Roma 30 luglio 2015
a cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a RomaLa personalita’ liquida fa riferimento ad un tipologia di persona che si caratterizza per costante insoddisfazione, per la continua ricerca del compagno ideale, di una persona che “la possa far stare bene”, di qualcuno che dia significato alla propria vita. Le personalita’ liquide sono sia uomini che donne e si riconoscono perche’ attribuiscono al partner la responsabilita’ di definire la loro identita’, instaurando un rapporto simbiotico che richiede una dedizione assoluta e continua. Per comprendere meglio questo tipo di personalita’ prendiamo come esempio l’acqua e la bottiglia, la personalita’ liquida e’ come l’acqua, non ha una propria forma ma assume quella del suo contenitore con cui sta in totale contatto e che conferisce al liquido una identita’ attraverso la forma della bottiglia. In riferimento a questo esempio, l’acqua senza bottiglia si disperderebbe e non avrebbe confini, per cui non puo’ fare a meno della bottiglia. La personalita’ liquida nutre verso chi la contiene sentimenti ambivalenti, poiche’ da un lato le da forma e le consente di esistere dall’altro la limita. Se rinunciasse al suo partner contenitore perderebbe la propria unita’ ed identita’ e verrebbe travolta dalla paura del vuoto. Si caratterizza per il desiderio di assumere potenzialmente qualunque forma, come se volesse mantenere quel senso di onnipotenza infantile secondo cui tutto e’ possibile, non volendo prendere in considerazione la realta’ con i suoi limiti e le frustrazioni che questi inevitabilmente generano. Gode della fantasia di prendere forme diverse a seconda del partner e allo stesso tempo gli/le delega il compito di dare un senso alla propria vita. Tale soluzione apparentemente ideale e’ di breve durata e di scarsa efficacia perche’ la personalita’ liquida, alla continua ricerca della propria identita’, ha bisogno di differenziarsi dal partner, per scongiurare il rischio di confondersi con i limiti del proprio contenitore. L’esito di questa situazione e’ una condizione di permanente infelicita’ poiche’ la personalita’ liquida non riesce a vivere da sola ma neanche in una relazione simbiotica pur desiderandola spasmodicamente, tale condizione richiama il vecchio adagio ne’ con te ne’ senza di te. Alla base di questo processo vi e’ il desiderio di ricreare il modello relazionale madre neonato, la personalita’ liquida = neonato, si aspetta amore e benessere immediato per soddisfare le proprie richieste. Chiaramente qualunque relazione d’amore, anche la piu’completa non sara’ mai all’altezza di questo ideale ormai fuori tempo e appartenente ad un passato remoto, che si ostina ad attualizzare pur non essendoci piu’ i presupposti. Ogni relazione per quanto soddisfacente, non sara’ mai “tanto perfetta” da avvicinarsi a quell’ideale di assoluta disponibilita’. Non a caso per la personalita’ liquida piu’ che l’altro e’ importante quanto puo’ rispecchiarsi narcisisticamente nella vita dell’altro e nelle sue azioni pur rifuggendo allo stesso tempo l’intimita’ di una relazione. La personalita’ liquida puo’ essere sia attiva che passiva, sia chi ricopre il ruolo di contenitore che di contenuto, a ben vedere anche il contenitore ha il suo tornaconto narcisistico poiche’ gli e’ affidato il ruolo indispensabile di contenere e dare un senso al contenuto. La funzione del contenitore assume significato solo rispetto al suo contenuto, entrambi sono complementari, l’identita’ dell’uno e’ legata alla definizione di quella dell’altro ma entrambi presi singolarmente, mancano di una identita’ propria e non affrontano la sfida della definizione di se’. La via per uscire dalla condizione di mancanza di identita’ non e’ quella di incontrare il partner ideale ma di ricercare un nuovo modo di rapportarsi a se stessi e agli altri, affrontando quello che Racamier definisce il “lutto originario” . Questa nuova condizione consente di tollerare la frustrazione di avere dei confini che definiscono l’unicita’ e limitano le potenziali infinite forme che l’identita’ potrebbe assumere, inoltre spianera’ la strada per riconoscere le emozioni e dare valore alla propria identita’ instaurando legami adulti con gli altri. E’ possibile considerare la personalita’ liquida non solo come un disturbo della personalita’ ma anche come una forma di adattamento, sviluppata nell’odierno periodo storico che si caratterizza per la velocita’ di passare da un desiderio all’altro, per relazioni fugaci che si rompono e sostituiscono con altrettanta velocita’, per la paura del vincolo affettivo e per una scarsa propensione ad aprirsi ed impegnarsi nella conoscenza dell’altro, unica base per creare una coppia stabile e durevole.Bibliografia: M.G. Antinori, La personalita’ liquida, una forma di confusione narcisistica tra interno ed esterno, www.psicoanalisi .it Bauman, Amore liquido, Editore Laterza 2006 P.C. Racamier, Gli schizofrenici, Raffaello Cortina Editore, 1983
Il dott. Marco Salerno tiene gruppi di aiuto e sessioni di consulenza individuale a Roma per chi si sente vittima di manipolatori affettivi e soffre di dipendenza affettiva. Per chi risiede in altre citta’ italiane e’ possibile richiedere una consulenza via Skype.Per avere maggiori informazioni chiamare il 3474661496 o scrivere alla seguente mail: dottmarcosalerno@gmail.com www.manipolazioneaffetivaroma.it
Molto interessante questo abbinamento con la liquidità di Bauman e molto pertinente con i tempi