Roma 15 maggio 2022
A cura del dott. Marco Salerno
“Io sono io. Tu sei tu.Io non sono al mondo per soddisfare le tue aspettative.
Tu non sei al mondo per soddisfare le mie aspettative.
Io faccio la mia cosa. Tu fai la tua cosa.
Se ci incontreremo sarà bellissimo;
altrimenti non ci sarà stato niente da fare.”
F. Pearls
La definizione dell’amore di F. Pearls , psichiatra, psicoanalista e psicoterapeuta
tedesco, credo sia una delle descrizioni più illuminanti e autenticamente sane di
cosa si intende per amore. Amore inteso come l’incontro di due individualita’,
con le proprie caratteristiche e particolarità che scelgono di incontrarsi ma non
hanno bisogno l’uno dell’altro ma si cercano solo se c’e’ un effettivo rispetto
reciproco, senza costrizioni ed aspettative. Quando questo non e’ possibile ci si
saluta senza rancore e senza rabbia, perché evidentemente le due persone non
erano fatte per stare insieme. Questa descrizione dell’amore e’ molto lontana da
come oggi si vive il sentimento dell’amore, intriso di retorica e di fantasia, di
labbra gonfie e muscoli tesi, ammiccamenti e seduzione, dove il sesso diventa la
strada per cercare di esprimere un sentimento che appassisce sul nascere. Ogni
essere umano ha bisogno di vicinanza fisica ed emotiva, di condividere la vita ma
spesso l’amore oggi si riduce ad una per dipendenza affettiva, a violenza e ricatto
per paura di restare soli, perche’ non si conosce un altro modo di amare o perche’
non si e’ mai stati amati in modo sano.
La cosiddetta “fame di amore” origina
nell’infanzia e nel rapporto con i genitori; e’ riconducibile ad uno schema affettivo
in cui l’amore e’ moneta di scambio per ottenere qualcosa in cambio e non e’ un
sentimento disinteressato e gratuito. Questo genera una profonda paura di non
essere amato e crea una serie di previsioni che si autoavverano, la mia autostima
dipende dal riconoscimento che l’altro dà del mio valore per cui vivro’ sempre in
un rapporto di dipendenza emotiva. L’ansia caratterizza la mia vita e ho poca
fiducia in me, non mi rispetto come persona e consento a chi mi sta vicino di non
rispettarmi a sua volta. Insomma, amare diventa un’impresa e consuma ogni
energia, saro’ sempre concentrato su quello che l’altro fa per me o pensa di me
ma daro’ poca attenzione a quello che provo io. Il contatto con il mio mondo
emotivo e’ scarso o nullo, per cui non sono in grado di distinguere quello che provo io e quello prova l’altro.
Come si dice in gergo psicologico, proietto sul
partner aspetti ed emozioni mie e credo che invece appartengano a lui.
Molte persone vivono l’ “ansia da felicita’”: sono piu’ impegnate a cercare di
essere felici piuttosto che a chiedersi di cosa hanno davvero bisogno. Per porsi
questa domanda e’ necessario fermarsi e questo comporta sentire il vuoto e il
dolore che si porta dentro chi fugge e cerca nell’altro la soddisfazione dei propri
bisogni.
Per amare in modo autentico e libero da congetture, ansie e proiezioni dobbiamo
conoscerci e sviluppare il contatto con il nostro mondo emotivo interiore, iniziare
a dare un nome a quello che proviamo, a non vergognarcene e soprattutto ad
assumerci la responsabilità dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. L’amore
non e’ fusione e annullamento, amare non significa che l’altro deve soddisfare le
nostre aspettative o leggere nel pensiero quali sono i nostri bisogni, amare e’
condivisione e ascolto reciproco.
Un amore tossico lo si riconosce subito perché fa
sentire sempre in colpa, e’ soffocante e non lascia spazio all’individualità’ (se mi
ami non fai questo o rinunci a quest’altro), ci si sente sempre giudicati, non c’e’
fiducia e accettazione ma critica e disprezzo. In un rapporto del genere la propria
autostima e’ logorata continuamente, l’idea che abbiamo di noi stessi e’
compromessa e ci sentiamo succubi della volontà altrui. La presenza del partner
e’ un’ombra che incute timore, abbiamo paura di parlare e di dire ciò che
pensiamo. Il nostro valore vacilla fino al punto di metterlo in dubbio. La
responsabilita’ di una relazione tossica non e’ solo del partner “aguzzino” ma
anche della vittima che spesso crede di meritarsi questo trattamento e non riesce
ad uscirne. Se si accetta questa dinamica, essa si radicalizza sempre piu’ fino a
diventare la norma, arriveremo a pensare veramente di non valere niente e di
essere degli incapaci. Una bassa autostima conduce a rinunciare ad ogni
confronto. Ormai rassegnati si evitano discussioni per paura delle reazioni del
partner. una parola fraintesa puo’ innescare una reazione violenta e una forte
colpevolizzazione (e’ colpa tua se reagisco cosi’). Paradossalmente la vittima con
il passare del tempo aumenta la dipendenza verso il carnefice e accetta le sue folli
regole, pensando che abbia ragione. Una bassa autostima conduce a tutto questo,
a rinunciare a vivere senza rendersene più conto. La violenza psicologica si basa su
dinamiche subdole e manipolatorie, il loro effetto e’ quotidiano e reiterato nel
tempo, fino al punto in cui la vittima crede che questa sia la sola realtà in cui
vivere. In queste relazioni qualunque cosa si faccia non e’ mai abbastanza.
Quando la vittima accontenta il suo carnefice in ogni desiderio, non basta mai per
cui accumula frustrazione, senso di inefficacia e sensazione di fallimento. Chi ha
una bassa autostima confonde la possessività con l’interesse autentico verso
l’altro; una relazione tossica si distingue per una gelosia ossessiva che non ha
ragione di esistere; ogni rassicurazione del partner e’ inutile. Le vittime credono di
meritarsi questi trattamenti, pensano che questo sia il massimo che possono
ottenere dalla loro vita. Alla base di questa visione di se’ c’e’ una scarsa
consapevolezza della propria persona e l’inconsapevolezza che per amare
qualcuno dobbiamo prima amare noi stessi, accettarci per come siamo e non per
quello che crediamo di dover essere.
Come posso aumentare la mia autostima per uscire da una relazione tossica?
1) Inizia a scrivere un diario in cui annoti tutto quello che ti piace e non ti
piace di te, annotando le tue caratteristiche che aumentano o ostacolano il
tuo amor proprio
2) Richiama alla tua mente una situazione in cui ti sentivi soddisfatto e rivivi le
sensazioni positive che hai provato
3) Pensa cosa sei capace di fare e cosa vuoi migliorare di te
4) Ricordati che hai il diritto di essere felice
5) Chi ti ama vuole la tua felicita’ e non vuole farti male
6) Assumiti la responsabilita’ delle tue scelte
7) Nessuna situazione e’ definitiva, se lo pensi sei tu che ti stai ponendo un
limite
8) Scrivi su un foglio di carta tutte le situazioni che ti hanno fatto perdere
fiducia in te stesso e aggiungi anche quanto vuoi continuare a permettere
che queste situazioni continuino a sabotarti.
9) Impara ad essere egoista in modo sano dedicandoti maggiormente a te
stesso piuttosto che ad esaudire i desideri altrui e a compiacere l’altro nella
speranza che ti voglia bene o ti ami. L’amore e’ gratuito e non si compra o
paga.
10) Impara a dire NO alle richieste che non condividi
11) Vivi nel presente perche’ il passato non puoi cambiarlo ma solo
comprenderlo e il futuro lo prepari nel presente che e’ l’unico tempo in cui
possiamo agire.
12) Stabilisci confini e rispettali
13) Ascolta il tuo corpo e le tue sensazioni
14) Comprendi e rispetta i tuoi bisogni
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