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Le strategie emotive del narcisista per sedurre la propria vittima

Roma 19 settembre 2020

A cura del dott. Marco Salerno

 

Quando incontri un narcisista psicopatico non lo riconosci subito, la maggior parte delle volte ti sembra di aver trovato un tesoro, la persona che hai sempre desiderato, l’uomo o la donna che ti capisce davvero, che prova quello che hai provato tu, l’altra metà della mela. Sfortunatamente queste impressioni durano ben poco ma quanto basta per innescare un processo irreversibile che vi condurrà nelle braccia del vostro aguzzino. Quanto più il narcisista vi elogia e vi desidera tanto più si rifornisce di energia e colma il proprio vuoto emotivo attraverso la vostra presenza e il vostro amore fino a quando il vostro cuore non e’ nelle sue mani e lui/lei ne potrà disporre come vorrà facendovi patire un dolore che mai avreste immaginato. Il processo che conduce alla creazione di una relazione con un narcisista si articola lungo tre fasi:

 

  • L’idealizzazione: durante questa fase vi sentirete come mai prima, pensate solo a lui/lei, volete condividere ogni momento insieme, la sua persona vi coinvolge sul piano emotivo, sessuale, affettivo, vorreste scrivergli e sentirlo in ogni momento dello giornata. Tutto il resto perde di importanza, iniziate a pensare ad un futuro insieme perché e’ lui l’uomo della vostra vita. Tutto questo viene alimentato dal narcisista psicopatico che vi dirà ciò che vorrete sentirvi dire, le sue parole sono la risposta perfetta ai vostri desideri. In realtà dietro a quelle parole non ci sono gli stessi sentimenti che provate voi, sono solo parole vuote per farvi innamorare, un vero bombardamento emotivo che vi porta ad aprire il cuore e a confidarvi con lui. Si innesca in voi un procedimento chimico che va a stimolare i centri del piacere e vi fa abbassare le difese, le insicurezze sembrano finalmente aver trovato pace grazie all’incontro con una persona da cui vi sentite capiti.  Il narcisista psicopatico imita e riproduce quello che la vittima gli dice di sé, si appropria dei vostri desideri e sogni  e vi illude facendovi credere che sono anche i suoi. Niente di più falso, non capisce nulla di quello che imita ma cerca in ogni modo di illudervi con l’idea che non incontrerete mai più nessuno come lui. Lo psicopatico non avendo una sua personalità prende in prestito quella altrui, la imita in modo superficiale e quando ne trova un’altra le getta via senza alcun rimorso mentre voi vi contorcete dal dolore senza capire perché si e’ comportato in questo modo. Vi parla di convivenza e matrimonio dopo poco tempo, siete solo voi gli unici con cui vuole  avere dei figli e creare una famiglia. Intercetta le insicurezze della vittima e le fa proprie riproducendole per farsi compatire, perché i suoi problemi sono più gravi dei vostri. Questo e’ un punto fondamentale perché vi sentirete quasi in dovere di doverlo comprendere e supportare, i prescelti, gli unici che possono davvero capirlo ed aiutarlo. Lo psicopatico apprezza i vostri sforzi e la vostra dedizione e vi spinge a fare sempre di più, lo vedete come una persona fragile e bisognosa che vi ha scelto e che ha bisogno del vostro supporto. Tutto questo però e’ falso perché si basa su una vera simulazione emotiva che il narcisista mette in atto ogni giorno nei vostri confronti solo per legarvi sempre più a lui/lei.  Sul piano fisico il narcisista vi copre di complimenti e vi fa sentire unici, vi adora e vi riempie di elogi, alimenta la vostra autostima e accresce la fiducia in modo artificiale e falso.  Questi complimenti diventeranno dopo poco tempo un lontano ricordo perché le critiche e la svalutazione inizieranno a prendere il sopravvento nella fase successiva quando l’idealizzazione sarà finita.  Il vero cavallo di battaglia del narcisista psicopatico e’ il concetto di anima gemella con cui vi bombarda nella fase iniziale della relazione. Vi convince che siete destinate a stare insieme per sempre, che un volere superiore, a cui non potete sottrarvi,desidera tutto questo. E voi gli credete perché siete persone amorevoli, indulgenti ed empatiche ma soprattutto perché il narcisista psicopatico riproduce le fantasie e i desideri più intimi della sua vittima, convincendola di essere la persona giusta da tempo desiderata. A questa fase farà tra poco da contraltare il processo di svalutazione, durante il quale la vittima si addosserà ogni colpa per ricostruire il ricordo perfetto di quella persona che una volta sosteneva di essere l’anima gemella. Ma ancora peggio sarà quando la vittima si illuderà che lo psicopatico potrà tornare ad essere la persona che era in passato grazie al suo amore. Il vero dolore sarà quello di rendersi conto che l’anima gemella non e’ mai esistita, era solo una illusione generata dalle parole di un essere disturbato e dal nostro bisogno di amore.

 

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Roma 30 agosto 2020

A cura del dott. Marco Salerno

 

Ritrovarsi in una relazione con uno psicopatico e’ un vero dramma ma puo’ diventare anche un’occasione per prendere in mano la propria vita e dare una decisa sterzata ad una esistenza flagellata da chi la intossica ogni giorno  per non trovarsi più circondati da persone simili.

Chi sono gli psicopatici?

Tra questi si annoverano i narcisisti, i sociopatici, i manipolatori, un nutrito gruppo di persone che si caratterizzano per la totale assenza di responsabilità,  di empatia e di senso di colpa, danneggiano gli altri anche di proposito in modo sadico e allo stesso tempo li illudono. Non e’ un caso che il ciclo relazionale di tutte queste personalità e’ molto simile e si distingue per le seguenti fasi: idealizzazione, svalutazione ed abbandono. Approfittano della disponibilita’  di chi si innamora di loro, danno sempre risposte vaghe, manipolano la compassione per poi sferrare i colpi quando viene chiesta loro chiarezza e spiegazioni del loro comportamento. Inducono dubbi sulla capacità di amare, umiliano e mortificano le vittime, inducendo ansia e minando l’autostima fino alle fondamenta. I loro comportamenti si spingono talmente oltre che chi sta insieme a loro, vive in  una condizione di perenne terrore di dire le parole sbagliate o di agire in modo non gradito. Una condizione che si riassume nella costante paura dell’abbandono, di essere colpevoli e di rovinare la relazione.

Il primo passo da fare per liberarsi da uno psicopatico e’ quello di imparare a riconoscerlo a distanza o come si dice in gergo ad annusarlo. Per riconnoscere uno psicopatico dovete fidarvi delle vostre emozioni, delle sensazioni che il vostro corpo vi trasmette ma soprattutto dovete fidarvi di voi.

Come posso fidarmi di me?

Smetti di guardare cosa fa l’altro, di chiederti cosa pensa, perché reagisce in un certo modo ed inizia a chiederti cosa senti e pensi TU. La vera svolta e il passaggio dal TU all’IO. Da ora in poi  sarai tu il protagonista di ogni istante della tua vita e non più lui o lei. Lo psicopatico cade dal piedistallo su cui TU lo hai collocato.

Gli psicopatici relazionali secondo J. Mckenzie  si riconoscono attraverso i seguenti segnali:

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A cura del dott. Marco Salerno

Roma 2 maggio 2020

 

Si ritiene che i bambini che sviluppano un disturbo narcisistico di personalita’ abbiano sperimentato un rottura fondamentale con i propri genitori che tentano successivamente di riparare assumendo compensazioni narcisistiche. Questa disconnessione puo’ derivare da:

  • Cure inconsistenti o negligenti
  • Abuso emotivo psicologico, fisico o sessuale
  • Critica o giudizio ricorrente
  • Fluttuazione tra idealizzazione e svalutazione
  • Oppressione ansiosa e sopravvalutazione
  • Aspettative rigide e superficiali o irrealistiche

Questi bambini recepiscono il messaggio che amarli e prendersi cura di loro e’ soggetto a condizioni. In mancanza di genitori che li accettino adeguatamente , che gli attribuiscano valore e che siano empatici con loro, essi sperimentano disapprovazione per essere se stessi e/o approvazione per ricoprire un ruolo. Essi interiorizzano un senso di colpa che li condiziona e allo stesso tempo adottano una falsa identità che possa essere riconosciuta ed approvata dai loro genitori. Non svilupperanno un’empatia emozionale o una visione di se stessi equilibrata e realistica e rimarranno emotivamente disconnessi nelle loro future relazioni. Sia che essi abbiano genitori narcisisti e completamente svalutanti o che vengano sopravvalutati per alcune abilità che differiscono dai loro reali interessi e personalità, le persone che sviluppano l’DNP sperimentano una divisione fondamentale tra la loro reale identità e la cultura della loro famiglia. Si impegneranno a nascondere la loro vera natura che provoca in loro vergogna ed imbarazzo e svilupperanno una identità sostitutiva per cercare l’approvazione ad ogni costo e per evitare di essere giudicati.

L’DNP si sviluppa come un adattamento difensivo nella prima infanzia. Se non appropriatamente diagnosticato, progredisce nell’adolescenza e si struttura nell’età’ adulta. Sebbene possa diventare più pronunciata nell’età’ matura, insorge molto tempo prima.

Empatia e narcisismo: una convivenza impossibile

 

Roma 29 marzo 2020

A cura del dott. Marco Salerno

 

Le caratteristiche del narcisismo patologico si possono sintetizzare nella mancanza di un interesse autentico per il mondo e le persone, per la presenza di stati mentali di vuoto e un generale impoverimento affettivo, una incapacità di stabilire relazioni interpersonali, un egocentrismo smisurato caratterizzato da una eccessiva preoccupazione per il proprio valore e per come si viene considerati dagli altri e un incontenibile bisogno di essere riconosciuti. Pinkus e Lukowitsky (2010) hanno identificato due tipologie di narcisismo, quello grandioso e vulnerabile, ognun dei quali può  declinarsi in una modalita’ overt e covert.

Narcisismo grandioso: prevalgono i sentimenti di superiorità e di disprezzo per gli altri, il comportamento può essere arrogante e prevaricante senza prendere in considerazione gli effetti sugli altri, utilizzati come fonte di ammirazione. Gli aspetti di fragilità sono presenti ma negati in ogni modo e nella maggior parte inconsapevoli.

Narcisismo vulnerabile: prevalgono la vergogna e il senso di umiliazione, l’iperattenzione al giudizio altrui, l’evitamento delle situazioni che potrebbero implicare un giudizio negativo. A questo si aggiunge una falsa umiltà, compiacenza e un artificioso interesse per la vita altrui. La grandiosità e l’invidia vengono nascoste e vissute in fantasie nelle quali l’autoaffermazione narcisistica si trasforma in rivalsa.

Alla base di entrambe le manifestazioni narcisistiche vi e’ l’assenza di un senso di identità stabile e una difficile regolazione dell’autostima che determina nella maggior parte dei narcisisti, fluttuazioni tra aspetti di grandiosità  e di vulnerabilità’. Il DNP non e’ una condizione statica della personalità ma un processo dinamico, attraverso cui l’individuo cerca di regolare in modo disfunzionale l’autostima. Crea un esagerato senso di unicità ed importanza, le strategie utilizzate sono funzionali a perseguire il successo, a ottenere una conferma dell’immagine grandiosa di se’ e ad evitare le disconferme rispetto alle quali il narcisista può reagire con violenza ed aggressività.

Secondo il modello della dinamica narcisistica proposto Morf e Rhodewalt (2001), definito dynamic self regulatory processing model of narcisissism, il narcisista persegue il mantenimento della propria identita’ grandiosa attraverso processi interpersonali ed intrapersonali come se  non riuscisse mai a convincersi realmente del proprio valore, per cui ha un costante bisogno di conferme. Le strategie utilizzate per perseguire questo scopo sono altamente disfunzionali e controproducenti. Tra quelle interpersonali rientrano la svalutazione, tattiche auto incensatorie e il dominare sempre sugli altri. Tali comportamenti in realta’ inducono in chi sta loro vicino, reazioni opposte a quelle auspicate. Tra le strategie intrapersonali si annoverano la costante attribuzione a sé dei successi, il ricondurre all’esterno gli insuccessi che determinano l’instabilità’ dell’autostima e peggiorano le relazioni interpersonali e l’idea che gli altri si fanno su si sé, creando aspettative irrealistiche. Alla base dell’uso di queste strategie, che sortiscono un effetto contrario a quello sperato, vi e’ una profonda incomprensione da parte del narcisista dell’altro e di sé.

I narcisisti e la vita di coppia


Roma 9 marzo 2020

A cura del dott. Marco Salerno

Quando incontrate qualcuno che entra nella vostra vita e la devasta senza esitazione, probabilmente avete di fronte non solo un narcisista ma un soggetto (può essere sia uomo sia donna) che presenta una personalità di cui il narcisismo e’ solo un aspetto e si inscrive in un quadro più complesso definito da Delroy Paulhus e Kevin Williams, “Triade oscura”. La triade oscura si caratterizza per essere composta dal narcisismo, dal machiavellismo e dalla psicopatia, dove per machiavellismo si intende la tendenza ad usare la conoscenza degli altri al fine di manipolarli per un proprio tornaconto e arrecando loro un danno fisico o psicologico. La psicopatia invece coincide con la propensione ad aggredire e far del male ad altri senza provare alcun rimorso ne tantomeno vergogna per le conseguenze delle proprie azioni e per la sofferenza provocata. Di solito questi individui sono persone che mentono con estrema facilità, presentano un disturbo antisociale della personalità e un equilibrio emotivo instabile. Sembrano di avere la capacità di comprendere le emozioni altrui ma sono completamente impermeabili a ciò  che gli altri provano perché comprendono solo in modo logico e astratto le emozioni. Chi rientra nella triade oscura e’ una persona che ha un basso livello di empatia e di ansia, ricerca alti livelli di eccitazione uniti ad una marcata tendenza a sopravvalutarsi. L’indifferenza alla sofferenza, il senso di superiorità e la manipolazione della mente altrui. completano il quadro. Questo tipo di persona non ha sviluppato alcune aree cerebrali grazie a cui si attivano quei circuiti che consentono di entrare in risonanza con la sofferenza altrui. Gli studi di Paulhus e Williams hanno dimostrato che gli appartenenti alla triade oscura abbiano fantasie sessuali peculiari, la psicopatia infatti e’ associata ad una marcata pulsione sessuale e a particolari fantasie erotiche di tipo promiscuo, impersonale, sono amanti del feticismo, del sesso tra sconosciuti e del sadomasochismo. Il narcisismo invece e’ associato a fantasie sessuali incentrate sul bisogno di essere ammirato, a volte sono individui freddi, inclini a perseguire la performance, altre volte invece sono individui dalla sessualità coinvolgente per se’ e per la coppia. Il problema con una persona narcisista non e’ tanto il sesso quanto l’affettività’ e la vita emotiva al di fuori della camera da letto dove mostra crepe significative nell’entrare in una relazione reciproca ed empatica.

 

Perché  continuo a sperare che cambi e mi consideri?

Questa e’ la domanda che chi sta in relazione con un narcisista o con chi appartiene alla triade oscura dovrebbe porsi. I narcisisti presentano una compromessa capacità di stabilire e mantenere relazioni intime, all’insegna dell’affetto, del sostegno reciproco e della fedeltà. Per i narcisisti “darsi” in un rapporto affettivo e’ molto difficile anzi spesso impossibile perché secondo loro lo stabilire una relazione affettiva comporterà chiedere aiuto quando si sentiranno vulnerabili o quando avranno il bisogno di un supporto. Quando il narcisista mostra il suo lato fragile, ha paura che l’altro o lo trascuri e si approfitti di lui e delle sue debolezze o se si comporta in modo autonomo, l’altro si mostra debole e lo ricatta con i sensi di colpa. Se invece chiede conferme ed ammirazione, l’altro o lo fa sentire unico o lo rimprovera di non avere fatto abbastanza, per cui il narcisista sente di non valere nulla. In ogni caso da ognuna di queste situazioni ne esce sconfitto, per cui il/la partner di un narcisista ai suoi occhi e’ una persona inaffidabile, sprezzante, critica da cui e’ meglio tenersi lontani adottando  un comportamento di distacco, ed indifferenza o in alternativa coltivare una o più relazioni extra. In ogni caso il raggiungimento dell’intimità’ affettiva e’ un obiettivo che il narcisista difficilmente riesce a conseguire, poiché sente il/la partner come un peso, un essere problematico che non lo comprende abbastanza e lo costringe a vivere in un modo insopportabile, per cui l’unica via di uscita e’ la fuga o il tradimento. A completamento del quadro si aggiunge un tratto distintivo che e’ la difficoltà nel descrivere i propri stati emotivi e le emozioni all’interno di una relazione. Parla spesso di passione, amore ma non riesce ad distinguere a comunicare le gradazioni emotive degli stati d’animo propri ed altrui ad eccezione della rabbia che avverte in modo chiaro e travolgente.

Come liberarsi da un narcisista: 13 stili relazionali per riconoscerlo definitivamente

 

 

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Chi incontra un narcisista sul proprio cammino si chiede se non soffre della propria condizione, se si rende conto di fare del male ai propri familiari, amici o partner. La risposta e’: NO! Il narcisista ha bisogno di piacere, di ricevere conferme, di essere desiderato e non considera le conseguenze delle sue azioni su chi gli sta vicino.

Il narcisista si rende conto di esserlo? Si rende conto del proprio comportamento?

Il narcisista non si rende conto di provocare dolore e danni dove passa perche’ la sua capacità di amare e’ poco matura e compromessa. Il problema principale per  un narcisista patologico e’ la capacità di amare e di mantenere del tempo una relazione di amore. Lo scenario che più frequentemente si presenta e’ quello di una intensa e coinvolgente infatuazione e di una rapida rottura quando il partner gli fa notare gli inevitabili problemi a cui segue poi uno strascico di critiche e delusioni, accompagnate da rabbia, silenzi e svalutazioni. Questo avviene perché il narcisista e’più’ attratto dalla “luna di miele” ma non dal matrimonio, dal desiderio di piacere, di sedurre, di vedere l’altro che lo vuole con tutto se stesso. Gli interessano le conferme e l’adorazione di un partner che si presta ad una facile idealizzazione e che lo mette al centro del proprio mondo.   Il narcisista si sottopone ad un continuo sforzo per entrare in relazione con l’altro ma si scontra con ripetuti fallimenti poiché non e’ in grado di considerare una persona come un individuo con bisogni a sé stanti ma solo come un mezzo per ricevere conferme del proprio valore, un collante della sua fragile personalità che manipola più o meno consapevolmente chi lo circonda per ricercare disperatamente approvazione.

Come si riconosce un narcisista?

Ogrodniczuk e Kealey (2013) sostengono che “gli individui narcisisti non sono necessariamente identificati dal modo in cui si sentono ma da come fanno sentire gli altri”. Il narcisista pur ricercando approvazione e conferma dall’altro, paradossalmente lo allontana, vanificando la speranza di ottenere la risposta (conferma) di cui ha bisogno.  Il narcisista mostra uno spiccato senso di vanità e di futilità emotiva perché non e’ in grado di controllare il proprio comportamento e di conseguenza le risposte di chi lo circonda, di cui invece ha disperatamente bisogno per stabilizzare la fragile considerazione di sé.  Tutte le configurazioni caratteriologiche narcisistiche hanno in comune la difficoltà di autoregolazione delle emozioni e una esigua autostima che determina significative fluttuazioni tra lo stato vulnerabile e lo stato grandioso della loro personalità.

Dal conflitto irrisolto alla crisi di coppia: fattori che determinano la fine di una relazione

Roma 23 gennaio 2019

 

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta

 

Ogni coppia durante il proprio ciclo di vita si confronta con momenti di crisi che riesce ad affrontare efficacemente se nel tempo ha sviluppato un insieme di strumenti che garantiscono un alto livello di qualità del rapporto. Alcuni autori (Snyder 1979, Beach e O’Leary 1985) identificano la qualità della relazione come il risultato della combinazione di comunicazione, accordo, percezione di supporto, gestione del conflitto, altri (Fincham e Bradbury 1987, Huston, Michale e Crouter, 1986)  ritengono che sia riconducibile a una valutazione globale negativa o positiva dell’unione. Infine gli studi più recenti identificano il benessere della coppia non come due opposti che si contrappongono (felicità e infelicità coniugale) ma concepiscono la qualità di una relazione come un costrutto formato da dimensioni positive e negative indipendenti piuttosto che in relazione ad una singola dimensione bipolare, positiva e negativa (Weiss e Heyman, 1997).

Le valutazioni che i partner possono esprimere riguardo alla via di coppia sono:

  • Valutazioni positive se sono coppie soddisfatte.
  • Valutazioni sia poco positive sia poco negative se sono coppie indifferenti.
  • Valutazioni molto positive e molto negative se sono coppie ambivalenti.
  • Valutazioni negative se sono coppie insoddisfatte.

Recenti ricerche hanno preso in considerazione non solo la qualità della relazione ma anche la stabilità, intesa come impegno e il rapporto tra queste due variabili. Per cui se aumenta la qualità, migliora anche la stabilità ma non è detto che al contrario possa valere lo stesso principio poiché alcune relazioni, pur essendo stabili, sono caratterizzate da elevati livelli di conflitto e bassi livelli di soddisfazione. Un alto grado d’impegno reciproco o commitment consente di superare il conflitto e di migliorare il rapporto. Qualità e stabilità sono i fattori di base su cui s’innestano una serie di elementi che possono favorire lo sviluppo e il mantenimento delle relazioni o esporla a rischio di rottura. Tra questi, secondo Cigoli e Sabatini (2000), si annoverano:

  • Fattori cognitivi e affettivi: le credenze sulla coppia, l’idealizzazione reciproca, lo stile di attaccamento, il livello d’intimità costituiscono un ruolo protettivo fondamentale a sostegno sia della stabilità sia della qualità della relazione poiché sono l’espressione del patto di coppia, della capacità di perdonare l’errore e di individuare il valore dell’altro.
  • Fattori interattivi: sono la comunicazione e il conflitto, il primo costituisce il canale principale attraverso cui la relazione viene vissuta e grazie a cui si definisce il confine reciproco all’interno della coppia, il secondo circoscrive il perimetro all’interno del quale emerge la differente percezione che un partner ha dell’altro.
  • Fattori etici: commitment con cui s’intende l’impegno e la dedizione al rapporto attraverso cui si promuovono comportamenti a favore della relazione che consentono di aumentarne e di mantenerne sia la qualità sia la stabilità. Tra i comportamenti di commitment si rileva quello di accomodamento che è il risultato della decisione di reagire a comportamenti distruttivi in modo costruttivo, inibendo quelli negativi e cercando di metterne in atto di positivi. L’accomodamento ha un valore positivo se è il frutto di una dedizione volontaria alla relazione, finalizzata a creare e ricreare il legame altrimenti si traduce in un evitamento.
  • Fattori riguardanti le reti familiari ed amicali: il rapporto vissuto con le famiglie di origine costituisce un elemento fondamentale che condiziona la modalità di essere e di concepire la coppia.