Roma 23 aprile 2023

A cura del dott. Marco Salerno

 

Control freaks, ecco cosa sono i narcisisti, ovvero dei maniaci
del controllo, perché controllo vuol dire dominio, che è ciò che
più conta per loro.
I soggetti affetti da questo disturbo patologico della personalità,
albergando nel profondo un’invincibile insicurezza, hanno
l’assoluta necessità di predare per non essere predati e perché
questa condizione si realizzi in ogni situazione della loro
esistenza, senza che mai possa verificarsi che siano loro a
ritrovarsi ad essere vittime, devono essere il cardine attorno al
quale tutto il mondo (il loro, almeno) gira.
Questo comporta che si circondino spesso di altri narcisisti, coi
quali instaurano rapporti di mutuo scambio si stampo
puramente utilitaristico, e di soggetti co-dipendenti, da cui trarre
quell’approvviggionamento che sappiamo essere la benzina, il
loro nutrimento principale.

Sono dei manipolatori, dunque tutte le relazioni che questi
individui creano sono forme di connessione interpersonale
insalubri, improntate non allo scambio empatico e al piacere di
condividere le amicizie, bensì aventi il solo scopo di diventare il
centro nevralgico di una rete, fatta però di rapporti
sostanzialmente uno a uno, per poter poi meglio mettere i vari
componenti gli uni contro gli altri, nella consapevolezza che fra
loro non si riveleranno mai apertamente.
Il narcisista esige che le persone del proprio entourage
comunichino pressoché esclusivamente con lui, sole attorno al
quale gravita tutto il suo sistema planetario.
E non sia mai che qualcuno lo contraddica, o metta
semplicemente in dubbio il suo verbo!
Il narcisista si presenta al mondo convinto di essere un
individuo superiore, cui non si può guardare che con assoluta e
incondizionata ammirazione.

Talvolta la vittima di un narcisista, ad un certo punto della
relazione, inizia a rendersi conto che il suo aguzzino ha
superato ogni limite nell’imporle la propria visione delle cose e
del mondo, tanto da farle perdere la sua integrità, obbligandola
a condividere valori e situazioni che mai prima si sarebbe anche
solo sognata di abbracciare e vivere. Ma spesso è troppo tardi.
Un individuo sano si batterebbe peraltro per difendere i propri
principi, lotterebbe per affermare la sua etica, mentre il
narcisista, per quanto possa usare tutte le prerogative possibili
per imporre agli altri la sua concezione dell’universo, in ogni
aspetto immaginabile, tuttavia, se gli torna utile, è disposto a
non battersi per questioni di principio, anzi apparentemente
nemmeno si offende. Ma questo, è bene sottolinearlo, solo se in
quel momento tale atteggiamento può procurargli qualche
tornaconto.
Un po’ come farebbe uno scacchista, pronto a sacrificare un
pezzo anche importante se, nella dinamica e nell’evoluzione del
gioco, intravede la possibilità che tale mossa gli assicuri un
futuro vantaggio di posizione in vista dello scacco matto finale.
Il narcisista d’altronde non si ferma davanti a nulla e a nessuno:
non rispetta quasi mai le regole, né quelle del gioco
interpersonale né tanto meno quelle generalmente applicate
alla comunità sociale.

La prepotenza gli si addice, poiché parte sempre dal
presupposto di base che a lui (o a lei) tutto è permesso, in
ragione di un’innata superiorità sugli altri individui.
Ovviamente la mania del controllo porta con sé che,
nell’instaurare un rapporto con le proprie vittime, sia
fondamentale per un narcisista porre loro per primo dei limiti, di
modo che non gliene vengano a sua volta imposti.
E lo fanno in maniera subdola, mettendo da subito le mani
avanti, dichiarando spesso, quasi menandone vanto, di essere

persone che danno poco, fredde, dalle quali è meglio non
aspettarsi troppo.
Cosicché la vittima co-dipendente, quando decide che pur di
tenersi accanto un soggetto simile preferisce rispettare tutti
questi piccoli e grandi steccati che paiono circondare il loro
partner narcisista, allorché quest’ultimo si mostra più affettuoso
e disponibile di quanto non avesse voluto far credere all’inizio,
prende la cosa come una sorta di regalo inatteso e perciò di
ancor maggior valore di quanto non sia in realtà.
Il non creare aspettative nell’altro rende preziose anche delle
piccole azioni che, agli occhi di un individuo che vive rapporti
sani, apparirebbero poco più del minimo sindacale.
Una strategia studiata a tavolino, sottile, astuta, grazie alla
quale il narcisista s’insinua a suo piacimento nella vita altrui, ma
difende strenuamente tutto ciò che riguarda la sfera intima della
propria.
È chiaro che deve trovare un partner che si lasci manipolare in
tal modo, ed è a tale scopo che studia attentamente la vittima
potenziale prima di tendere la sua rete, la sua perniciosa tela di
ragno.

 

Credits: www.pierandreapriolo.it

Bibliografia: Bibi Hayworth, 7 anni di buio, Amazon