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Imparare a dire NO! Strategie per sviluppare l’autostima e non farsi piu’ mettere i piedi in testa

Roma 23 dicembre 2015

 

A cura del dott. Marco Salerno

 

Vivere la vita pienamente non e’ una condizione che puo’ essere rimandata nel tempo ma deve  essere vissuta nel presente anche a costo di pronunciare qualche no. Ma quanto e’ difficile dire un “no”sentito, autentico e consapevole? Per molte persone sembra che sia un passo a volte irraggiungibile anche se il prezzo da pagare e’ quello di star male. Perche’ ogni volta che pronunciamo un “si” quando invece vogliamo dire “no” chiudiamo una parte di noi in una scatola senza dare ascolto a quella voce che invece fa di tutto per farsi sentire e pronunciare il fatidico “no”. L’affermazione di se’ implica essere autentici e allinearsi ai propri bisogni, il che non vuol dire essere egoisti o egoreferenziali ma prendere il coraggio a quattro mani e nel rispetto degli altri, assumersi la responsabilita’ delle proprie scelte. Spesso le persone  presentano grosse difficolta’ nel declinare una richiesta e tendono a  spegnersi lentamente, a forza di negare i propri bisogni piu’ profondi. Paradossalmente quando temiamo che il darci il permesso di essere noi stessi possa compromettere le nostre relazioni, e’ proprio grazie a questo comportamento che le preserviamo e ne  garantiamo la “sanita’”. Le relazioni sane  sono costituite da individui che dialogano in modo chiaro e diretto, hanno la possibilita’ di pronunciare un “no” pur non vivendolo come un rifiuto e non calibrano i loro bisogni in funzione al grado di accettazione di chi li circonda. Annullare se’ stessi di fronte all’altro genera negativita’ e stanchezza che a lungo andare determinera’ l’insorgere di malattie o nella migliore delle ipotesi compromette le relazioni.

La condanna di non saper ricevere amore. Intervista al Dott. Marco Salerno

Giovedi’ 10 dicembre 2011

 

Carissimi Amici, Carissime Amiche, ho spesso affrontato il tema dell’amore non corrisposto, tuttavia, oggi, con Il Dott. Marco Salerno – Psicologo e Psicoterapeuta – esaminiamo una condizione meno “proclamata”, ma di vitale importanza: non saper ricevere amore. La sensazione di sentirsi rifiutati, sia essa constatabile o solo percepita -non fa molta differenza – conduce alla chiusura, alla mancanza di autostima, creando un circolo vizioso che porta l’individuo ad una drammatica conclusione: “non sono amato perché non sono degno di amore”, seguito dall’altrettanto catastrofico pensiero “io non valgo nulla”. Da qui nasce la diffidenza verso chi gli manifesta amore: chi non ama se stesso, ben difficilmente può credere che possano amarlo gli altri. Coerente con tale stato di autosvalutazione, recepire, stupiti ed increduli,  come falsità le amorevoli esternazioni rivoltegli.

Innamorarsi sul posto di lavoro: meglio lasciar perdere o viverlo?

Roma 22 novembre 2015 Articolo a cura del dott. Marco Salerno Quante volte e’ accaduto di innamorarsi in ufficio o sul proprio posto di lavoro di un collega o ancor piu’ del proprio capo? La risposta a questa domanda e’ spesso, poiche’ le statistiche dimostrano che trascorriamo piu’ tempo sul posto di lavoro che con i nostri familiari o amici. Tale condizione in realta’ se da un lato facilita gli incontri per chi e’ single dall’altra aumenta la probabilita’ di uscire dal binario di un rapporto stabile, se pur temporaneamente, per vivere passioni o per liberarsi temporaneamente da una quotidianita’ divenuta noiosa o insostenibile. Ma vediamo quali sono I pericoli e le accortezze da tenere presente quando ci si innamora sul posto di lavoro.

 

Innamorarsi in ufficio, quali sono i pro e quali i contro? Innamorarsi “succede” e non si controlla poiche’ e’ coinvolta una parte molto profonda nel nostro cervello, il sistema limbico, sede delle emozioni legate al sistema affettivo, che non soggiace in alcun modo al controllo dell’area corticale in cui risiedono la capacita’ di decisione e della progettualita’. Trovare il proprio amore in ufficio consente di vederlo giornalmente, di condividere ogni momento insieme, di creare una simbiosi affettiva a tutto tondo che coinvolge sia la sfera professionale che privata ma allo stesso tempo puo’ innescare dinamiche di competizione o di controllo o ancor peggio mettere a repentaglio la propria carriera quando emergono difficolta’professionali che un superiore puo’ attribuire alla relazione.

Quando la coppia va in crisi

Roma 21 ottobre 2015

 

a cura del dott. Marco Salerno

 

A volte gli aspetti che hanno fatto innamorare di una persona, le sue qualita’, i suoi pregi assumono un’aura negativa, arrivano ad essere insopportabili fino al punto di generare una vera e propria insofferenza. Lo psicologo F. Walsh ha evidenziato attraverso i propri studi che la differenza tra una coppia funzionale ed una disfunzionale sta nel grado di collaborazione tra i rispettivi partner, le regole stabilite e il loro mantenimento determinano il grado di stabilita’ e di aggregazione della coppia. Uno degli elementi che possono determinare la crisi di coppia e’ una distribuzione asimmetrica nel potere all’interno della coppia. Tale condizione crea una condizione di stanchezza e un calo dell’attrazione e del desiderio sessuale. Inoltre la capacita’ di esprimere le proprie emozioni reciprocamente, favorisce un clima di coesione e di ascolto grazie a cui ognuno si sente libero di essere se stesso. La principale causa che Walsh ha identificato per determinare una separazione e’ la mancanza di capacita’ di problem solving, poiche’ i partner non riescono ad individuare il problema che li affligge e ad esprimere il conflitto per paura di incrementarlo e di non essere piu’ capaci di gestirlo alla lunga. Tale tipo di coppie possono evolversi in due differenti direzioni, o si allineano al fatto di andare d’accordo a tutti i costi, trasformandosi in una coppia che non comunica ma si adatta passivamente l’uno all’altro o diventano i peggiori nemici.

Il narcisismo e la coppia

Roma 1 ottobre 2015

 

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Il narcisista (uomo e donna) quando vive una relazione sperimenta una enorme  senso di perdita poiche’ immagina che non possa esistere un rapporto senza che uno dei due partner sia sottomesso all’altro,  non concepisce l’idea che sia possibile stare in relazione senza rinunciare alle propria persona. Il narcisista crede che per avere una relazione il partner la debba pensare come lui e non possa avere opinioni differenti poiche’ questo porterebbe  alla distruzione del rapporto.  Nel libro “ Essere insieme” lo psicoterapeuta E. Giusti sottolinea come per il narcisista la relazione deve essere fusionale, di accordo e unione totale ma allo stesso tempo questa fantasia costituisce anche una immensa minaccia alla sua integrita’, proprio per tale ragione il rapporto con un o una narcisista si dissolve in breve tempo o nella maggiore dei casi preferisce rimanere solo, adducendo la scusa di non trovare la persona adatta.

10 trucchi scaccia stress

Piccoli stratagemmi quotidiani per alleggerire gli impegni e mettere un freno alla routine. Scopri i consigli dell’esperto per ritrovare un po’ di pace e vivere meglio con se stessi e con la montagna di impegni da affrontare ogni giorno. 24 SETTEMBRE 2014  Vanity Fair Italia Angela Altomare intervista al dott. Marco Salerno, psicologo e psicoterapeuta su come tenere a bada lo stress

 

Basta, che stress!”. Quante volte nell’arco di 24 ore sentiamo e ripetiamo questa frase? Tante, forse a volte anche troppe. Ammettiamolo: i ritmi troppo serrati e le tante incombenze quotidiane non ci danno tregua. Capita a tutti. Ci sentiamo oppressi e chiusi in gabbia. Per non parlare poi di quei periodi di super lavoro quando il nervosismo incalza ed è più semplice andare in tilt. Confessiamolo: rimanere sereni davanti a scadenze e responsabilità da portare avanti è difficile. Chi più chi meno, prova un stato che è un misto tra l’agitazione di non farcela e il senso di tensione.
“Nella vita quotidiana – spiega il dottor Marco Salerno,psicologo e psicoterapeuta – siamo continuamente esposti afattori stressanti come il lavoro, il traffico, i rumori, che ci sottopongono ad una costante fatica fisica e mentale rispetto alla quale l’organismo sviluppa una reazione, definita stress, per facilitare l’adattamento del corpo ad un violento cambiamento fisico o psicologico. Condizioni come la preoccupazione, la separazione, la perdita, il lutto, la precarietà lavorativa sono fattori stressogeni, che agiscono sul sistema nervoso, il quale genera reazioni psicologiche come l’ansia, la paura, l’insonnia, il timore. 

Strategie efficaci per liberarsi da un narcisista

Roma 13 settembre 2015

 

a cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Come posso difendermi da un manipolatore narcisista?

 

L’unico modo per difendersi da un manipolatore narcisista  e’ quello di evitarlo e non avere alcun contatto con lui/lei (Leggi anche: Il profilo di un narcisista manipolatore).  Ogni qual volta abbiamo un contatto con un narcisista ci sentiamo incredibilmente fragili e suscettibili, questo perche’ il narcisista conosce i nostri punti deboli e le fragilita’ e ne abusa in ogni modo. Quando ti logori dentro e ti struggi per comprendere i suoi comportamenti non fai altro che cadere nella sua trappola,  lui e’ consapevole che stai soffrendo e hai bisogno di parlare e capire per cui fa leva sul tuo bisogno, ti tormenta e ti umilia per irretirti nuovamente.   Finche’ avrai la presunzione di instaurare un contatto con il narcisista, di fargli capire che le sue azioni ti feriscono, di sperare che cambi ne uscirai sempre ferito e perdente poiche’ il suo gioco e’ proprio quello di tormentare la vittima e di instaurare una relazione di dipendenza con lei. Ti vede come un oggetto di sua proprieta’ e nulla piu’, non illuderti che nel suo profondo possa amarti perche’ il narcisista utilizza l’altro esclusivamente per alimentare se stesso. L’unico passo da fare per salvarti e’ quello di imparare ad amare te stesso e prenderti cura dei tuoi bisogni interrompendo ogni contatto con il narcisista. Il non contatto significa non rispondere ai suoi sms, email, telefonate, non controllare la sua pagina face book, il suo stato di whats up e non parlare di lui con persone in comune.  Ricordati che il narcisista abusa di te perche’ non rispetta le tue richieste e i tuoi divieti.

Come riconoscere se sei vittima di un vampiro affettivo? Le trenta caratteristiche per riconoscerlo e metterti in salvo

Roma  10 settembre 2015

 

a cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma Chi e’ il manipolatore affettivo?

 

Il manipolatore affettivo e’ una persona come tante apparentemente, puo’ essere sia un uomo che una donna, svolgere i lavori piu’ vari e appartenere al proprio ambiente familiare, lavorativo o sociale. Si puo’ facilmente non riconoscere perche’ nella maggior parte dei casi e’ molto abile a confondere il proprio interlocutore con ragionamenti simil logici e nel distorcere le situazioni a proprio vantaggio. Il suo comportamento critico si innesta su personalita’ che tendono a colpevolizzarsi facilmente per i loro comportamenti, le sue osservazioni si basano su un perenne bisogno di giustizia, si spaccia per essere vittima e non essere compreso da chi lo circonda, possiede una visione del mondo molto critica in cui lui/ lei sono si sentono sempre sotto accusa e avvertono di essere speciali, migliori degli altri. Presenta una forte tendenza a vendicarsi poiche’ si sente vittima di ingiustizie, non e’ capace di costruire relazioni sociali di lungo termine, si lega a partner deboli e remissivi. Utilizza una tipo di comunicazione paradossale definita del “doppio legame” o “double bind” i cui messaggi sono in antitesi tra loro, per cui l’ascoltatore se ubbidisce ad uno contravviene all’altro trovandosi sempre nella posizione di essere svalutato e manipolato.

I colori dell’amore: teorie della vita amorosa

Roma 9 settembre 2015

 

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Psicologi e ricercatori hanno proposto un numero di differenti teorie sullamore, considerato una emozione umana di base non comprensibile facilmente pur coinvolgendo ogni persona. Lo psicologo ZickRubin sostiene che l’amore è composto da tre elementi di base che sono: l’attaccamento, il prendersi cura e l’intimità. Per attaccamento si intende il bisogno di ricevere cure, approvazione e contatto fisico con un’altra persona, il prendersi cura invece si riferisce ad una azione attiva tramite cui ci si prende cura di chi si ama, valutandone i bisogni nello stesso modo con cui si valutano i propri, mentre con il termine intimità si intende la propensione di condividere pensieri, desideri e sentimenti con un’altra persona. Oltre  a questo modello dell’amore è possibile individuare quello della psicologa Elaine Hatfield la quale rintraccia due tipi di amore di base: l’amore compassionevole e l’amore appassionato. L’amore compassionevole è caratterizzato da rispetto reciproco, attaccamento, affetto e fiducia e si caratterizza per sentimenti di comprensione e reciprocita’. L’amore appassionato invece si distingue per emozioni intense, attrazione sessuale, affettività e bisogno di vicinanza, per cui quando queste emozioni intense sono corrisposte, le persone sono felici e appagate.

I 12 comandamenti per liberarsi dalla dipendenza affettiva

Roma 8 settembre 2015

 

a cura del  dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Come capisco se sono un dipendente affettivo?

 

Il dipendente affettivo mostra i seguenti sintomi: paura dell’abbandono, paura di perdere l’amore, senso di colpa e di inferiorita’, timore di mostrarsi per come  e’, ansia, depressione , insonnia, inappetenza, gelosia, bisogno di controllo.

 

Che cosa e’ esattamente la dipendenza affettiva?

 

La dipendenza affettiva o love addiction e’ una condizione psicologica che si crea  quando un rapporto affettivo si trasforma in un’abitudine a soffrire e si caratterizza per la paura dell’abbandono.  E’ presente un marcato bisogno di approvazione e una visibile difficolta’ nel fare scelte libere dal giudizio.

 

Quali sono le tre principali caratteristiche della dipendenza affettiva?