Roma 16 gennaio 2014
A cura del Dott. Marco Salerno
Il triangolo relazionale è un tipo di relazione che si caratterizza per la mancanza di esclusività e di linearità del rapporto. Vivere una relazione a tre porta a sperimentare una sorta di ebbrezza e di felicità in un primo momento per poi realizzare il limite di questa situazione dovuta a fattori come il fatto che la persona desiderata è sposata o che sta cercando qualcun altro. Le persone sane evitano i triangoli relazionali quando si rendono conto di viverne uno mentre il dipendente affettivo spera in ogni modo che il triangolo si risolva magicamente nel tempo. Il suo atteggiamento è guidato da una profonda difficoltà nell’interrompere una relazione e nell’incapacità di tollerare l’ansia di separazione poiché la fine di una relazione equivale a morire. In alcuni casi il dipendente affettivo può adottare atteggiamenti autolesivi come il suicidio o anche uccidere per interrompere la triangolazione, compiendo un vero e proprio “crimine del cuore”.
Il dipendente affettivo ha un alto livello di tolleranza alla sofferenza che origina da un vissuto affettivo disfunzionale, sperimentato nella relazione con i genitori quando era bambino. Il bambino/a è stato rifiutato da uno dei genitori mentre l’altro ha stabilito con lui un rapporto affettivo molto vincolante ed “emotivamente incestuoso”. L’esperienza edipica di amore e di identificazione con uno dei genitori non si è sviluppata in modo sano, radicalizzandosi in modo disfunzionale secondo uno schema di rifiuto e di accettazione continua.
Il triangolo relazionale è una condizione che paradossalmente fa sentire al sicuro il dipendente affettivo che si caratterizza per un alto livello di tolleranza al dolore e alla sofferenza emotiva. Alcuni dipendenti affettivi tendono inconsapevolmente a rivivere il triangolo relazionale della propria infanzia nelle relazioni adulte. Sperano che ci possa essere un finale diverso dal precedente ma si trovano sempre nella medesima condizione di dolore, sofferenza e frustrazione. Alcune persone accettano consapevolmente di vivere il triangolo relazionale per le forte sensazioni che questo fa provare loro, oscillando tra una condizione in cui immaginano di essere i prescelti ad un altra in cui provano un profondo senso di abbandono e di paura. Tali emozioni ricalcano quelle provate nelle prime esperienze edipiche durante le quali il bambino cerca di attirare in ogni modo l’attenzione di un genitore e di farsi scegliere rispetto all’altro. Nel caso in cui si viva un triangolo relazionale è fondamentale tenere presente che è una situazione molto dannosa per cui è fortemente consigliato chiedere un aiuto terapeutico per uscirne il prima possibile.
Ricordo ai lettori che dal mese di febbraio inizierà a Roma un percorso di gruppo su come affrontare efficacemente e liberarsi dalla dipendenza affettiva. Per ricevere le informazioni necessarie potete collegarvi al seguente link:
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