Il narcisismo è un aspetto della personalità che si snoda lungo un continuum, ad un estremo sono presenti i tratti narcisistici sani che coincidono con un equilibrato amor proprio, all’altro invece troviamo il disturbo narcisistico di personalità che coincide con una percezione grandiosa di se e una totale mancanza di empatia. Il narcisista è una persona profondamente convinta che i suoi interessi, le sue priorità e opinioni più importanti di quelle di chiunque altro, pur sembrando a volte in pubblico pacato e compassato, in privato assume un atteggiamento prevaricante ed egocentrico. Vive spesso in un mondo immaginario, popolato da fantasie di successo e di amore illimitato ma non si mette in gioco per realizzarle. Crede di essere unico e speciale, solo persone altrettanto speciali possono comprenderlo. Ha continuamente bisogno di essere ammirato e non riesce ad ascoltare attentamente i discorsi di chi lo circonda perché ha bisogno di stare sempre al centro dell’attenzione. Il sentirsi su un piano diverso rispetto alle persone comuni fa credere al narcisista che il rispetto delle regole, l’impegnarsi e il mettersi in gioco in prima persona non lo riguarda poiché lui è al di sopra di queste cose da cui si sente esentato. Tende a sfruttare le persone senza provare alcun senso di colpa o rimorso e adotta spesso un atteggiamento manipolatorio dal quale cerca di trarre il massimo beneficio con il minimo sforzo. Incapace di provare empatia, è chiuso nel suo delirio di grandiosità, mostra una attenzione superficiale all’inizio delle relazioni per poi provare un totale interesse.
Invidioso e arrogante, giudica tutti con facilità destabilizzandone l’autostima poiché non accetta che qualcuno possa essere migliore di lui. Può essere una persona molto interessante ad un primo approccio, appare amabile, seducente e sembra mettere al primo posto la persona con cui ha stabilito un contatto. compiace la propria partner in ogni modo, la fa sentire unica, perfetta, la ricopre di attenzione, le fa regali, sembra quasi che sia disposto a fare tutto per averla accanto. Il partner crede di aver incontrato l’uomo o la donna dei propri sogni anche se ben presto tutto ciò inizia ad assumere toni ben diversi. appena il narcisista si sente sicuro del rapporto, dopo il matrimonio, convivenza o la nascita dei figli, non ha più motivi per sforzarsi di essere quello che non è. A questo punto sente la propria partner come una parte di se, una sua estensione e non ne riconosce né l’individualità né i bisogni.
Crede di essere una persona speciale, fuori dagli schemi a cui deve essere riservato un trattamento particolare e deve avere sempre la meglio in tutte le situazioni. Quando parla di se usa termini grandiosi, si auto elogia continuamente ma chi lo ascolta ha sempre l’impressione che non dica completamente la verità. Non tollera che qualcun altro possa essere felice o stare meglio di lui a meno che non sia lui stesso ad aver determinato piacere e contentezza. Più la relazione si approfondisce minore è la sua disponibilità a mettersi in gioco nel rapporto, si ha la marcata sensazione di essere soli, e che sia emotivamente distante. Sostiene sempre di non essere compreso dagli altri ma dimostra poca empatia e propensione ad ascoltare con attenzione soprattutto nei momenti di difficoltà. Lentamente le sue osservazioni e critiche vengono interiorizzate da chi gli è accanto fino al punto di non riuscire più a distinguere se sono vere oppure frutto della fantasia, uno dei comportamenti più spiccati del narcisista è quello di volere avere la meglio sul proprio interlocutore anche a costo di mentire e di denigrarlo. Raramente si scusa e chiede perdono per i suoi gesti distruttivi e manipolatori, frequentemente parla male del proprio partner o lo dipinge come una persona psicologicamente instabile e bisognosa di aiuto. Non tollera alcuna critica e reagisce in modo violento o spacciandosi per vittima, spesso è geloso e invidioso, descrive il proprio passato come una “età dell’oro” durante la quale ha conseguito risultati eccellenti pur non avendone mai dato alcuna prova. Limita notevolmente la vita sociale all’interno di una relazione e non sopporta che il suo partner possa ricevere elogi o apprezzamenti maggiori di lui, non essendo capace di instaurare relazioni intime con altre persone. Fugge ogni qual volta si deve confrontare, rifiutando di affrontare i problemi, di instaurare una relazione intima ed emotivamente coinvolgente. Alterna comportamenti aggressivi ad altri superficialmente empatici per farsi perdonare pur non provando un reale desiderio di scusa o un affetto autentico. La sua comunicazione può essere o particolarmente prolissa, il cui unico obiettivo è quello di avere ragione oppure può apparire taciturno ed intervenire sporadicamente per criticare o sminuire. Incapace di chiedere aiuto, reputa “colpevoli” gli altri del proprio malessere, cercando di distorcere la percezione della realtà in funzione del proprio soddisfacimenti. La vittima del narcisista avverte un forte senso di impotenza poiché ha l’impressione di non essere capace di farsi capire nonostante tutti gli sforzi che mette in atto. Ogni tentativo di migliorare la situazione viene sabotato completamente e la vittima avverte una significativa perdita di energia e di forza vitale quando è vicino al narcisista mentre quando è distante riacquista consapevolezza della situazione e forza.
Quando ad essere così sono il proprio figlio e la propria madre? In verità in mia madre i tratti narcisistici saltano agli occhi, in mio figlio sono meno marcati, ma per lui mi sento responsabile. Inoltre mia madre posso tenerla a distanza, ma lui no, ha 22 anni, ma non posso e non voglio allontanarlo. Possono giovare dei gruppi di sostegno? Non credo che mio figlio vorrebbe partecipare, ma forse potrei trovare uno straccio di direzione, visto che sono totalmente sconfortata. Sono cosciente dei miei traumi da quando tentai il suicidio a 25 anni, dev’essere in quel periodo di terribile depressione e crisi esistenziale che devo aver creato ferite affettive o emotive in mio figlio, lui aveva 3 anni. Non so che pesci prendere, con la psicoterapia ho affrontato, o almeno tentato di affrontare, il danno di una madre matrigna, ma non posso applicare le stesse dinamiche ad una creatura che ho portato io in questo mondo, ho paura per il suo futuro, mi sento in colpa. Grazie, se potrà darmi qualche consiglio, le sarò davvero grata.
Un storia con tanti perché…lui 52 anni, bell’uomo brizzolato ed elegante che fa il cassiere del bar e fa il pavone con tutti/e per risultare al centro dell’attenzione. Io 38 anni, bella ragazza che aveva chiuso il suo cuore da alcuni anni, che inizia questo nuovo lavoro a maggio 2013 come assistente in un contesto importante e che si lascia ammaliare dalla simpatia di quest’uomo che pian piano la invita a uscire, le chiede il cellulare, la invita alle terme, fa il carino e le si avvicina con garbo. Mentre ero in macchina in viaggio per le vacanze estive mi chiama per dirmi che non ero passata a salutarlo…ripeto sempre sms carini e simpatici che riprendono a settembre. Stesso copione tutte le volte che andavo al bar nel chiedermi quando saremo usciti, che aveva aspettato la mia chiamata che sapeva non sarebbe arrivata e della serie “tu non uscirai mai con me!”, sempre in modo complice-scherzoso ma mai senza invitarmi direttamente.
Alla fine sono io che mi sento attratta da lui e che volevo darmi una possibilità con un bell’uomo che mi corteggiava in un novembre triste e soltanto lavorativo.
Il venerdì gli propongo il cinema e la domenica alla fine sono io a inviargli un sms “E allora?” . Lui mi chiama quasi incredulo e mi dice che finito il turno alle 16.00 sarebbe passato a prendermi. Molta emozione e quando è venuto era impacciato perché non sapeva a che cinema portarmi (sotto casa mia c’è un multisala!). Con il navigatore arriviamo ad un cinema che lui aveva visto passando e poi dopo il cinema, dove sembravamo due che si conoscevano da tempo e dove si era limitato a sorridermi e a sfiorarmi la gamba, era ancora presto e mi chiede di prendere un aperitivo. Lui era un pesce fuor d’acqua in quel posto pieno di ragazzi e capisco da più cose che non era abituato a uscire i sabato sera. A me sembrava strano che non ci provasse e così vicino casa mia mi lancio in un bacio che ricambia e a cui seguiranno altri baci. Lui si insinua nella mia mente e durante la settimana ci vedevamo in posti nascosti e lui a chiedermi quando avremmo “consumato”. Il linguaggio è quello di una persona con un livello culturale medio e si può giustificare. Il sabato sera mi invita a casa sua e ci tiene a ribadire che ero la prima donna ad andare in questa casa dove lui era in affitto da maggio scorso. Mi dice anche che un suo vicino gli voleva presentare una ragazza ed ora nel vederci salire le scale era sorpreso di vederlo con una donna. Entro in casa e dell’uomo piacione e simpatico al lavoro vedo un uomo solo che mi aveva preparato la cena e con cui ho trascorso la notte a casa sua come se fossimo una coppia con grande confidenza. Il lunedì parto e ci inviamo sms per una settimana. Torno al lavoro e mi invita a casa sua con cena comprata in un ristorante dove mi dice che non tornava da tempo, quasi con sguardo malinconico, e poi mi inizia a raccontare della sua ex che l’aveva tradito con il vicino di casa, del fatto che non avevano voluto avere figli e che i suoi colleghi di cui parla sempre male non sapevano niente di lui. Senza dilungarmi molto dico che dopo le cene e notte romantiche con intesa sessuale è passato a inventarmi scuse pur di non vedermi i fine settimana e cercando di dilazionare sempre di più gli incontri e le andate a casa sua. Il suo atteggiamento mi insospettisce e gli chiedo come mai non aveva desiderio di vedermi e lui si giustifica dicendo che aveva turni di lavoro che lo stressavano, che per lui non cambiava nulla se non mi poteva vedere un giorno, che potevo partire per le vacanze di Natale (non si è fatto vedere per i tre giorni precedenti la mia partenza e invece mi chiamava per accertarsi che fossi arrivata a casa dei miei) tanto lui non avrebbe fatto niente di speciale. Se lui avesse avuto donna non mi portava a casa sua! In effetti ho scoperto che non era sposato come avevo pensato. Io intanto mi ero sporta verso di lui e gli dicevo che stavo bene con lui e cercavo di vivere una quotidianità sempre molto discreta. La notte di Natale lo chiamo ed era a casaLa cosa che più mi la notte di Capodanno mi chiama dopo la mezzanotte, lo sentivo durante la giornata e mai un sospetto che facesse altro. Solo un paio di volte aveva il cellulare irraggiungibile la sera ma dopo mi richiamava. La cosa che mi ha iniziato a insospettire è stata quando dovevo tornare dopo le vacanze e lui era freddo tanto che l’ho chiamato io il giorno dopo il mio rientro per dirgli se ci vedevamo. Lui mi accoglie freddamente, andiamo a fare un gelido giro in spiaggia e lui distante, senza emozioni (non ha mai avuto grandi slanci e non abbiamo mai approfittato dello stare nello stesso posto di lavoro, anzi!). Andiamo a casa sua gli do due regalini e lui non sembra apprezzare e alla mia domanda se gli ero mancata mi guarda male e mi dice un secco no. Dopo si rasserena e andiamo a letto dove giustifica il fatto di non avere consumato molto il rapporto perché non mi vedeva da 20 giorni. Dopo mi fa capire che è meglio che mi accompagni a casa. Da lì 20 giorni senza vedersi fino al giorno prima del suo compleanno a cui chiedo io di vederci perché mi faceva piacere festeggiare con lui. Lui ripete il copione: spiaggia, sguardo perso nel vuoto, anaffettivo, sms a cui non risponde, casa sua, rapporto veloce e poi casa…il giorno dopo, suo compleanno, nemmeno un invito o un caffè ma la scusa che festeggiava a casa del fratello che abita vicino a lui e dove va spesso. Io ci rimango male ma non voglio opprimerlo…durante questi 20 giorni, febbre eterna, scuse per non farmi andare lì il fine settimana, freddezza sul lavoro e distacco. In tutto questo si intensifica quello che avevo sempre notato: lui era sempre al telefono (solo una volta mi passò la nipote per presentarmi come la fidanzata), alcune volte a litigare e si giustificava dicendo che era con uno dei tanti nipoti che gli doveva dare dei soldi) sms che riceveva e inviava e quando entravo riagganciava. Il sospetto l’ho sempre avuto che lui stesse al telefono con donne perché lui amava farsi vedere dai colleghi come il grande corteggiatore e, in questa sua evidente tattica di allontanamento per indurmi a mollare, la situazione mi era parsa più evidente. Una volta si giustificò dicendo che lo chiamava un gestore telefonico per le promozioni, altre scuse, etc. La molla nel mio cervello da donna non desiderata, come avevo fatto presente a lui, mi scatta quando ero in cassa e continuava a squillare il suo cellulare e lui non poteva rispondere. Io gli ho preso il cellulare di fronte a tutti, compresi i colleghi e persone molto importanti del nostro ambiente, e corro via verso il corridoio. Lui mi insegue per riprendersi il cellulare mentre io lo stavo sbloccando. Dopo sono ripassata da lui e gli ho dato dello str…e un bel vaffa. Lui si è sentito ferito a morte e umiliato sul posto di lavoro. Ne abbiamo parlato al telefono ma lui non mi vedeva più come la ragazza che aveva conosciuto perché con quel gesto avevo messo tutto in discussione. Cosa a quel punto? Ho sofferto molto, gli ho scritto una lettera per scusarmi, lui ha continuato a rimarcare il mio gesto (credo di avergli offerto un alibi su un piatto d’argento!),per ben tre mesi entravo al bar e lui mi guardava male e usciva dai luoghi dove ero anch’io. Io mi sono allontanata per un paio di settimane e quando sono ritornata con il mio capo lui ha visto che ero tranquilla ed è rimasto al suo posto. Nessun saluto, molta freddezza, io non l’ho proprio considerato perché avrei alimentato narciso, lui con i suoi soliti atteggiamenti e che cambiava corridoio se mi vedeva fuori dal bar. Un gioco al massacro che a me è costato la serenità al lavoro, 5 kili e la sana psicoterapia. Lui, dopo 4 mesi si è deciso prima a salutarmi e poi ad avvicinarsi perché giorni fa è andato via. Mi ha voluto fare presente che lui aveva pensato di aver trovato la ragazza in quel posto, che aveva invitato solo me a uscire (bugia perché l’ha fatto con una mia nuova collega che non sa nulla della nostra storia ma non il cellulare), a cui ha chiesto il numero. Io avevo avuto tutto secondo lui e ho invece voluto credere a quello che mi dicevano gli altri (chi? Credo i suoi colleghi che lo dipingono come quello che ha occhi per tutte). Una marea di accuse per sentirsi in pace con se stesso. Ma io gli ho detto che la mia reazione era stata determinata da una serie di emozioni nuove che stavo vivendo in un rapporto adulto, che avevo intuito la sua trascuratezza nei miei confronti (e lui a confermarmi che era un’idea mia) che non sarei mai stata con lui se avessi pensato che usciva con altre e alla fine l’ho anche abbracciato spiazzandolo, credo. Lui mi ha detto che non vuole la trombamica, che non crede nell’amicizia post relazione, che lui mi aveva dato tutto,che mi aveva portato a casa sua, che anche l’intimità tra noi sembrava andasse bene. Voleva essere rassicurato e avere conferme e io due giorni dopo sono passata al bar dove lui stava per andare via e dove mi aveva chiesto se passavo quando l’avevo incontrato un paio d’ore prima. Gli ho restituito il saluto nel posto dove si era svolta la scenata, di fronte ai suoi colleghi, un bacio con un arrivederci e lui che mi saluta con un “ci sentiamo”.
Finisce così questa storia dolorosa, dove non mi sono sentita più desiderata, dove ho visto un uomo in fuga da me ma è convinto che sia stata io a rovinare tutto, con un uomo attaccato al cellulare e poco empatico nel reale (ho quasi preso sempre io l’iniziativa), un 52enne che ti dice quasi subito di volere dei figli e una convivenza da te, un ragazzo cresciuto che ha bisogno di sicurezze indossando una divisa e facendo il cascamorto con tutte. Io adesso lo vedo nella sua fragilità, come lo sono anch’io, e non posso che accettare che lui non mi voglia. E come ho detto anche a lui, lo devo ringraziare perché mi ha fatto capire di avere degli obiettivi! Mi manca tanto, anche il gioco che c’era al lavoro nel bene e nel male, perché la mia anima in qualche modo e per poco tempo ma allo stesso tempo,un tempo infinito, ha comunicato con la sua.
Adesso la mia risposta: mai farsi abbagliare dall’apparenza!
Lei cosa ne pensa Dottore? Le sarei grata se mi potesse dare una suo parere
Caro dottore in questo articolo leggo la descrizione della mia esperienza con mio marito, da cui sono da poco separata. Abbiamo due figlie di 21 e 26 anni. La prima vive con il suo compagno. L’altra vive con me, studia. Quando sarà possibile chiederò il divorzio, non voglio più aver nulla a che spartire con lui. Difficile che trovi un’altra compagna, essendo un essere completamente passivo e privo di iniziativa. Se non troverà una compagna che si occupi di lui, chi se ne prenderà cura? Le figlie?
Lui parla male di tutti alle spalle e non permette a nessuno di criticarlo. Lo ha fatto con i suoi parenti, con me, ma l’ho saputo da poco, con gli amici, che non so se l’hanno scoperto, con i vicini di casa che ovviamente non lo sanno se non glielo dico io.
Chiedo lo farà anche con le figlie ora che lui si stacca da loro e che cominciano ad avere dei compagni fidanzati? Come si porrà con i compagni delle figlie? Seguirà gli stessi schemi?
Ha sempre detto che non voleva fidanzati in casa se non erano storie serie. E infatti la prima figlia non ci ha portato nessuno. Solo su mia richiesta poco prima della separazione, avendo saputo che aveva un ragazzo e che progettava la convivenza, le ho chiesto di farmelo conoscere e lo invito a pranzo la domenica. L’altra sembra non avere alcuna storia.
Io penso che resterà solo , perché non accetta la logica del gruppo. Siamo vissuti isolati, solo dopo aver deciso la separazione, io ho ricominciato ad avere una vita sociale, lui non ha quasi nessun rapporto.