Roma 30/06/2025
A cura del dott. Marco Salerno
Può suonare paradossale, ma anche i narcisisti provano un
sentimento che apparentemente sembra lontanissimo
dall’immagine che in genere si ha di loro, ovvero il senso di
colpa.
Ci si potrebbe chiedere coma possa un individuo, che è in
grado di passare sopra tutto e tutti pur di raggiungere i propri
obiettivi senza farsi scrupolo del danno che può arrecare al
prossimo, viceversa avvertire dentro di sé quella vocina che lo
accusa di essersi comportato male.
Ebbene, non deve sorprendere che il disturbo narcisista
comporti per chi ne è affetto un pur celato sentimento di
riprovazione verso se stessi, e dunque verso le proprie azioni
negative.
Come ben sappiamo il narcisista passa la sua intera esistenza
tentando di nascondere, in primis a se stesso, e di
conseguenza agli altri, il grande vuoto e il buco affettivo che
sono all’origine della propria personalità disturbata.
Il principale problema di un soggetto narcisista non è non
sapere di avere un problema, ma piuttosto di non volerlo o
saperlo affrontare, seguitando a proporsi come vincenti,
arroganti, sicuri di sé, a manipolare il prossimo per
approvvigionarsi di quel nutrimento egotico di cui hanno vitale
bisogno, proprio per evitare che qualcuno possa mai scoprire la
loro intima e insita debolezza e insicurezza profonde.
Quindi, allorché il narcisista provi un pur vago senso di colpa,
tende ad allontanarlo da sé invece di rifletterci ed elaborarlo, e
di conseguenza cerca una sorta di capro espiatorio su cui
riversarlo, deviando su di esso le ragioni (e identificandolo come
la causa) degli effetti negativi di comportamenti che invece sono
ascrivibili a lui, il narcisista stesso.
Celare, mentire, simulare: sono questi gli istintivi atteggiamenti
del narcisista.
Egli rappresenta una contraddizione vivente, una sorta di
equilibrista in precario assetto fra il proprio io interiore, dove
giace sepolto (ma non troppo) tutto il senso di inadeguatezza
che si porta appresso generalmente sin dall’infanzia, e il proprio
aspetto esteriore, quell’apparenza che deve destare sempre
l’impressione di essere tutt’al contrario un esempio di
impermeabile inattaccabilità, o di grandiosa vocazione al
successo.
Eppure i narcisisti non mancano di temere di far male al
prossimo, a chi sta loro vicino (cosiddetto senso di colpa
altruistico), ma non appena questo sentimento li punge, lo
allontanano per non affrontarlo, anzi in qualche modo cercano
di far ricadere la colpa (che sentono di sottofondo nel cuore)
sulle loro vittime, manipolate e indotte a credere che la realtà
sia quella che il carnefice propone loro.
D’altronde la colpa, a differenza della vergogna, riguarda ancor
più la sfera privata, intima, di una persona.
La vergogna si può manifestare anche esteriormente, può
essere in qualche modo avvertita da chi ci sta intorno, anche
perché può provocare in chi la prova il desiderio di nascondersi,
di celarsi al mondo.
Al contrario il senso di colpa può essere dissimulato facilmente
e nel soggetto narcisista ciò avviene in genere attraverso agiti
comportamentali aggressivi, come ira, rabbia e disprezzo verso
gli altri: una sorta di arma di distrazione per confondere le
acque e allontanare da sé anche il sospetto che quel
sentimento possa aver ne minimamente sfiorato l’inossidabile e
coriaceo cuore.
A volte poi possono insorgere comportamenti di tipo
autopunitivo, o masochistico, perché come abbiamo ripetuto più
volte in realtà il narcisista in fondo si disprezza, teme il giudizio
degli altri, o che tale altrui disamina eventuale possa portare
allo scoperto i difetti inconfessabili che egli cela dietro la
maschera del vincente.
Talvolta (ad esempio nei casi di narcisista covert) la colpa
autopunitiva porta ad atteggiamenti di lamentoso vittimismo, di
cui comunque fanno le spese coloro che hanno la sventura di
vivere accanto a tali soggetti.
In tali evenienze il narcisista rischia di affondare nei gorghi della
depressione, ma sarà sempre il mondo (il resto del mondo) ad
essere definito causa del malessere, soprattutto saranno i
partner o comunque le persone più vicine sentimentalmente ad
essere utilizzati come parafulmini.
Allo stesso modo, quando provano invidia, i narcisisti la vivono
come profondo disprezzo nei confronti dei destinatari di questo
abietto sentimento.
Il che comporta desiderio di vendetta, perché è insopportabile
per un narcisista la sola idea che possa esistere qualcuno in
grado di offuscare di fronte agli altri la sua immagine di forza e
prevalenza sociale e individuale nel proprio contesto.
Dunque l’invidia narcisistica non ha nulla a che fare con quel
sano desiderio di raggiungere gli stessi obiettivi o condizioni di
qualcuno cui si guarda come un esempio, invidiato
bonariamente.
In tal caso l’invidia può rappresentare uno stimolo, un motore
positivo per indirizzare la propria vita e le proprie azioni là dove
altri sono riusciti prima di noi o meglio di noi.
Ecco, tutto ciò non appartiene al malmostoso narcisista, che
spesso gode degli eventuali inciampi o fallimenti in cui può
incorrere il soggetto da lui invidiato.
E cercherà sempre di fare in modo che gli altri lo invidino, lo
ammirino, dal momento che lo schema prevalente della sua
esistenza è quello basato sulla competizione, e non sulla
comprensione solidale e accettazione delle proprie e altrui
debolezze.
Bibliografia:
Giusti E. Salerno M., Terapia del desiderio maschile e femminile, Sovera Editore