li circonda (la causa del loro malessere dipende sempre da qualcun altro e mai da loro).

4) il percepirsi costantemente bisognosi di aiuto e di cure (sono loro quelli che soffrono più di tutti e per questo più bisognosi di aiuto).

I narcisi possono essere persone affermate nella vita e nelle relazioni ma hanno sempre bisogno di conferme per sentirsi amabili ed unici. Nei rapporti di coppia ricercano la simbiosi con l’altro ma hanno paura dell’intimità  vera che rispetto alla simbiosi, si distingue per l’unione di due individui distinti che si scelgono e si accettano come tali. Di solito manifestano rabbia quando entrano in contatto con le loro emozioni perché fanno loro paura.
Insicuri di se, pur mostrando il contrario in pubblico, sentono un forte senso di solitudine e di debolezza e non si fidano mai completamente degli altri. Paradossalmente si avvicinano alle persone che ritengono essere bisognose di aiuto ma solo per mettere in luce la loro grandiosa disponibilità.
La “ferita narcisistica” che caratterizza il narciso ne determina il senso di debolezza, di ingiustizia subita, di amore non ricevuto che sente di vivere ciclicamente. Sono sempre alla ricerca di qualcosa che credono di non aver mai avuto (amore, relazione,
attenzione, ecc.), nel momento in cui la trovano non si fermano per prenderla e goderne con pienezza ma la lasciano scivolare via, soffrendo per non averla avuta.
La letteratura scientifica riporta come alla base del narcisismo via sia stata o una intensa relazione di amore con la madre, a patto che il figlio rispecchiasse esattamente i suoi valori e le sue esigenze, oppure una intensa relazione materna improvvisamente interrotta a causa di un inaspettato cambiamento, come la nascita di un fratello o la morte del genitore o una separazione. In entrambi i casi, il futuro narciso, è costretto a negare i propri bisogni per farsi amare e tenere in considerazione dalla propria madre.
Ma quali tipo di relazione ricercano i narcisi e con quale partner si uniscono?
I narcisi oscillano tra un forte desiderio di trovare una relazione simbiotica/ideale e il bisogno di sentirsi liberi. Prediligono la fase dell’innamoramento di una relazione, durante la quale mettono in atto corteggiamenti da sogno ma appena il rapporto inizia a stringersi e l’intimità spunta all’orizzonte, questo diventa per loro un vero e proprio pericolo, per cui iniziano ad allontanarsi. La relazione perde il suo smalto iniziale e la quotidianità subentra gradualmente, annoiandoli e facendo loro sentire il cappio al collo. Di solito ricercano donne femminili, accomodanti, pazienti, intelligenti, dedite completamente a loro, sempre presenti e capaci di dare un amore incondizionato. Desiderano protezione e vicinanza ma allo stesso tempo sono terrorizzati dalla dipendenza e dal timore di essere soffocati dal partner. Ricercano donne straordinarie che siano in grado di dare loro un amore smisurato senza rendersi conto che inseguono un sogno e quando la realtà prende il sopravvento si defilano e direzionano la loro attenzione su altre partner. Difficilmente si mettono in discussione, sono poco empatici e incuranti del dolore che provocano all’altro, se c’è qualcosa che non va nel rapporto la causa o la “colpa” è sempre della partner che li ha delusi. Molte donne, che nella fase di innamoramento erano profondamente coinvolte dal loro uomo per la sua unicità, si trovano improvvisamente di fronte una persona che non riconoscono più, rendendosi conto con grande dolore che la relazione non era mai iniziata.

BIBLIOGRAFIA:

1) U. Telfener, Ho sposato un narciso; Castelvecchi Editore, 2006

2) L. Alexander, Il narcisismo; Feltrinelli Milano, 1985

3) H. Kohut, Narcisismo e analisi di sé; Bollate Boringhieri, Torino, 1982