Roma 13 giugno 2016
A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma
La relazione con un narcisista e’ una esperienza di profonda svalutazione che porta a domandarci ripetutamente cosa c’e’ in noi che non va per attirare questa tipologia di persone. Domande come “perche’ incontro sempre queste persone”, piuttosto “cosa non va in me per, perche’ non riesco a parlargli e a dirgli quello che penso” sono tra i pensieri piu’ ricorrenti in chi ha la sfortuna di incontrare un narcisista sul proprio cammino. Non e’ semplice riconoscere immediatamente un narcisista, soprattutto perche’ durante i primi incontri possono essere molto seduttivi ed affascinanti tanto da spingere a perdonarlo quando si rilevano i primi comportamenti che destano sospetti. Con il passare del tempo ci si adatta in modo inconsapevole e disfunzionale alla relazione tossica, si impara a sviluppare l’arte dell’accettazione a tutti i costi camuffata da diplomazia, a scapito della propria serenita’. Per comprendere meglio il perche’ ci troviamo a vivere esperienze relazionali dolorose da cui non riusciamo a liberarci, e’ utile ricorrere alla teoria della Schema Therapy di J. Young. Questa teoria propone diciotto schemi mal adattivi chiamati anche trappole della vita, che derivano da esperienze ansiogene dell’infanzia e dell’adolescenza in cui i bisogni fondamentali non sono stati soddisfatti in modo adeguato, compromettendo uno sviluppo sano e stabile. Gli schemi consistono in credenze e supposizioni che coinvolgono le sensazioni fisiche, le emozioni e il temperamento. Il temperamento fa riferimento al carattere innato della persona che insieme all’umore, alle abilita’ motorie e alla capacita’ di attenzione e di concentrazione determinano inclinazioni naturali come la timidezza, l’aggressivita’, ecc. che originano dal corredo genetico. Le influenze ambientali possono plasmare e modificare le inclinazioni naturali della persona, per cui la personalita’ emerge dall’interazione e dall’integrazione del temperamento della persona con l’ambiente. Per capire il perche’ ci troviamo a mettere in atto sempre gli stessi comportamenti quando incontriamo un narcisista piuttosto che riconoscerlo e tenercene alla larga, significa che probabilmente vengono attivati alcune modalita’ di comportamento o schemi disadattivi tra cui i piu’ comuni sono:
- Sfiducia e sottomissione: di solito chi si identifica in questo schema presenta un a storia personale in cui il bambino che si e’ stati e’ stato sfruttato, non protetto o maltrattato. La conseguenza di questo e’ che di fronte a persone manipolative o svalutanti e’ quella di sottomettersi negando i propri sentimenti e piegarsi a quello che che viene richiesto, nonostante si provi un forte dolore. Chi ha vissuto queste esperienze infantile, quando incontra un narcisista controllante o svalutante, riattiva inconsapevolmente questi antichi ricordi insieme alle reazioni conosciute di sottomissione.
- Inadeguatezza e standard severi: tale schema risulta dalla combinazione della percezione di inadeguatezza e di standard di valutazione molto severi che ha portato a sentirsi, inadeguato e mai all’altezza delle aspettative. L’adulto che rientra in questo schema e’ stato un bambino buono e accomodante, che ha sempre soddisfatto le aspettative delle persone a lui care per ottenere accettazione e amore. Nel presente di fronte ad un narcisista critico e rifiutante, questo adulto fara’ di tutto per essere un compagno, college, amico perfetto, a costo di svalutarsi e adattarsi, mettendo da parte il proprio dolore.
- Abbandono, deprivazione emotiva e auto sacrificio: questo schema e’ spesso messo in atto da chi si relaziona con un narcisista e di solito e’ riconducibile ad un adulto che da bambino non ha avvertito la possibilita’ di avere un adulto su cui contare, le persone affettivamente significative sono state percepite non disponibili. Di solito queste persone mettono da parte le loro esigenze e hanno una spiccata tendenza a prendersi cura degli altri pur di non perderli, cercando di godere di qualche briciola di affetto. Hanno una significativa difficolta’ nello sperimentare e avvertire la propria rabbia che viene coperta da un profondo senso di colpa. Nel rapporto con un narcisista questo tipo di adulto tiene ben nascosti i propri bisogni per paura di perderlo. Questi tre schemi possono presentarsi separatamente o anche insieme, dove uno si affiance o predomina sull’altro, sotto forma di multiple modalita’ di risposta.La psicologa Sandy Hotchkiss sottolinea che “per i narcisisti ogni tipo di competizione e’ un modo di riffermare la propria superiorita’, sebbene molti competano solo se si aspettano un risultato favorevole”. Le vittime di un narcisista si sentono intimiditi e non sicuri di nulla, la personalita’ del narcisista infatti gioca un ruolo importante nel determinare la dinamica relazionale poiche’ sa dove andare a colpire ma altrettanto fondamentale sono gli schemi di comportamento che le vittime mettono in atto nella relazione. Gli schemi disadattavi devono essere riconosciuti e disattivati per interrompere la relazione tossica con un narcisista, l’evitare qualunque contatto (no contact) e’ il primo passo ma non l’unico da intraprendere. Il liberarsi da una relazione disfunzionale implica assumersi la responsabilita’ dei propri comportamenti come adulto e non colpevolizzare esclusivamente il narcisista perche’ questo non consente di liberarsi dal ruolo di vittima e dalla possibilita’ di incappare nuovamente in una relazione disadattava, maturando modalita’ di risposta sane ed assertive. La psicologa W.T. Behary suggerisce il seguente metodo per individuare gli schemi disadattavi e per aiutare a liberarsi dalla relazione tossica:
- Identificare i propri schemi: abbandono, inadeguatezza, auto sacrificio e sottomissione.
- Effetti dei propri schemi: mi prendo la colpa, mi sento inadeguata e credo che sia meglio mettere i miei bisogni in secondo piano e stare in silenzio piuttosto che parlare apertamente e magari sbagliare, riaschiando cosi’ di rimanere sola.
- Le modalita di coping (reazione): cedere ed evitare
- La realta’: non e’ colpa mia perche’ entrambi (narcisista e vittima) abbiamo un ruolo nella relazione. Riconoscere la possibilita’ di assumersi la responsabilita’ delle proprie azioni e il fatto di essere soli pur vivendo una relazione poiche’ non e’ possibile esprimere i bisogni ed instaurare un dialogo paritario e un ascolto attivo.
- Messaggio sano assertivo: non voglio farmi trattare piu’ in questo modo anche se l’altro non aveva intenzione di ferirmi (l’ha fatto in buona fede)
- Fare leva per il cambiamento: riconoscere di avere la possibilita’ di chiudere la relazione e di comunicarlo non come forma di minaccia ma come una scelta se la relazione non cambia.
- Il/la narcisista hanno la formidabile capacita’ di intossicare le emozioni e la capacita’ di analisi delle persone con cui si relazionano, fanno sentire il proprio partner come il prescelto, lo ricoprono di attenzione nel periodo iniziale della relazione a patto che il faro dell’attenzione sia puntato sempre su di lui/lei, che si annuisca ai suoi discorsi sempre interessato lasciando al narcisista tutto lo spazio per esibire la propria persona. Quando si rilevano tali comportamenti e’ indispensabile far suonare il proprio campanello di allarme interno per rendersi conto che ci si trova in una condizione di pericolo da cui prima si esce e prima si evita di rischiare di precipitare nella spirale della svalutazione e del dolore.
- Bibliografia:
- Sandy Hotchkiss, Why is it always about you? The seven deadly sins of narcissism, reprint edition, Free Press, NY 2003
- Wendy T. Behary, Disarmare il narcisista, Ist. di scienze cognitive editore 2012
Buon pomeriggio. Sono la vittima di un narcisista (ex-marito) quasi 30 anni. Vorrei maggiori informazioni su narcisismo. Grazie in anticipo! SILVIA, Moldavia.