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I 12 comandamenti per liberarsi dalla dipendenza affettiva

Roma 8 settembre 2015

 

a cura del  dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Come capisco se sono un dipendente affettivo?

 

Il dipendente affettivo mostra i seguenti sintomi: paura dell’abbandono, paura di perdere l’amore, senso di colpa e di inferiorita’, timore di mostrarsi per come  e’, ansia, depressione , insonnia, inappetenza, gelosia, bisogno di controllo.

 

Che cosa e’ esattamente la dipendenza affettiva?

 

La dipendenza affettiva o love addiction e’ una condizione psicologica che si crea  quando un rapporto affettivo si trasforma in un’abitudine a soffrire e si caratterizza per la paura dell’abbandono.  E’ presente un marcato bisogno di approvazione e una visibile difficolta’ nel fare scelte libere dal giudizio.

 

Quali sono le tre principali caratteristiche della dipendenza affettiva?

La personalita’ liquida: il rifiuto di diventare adulti

Roma 30 luglio 2015

 

a cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma La personalita’ liquida fa riferimento ad un tipologia di persona che si caratterizza per costante insoddisfazione, per la continua ricerca del compagno ideale, di una persona che “la possa far stare bene”, di qualcuno che dia significato alla propria vita. Le personalita’ liquide sono sia uomini che donne e si riconoscono perche’ attribuiscono al partner la responsabilita’ di definire la loro identita’, instaurando un rapporto simbiotico che richiede una dedizione assoluta e continua. Per comprendere meglio questo tipo di personalita’ prendiamo come esempio l’acqua e la bottiglia, la personalita’ liquida e’ come l’acqua, non ha una propria forma ma assume quella del suo contenitore con cui sta in totale contatto e che conferisce al liquido una identita’ attraverso la forma della bottiglia. In riferimento a questo esempio, l’acqua senza bottiglia si disperderebbe e non avrebbe confini, per cui non puo’ fare a meno della bottiglia.

Le conseguenze psicofisiche della dipendenza affettiva

Roma 29 luglio 2015

 

a cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

La dipendenza affettiva e’ una condizione psicologica riconducibile ad un particolare quadro psicofisico e a determinate condizioni emotivo familiari che contribuiscono a mantenerla e ad alimentarla. Qui di seguito sono elencate quattordici caratteristiche che connotano la dipendenza affettiva, utili per riconoscere se ne si e’ affetti.

 

 

 1) Provenire da un contesto familiare disfunzionale dove i bisogni di intimita’ e di amore non sono stati presi in considerazione dalle figure di riferimento

 

2) Soddisfare i propri bisogni di amore e di riconoscimento solo attraverso la cura del partner

 

3) Scegliere uomini o donne che appaiono bisognosi di aiuto e cercare di aiutarli e salvarli attraverso il proprio amore

 

4) Avere una profonda paura dell’abbandono e fare qualunque cosa per evitarlo

 

5) Farsi carico dei bisogni del proprio partner per averlo vicino, come supportarlo finanziariamente, cercargli lavoro, accudire esclusivamente i figli

 

6) La mancanza di amore durante l’infanzia che, producendo una condizione di vuoto emotivo interno, si cerca di compensare compiacendo il partner

GRUPPO DI SOSTEGNO PSICOLOGICO A ROMA PER MIGLIORARE LA PROPRIA AUTOSTIMA E COSTRUIRE RELAZIONI AFFETTIVE SODDISFACENTI

Che cosa è l’autostima: è la valutazione che una persona ha di se’, delle proprie capacità e del modo di stare al mondo; è il senso di auto accettazione, un atteggiamento positivo verso se stessi e l’intima consapevolezza del proprio valore. Stimare se stessi significa non mettere in discussione la propria importanza ed essere capaci di assumersi la responsabilità delle proprie scelte e stabilire un rapporto costruttivo con gli altri.

 

Perché partecipare ad un corso sull’autostima:  Hai scarsa fiducia in te stesso? Hai difficoltà ad ascoltarti e ad individuare obiettivi realistici e coerenti con le tue aspirazioni? Ricerchi l’approvazione degli altri  e i tuo umore dipende da chi ti sta vicino? Riconosci di non metterti spesso in gioco e di rischiare? Provi spesso ansia e i tuo umore cambia velocemente durante la giornata? Non riesci ad esprimere le tue emozioni per paura di essere giudicato? Se la risposta a queste domande è affermativa questo corso fa al caso tuo!

 

Un sano livello di autostima è la premessa fondamentale per ri-trovare il proprio benessere psico-fisico, per diventare consapevoli dei propri bisogni ed imparare a soddisfarli, liberi dalle paure e da sensi di colpa. Stare bene con se stessi è una condizione necessaria ed indispensabile per vivere con consapevolezza la propria vita e per sviluppare relazioni affettive soddisfacenti. Avere fiducia in sé e migliorare la propria autostima consente di fare scelte consapevoli e volontarie nel rispetto della propria persona in linea con i propri obiettivi e di sviluppare relazioni chiare, assertive e paritarie.

 

Obiettivi del corso: lo scopo del ciclo di seminari teorico esperienziali è quello di guidare i partecipanti verso il riconoscimento dei propri bisogni ed emozioni, la consapevolezza della stima di sé e l’auto accettazione. Si propone di individuare le convinzioni e i pensieri che impediscono di fare scelte in linea con i propri desideri più profondi, di imparare a dire di “no” ed esprimere i propri sentimenti positivi e negativi senza sentirsi in colpa. Inoltre si acquisirà la capacità di mettere dei limiti, di sviluppare un comportamento assertivo, di chiedere aiuto e di perdonarsi.

 

Struttura del corso   Il corso è composto dai seguenti 8 incontri:
  1. Autostima: vincere la voce critica interiore, smettere di giudicare negativamente se stessi e sviluppare strategie positive per accrescere l’autostima. 18 marzo 2015
  2. I pensieri negativi che minano l’autostima: riconoscere le modalità di pensiero negative che minano l’autostima. 1 aprile 2015
  3. Imparare a dire di no: sviluppare l’autoefficacia, riconoscere il diritto di dire no, di mettere dei limiti e di cambiare idea nel rispetto dei propri valori, pensieri ed emozioni. 15 aprile 2015
  4. Esprimere e riconoscere le emozioni: contattare le emozioni e riconoscere i sentimenti, contrapporre l’espressione alla repressione emotiva, abbandonare il controllo della ragione e dar libero spazio all’emotività per trovare un equilibrio tra ragione e sentimento. 29 aprile 2015
  5. Dipendenza affettiva: quando l’amore diventa una malattia. 13 maggio 2015
  6. Manipolazione affettiva: riconoscere e liberarsi da un manipolatore affettivo. 27 maggio 2015
  7. Affrontare la paura del rifiuto: distinguere la paura di amare dalla convinzione di non essere degni d’amore. 10 giugno
  8. Imparare a stabilire relazioni affettive soddisfacenti: i 10 passi per costruire una relazione di coppia appagante. 24 giugno   
QUANDO: il corso teorico esperienziale si svolgerà il mercoledi ogni due settimane a partire dal 18 marzo 2015  dalle ore 19.00 alle 20.30 DOVE: Roma EUR, presso Studio di Psicologia in Via Divisione Torino 29 metro B Laurentina COSTO: il costo di ogni incontro è di € 50. La partecipazione e’ da intendersi al numero totale (8) degli incontri. CONDUTTORI DEI GRUPPI:

 

 

Dott. Marco Salerno, psicologo e psicoterapeuta a orientamento umanistico integrato Sito web: www.dottmarcosalerno.com

 

Dott.ssa Ilaria Monticone, psicologa e psicoterapeuta a orientamento umanistico integrato COME ISCRIVERSI CORSO: inviare una mail di richiesta a uno dei seguenti indirizzi di posta elettronica:

 

dottmarcosalerno@gmail.com             ilaria_monticone@hotmail.com o telefonare ai seguenti numeri di telefono:  3474661496   3495311411

Genitori manipolatori

Roma 9 febbraio 2015

 

A cura del dott. Marco Salerno

 

 

I genitori sono la fonte di protezione, rassicurazione, accoglienza e amore incondizionato che agiscono per il bene dei figli e favoriscono la loro crescita, soddisfando i loro bisogni e  favorendo l’acquisizione dell’autonomia. La coppia genitoriale e’ composta da due individui  distinti, che vivono, agiscono e pensano a seconda del grado di consapevolezza e di maturazione affettiva emotiva che hanno raggiunto. E’ possibile distinguere genitori sani ed equilibrati che allevano i loro figli amandoli in modo nutriente e responsabile, riconoscendoli come esseri viventi a se’ stanti. Sono consapevoli dei loro punti di forza e dei loro limiti, desiderosi di migliorarsi e di ascoltare i propri figli per garantire loro una  vita equilibrata ed emotivamente soddisfacente. I genitori affetti da problemi psicologici, da nodi esitenziali irrisolti, da dipendenze e da patologie psichiatriche, situazione molto diffusa piu’ di quanto si possa immaginare, manifestano ogni giorno nella relazione con i figli il loro disagio  sotto forma della manipolazione affettiva. Essere genitori non implica avere la capacita’ di amare consapevolmente i propri figli, un genitore e’ colui che genera i figli fisicamente o li adotta ma sono solo le singole persone che attribuiscono un significato autentico  a questo ruolo. Coloro che pur essendo genitori, vivono nella relazione con i figli le loro ferite infantili, si caratterizzano per un alto grado di immaturita’ che crea un clima emotivamente tossico nella famiglia. (Leggi anche: I ruoli familiari in una famiglia narcisita)

Tipologie del manipolatore affettivo

Roma 8 dicembre 2014

 

A cura del dott. Marco Salerno

 

Si parla spesso di manipolazione affettiva, di manipolatori affettivi e di narcisisti ma chi sono in realta’ queste persone? Che caratteristiche hanno? Come si comportano? Non vi e’ una unica tipologia di manipolatore affettivo ma e’ possibile individuarne differenti categorie che assumono sembianze differenti, alcune apparentemente innocue, altre chiaramente distruttive. Qui di seguito troverete le dieci tipologie di manipolatori affettivi e le relative caratteristiche distintive di ognuno.

 

1) il cybervampiro: usa la chat o i social network per contattare le sue prede, le inonda di complimenti e le lusinga, instaurando un rapporto di dipendenza attraverso ripetuti contatti telefonici o lunghe conversazioni via chat ma evita scrupolosamente ogni incontro dal vivo.

 

2) il mentore: appare sicuro di se’, informato su tutto, giudica e valuta ogni argomento e non esita a farsi forte dei propri titoli di studio e della cultura che lo caratterizza. E’ incapace di instaurare un dialogo perche’ detesta essere contraddetto, assumendo un atteggiemento arrogante e cinico.

Liberarsi dalla manipolazione e dalla dipendenza affettiva: gruppo di aiuto a Roma

 

Il Dott. Marco Salerno e la Dott.ssa Ilaria Monticone conducono esclusivamente a Roma dal  1 ottobre 2014, il gruppo di aiuto per liberarsi dalla manipolazione relazionale e dalla dipendenza affettiva.

 

Le persone affette da dipendenza affettiva sono terrorizzate di perdere chi amano, poiché lo considerano l’unica persona che può donare loro amore e affetto.  I dipendenti affettivi chiedono amore a chi non lo sa dare, dedicano la loro vita a soddisfare le richieste del manipolatore e rinunciano a ogni bisogno e desiderio pur di essere amati. La relazione che si instaura tra dipendete e manipolatore affettivo è un circolo vizioso che può essere interrotto solo quando il dipendente affettivo recupera l’autostima, inizia ad ascoltare le proprie emozioni e soprattutto impara a sentirsi finalmente una persona degna di essere amata che non ha bisogno di elemosinare amore. L’esperienza della manipolazione affettiva devasta chi la vive che si sente sempre meno adeguato e capace di affrontare la vita, facendo dipendere il proprio valore dal giudizio del manipolatore. Il manipolatore affettivo può essere il partner, o un familiare, un amico, un collega di lavoro che “utilizza” il bisogno di affetto della propria vittima suscitando in lei il senso di colpa, criticandola e aggredendola costantemente quando le sue richieste non vengono soddisfatte. Questo comportamento alla lunga scardina l’autostima della vittima, la quale si sente sempre meno adatta e degna di essere amata. Le conseguenze di questa spirale distruttiva sono devastanti per il dipendente affettivo che sviluppa una serie di sintomi, sia psicologici sia fisici come aggressività, ansia, paura della solitudine, tristezza, emicranie, disturbi digestivi, mancanza di appetito, disturbi del sonno, attacchi di panico e rabbia incontrollata.

Come affrontare un manipolatore seriale

Roma 31 luglio 2014 A cura del dott. Marco Salerno Il manipolatore seriale è una persona (può essere sia un uomo che una donna) che aggredisce e critica verbalmente la propria vittima, la sua interazione relazionale è un gioco il cui esito è sempre quello di mettere l’interlocutore nella condizione di soddisfare le proprie richieste facendo leva sul senso di colpa, il vittimismo e la menzogna  (lose-lose situations). Quando si incontra un manipolatore seriale, si avverte una sensazione di confusione, non si ha chiaro quale comportamento adottare per paura di essere criticati, ci si sente come in un vortice di emozioni indefinite, svuotati della propria energia.  I narcisisti sono i manipolatori seriali più diffusi,  non sono capaci di empatizzare con le persone e di riconoscere le emozioni. Sono esclusivamente focalizzati su di sé, sui loro bisogni e desideri come un bambino di due anni che chiede attenzione continuamente. A volte assumono un comportamento particolarmente seduttivo e carismatico, strumentale a soddisfare le loro necessità.

Liberarsi dalla manipolazione e dalla dipendenza affettiva: gruppo di aiuto a Roma

Il Dott. Marco Salerno e la Dott.ssa Ilaria Monticone conducono esclusivamente a Roma dal  14 marzo 2014, il gruppo di aiuto per liberarsi dalla manipolazione relazionale e dalla dipendenza affettiva.

 

Le persone affette da dipendenza affettiva sono terrorizzate di perdere chi amano, poiché lo considerano l’unica persona che può donare loro amore e affetto.  I dipendenti affettivi chiedono amore a chi non lo sa dare, dedicano la loro vita a soddisfare le richieste del manipolatore e rinunciano a ogni bisogno e desiderio pur di essere amati. La relazione che si instaura tra dipendete e manipolatore affettivo è un circolo vizioso che può essere interrotto solo quando il dipendente affettivo recupera l’autostima, inizia ad ascoltare le proprie emozioni e soprattutto impara a sentirsi finalmente una persona degna di essere amata che non ha bisogno di elemosinare amore. L’esperienza della manipolazione affettiva devasta chi la vive che si sente sempre meno adeguato e capace di affrontare la vita, facendo dipendere il proprio valore dal giudizio del manipolatore. Il manipolatore affettivo può essere il partner, o un familiare, un amico, un collega di lavoro che “utilizza” il bisogno di affetto della propria vittima suscitando in lei il senso di colpa, criticandola e aggredendola costantemente quando le sue richieste non vengono soddisfatte. Questo comportamento alla lunga scardina l’autostima della vittima, la quale si sente sempre meno adatta e degna di essere amata. Le conseguenze di questa spirale distruttiva sono devastanti per il dipendente affettivo che sviluppa una serie di sintomi, sia psicologici sia fisici come aggressività, ansia, paura della solitudine, tristezza, emicranie, disturbi digestivi, mancanza di appetito, disturbi del sonno, attacchi di panico e rabbia incontrollata.