Roma 1 marzo 2016
A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma
Quando si conosce un narcisista (uomo o donna) si sperimenta la sensazione di avere incontrato la persona che si aspettava da una vita, una sensazione di profonda comprensione e di stretta connessione pervade la propria esistenza. Non a caso i narcisisti/e sono persone molto intuitive, che riconoscono il bisogno di affetto e di riconoscimento della vittima, fanno di tutto per farsi voler bene all’inizio della relazione, sono sempre presenti e disponibili, raccontano del future radioso che li attendera’, arrivando quasi ad essere sempre tra i piedi fino a che il potenziale partner non capitolera’sotto la loro insistenza. La conseguenza di questa onnipresenza portera’ la vittima a pensare che il narcisista (ancora non venuto allo scoperto) e’ l’unica persona che fino ad oggi la ha amata, e’ l’uomo o la donna perfetta. Anche quando mostrera’ qualche crepa nella sua personalita’, verra’ sempre giustificato pur di recuperare quel momento inziale di totale fusione e amore (apparente). La vittima di solito presenta un passato relazionale costellato di relazioni instabili, di tradimenti o di partner inaffidabili, per cui aver trovato un compagno/a amorevole, in un primo momento fa vivere loro la speranza di aver ottenuto tutto quello che fin ora avevano sempre desiderato. Il narcisista inizialmente mette la sua vittima su un piedistallo facendola sentire unica, completamente unita a se’, due anime fuse in una, il tutto avvolto in una sensazione di profonda familiarita’. Quella sensazione di profonda unione in realta’ non e’ altro che il primo passo per insediarsi figuratamente nella mente e nello spirito della propria vittima di cui iniziera’ ad appropriarsi gradualmente. Il rapporto che si instaura nella coppia (narcisista-dipendente) e’ quello di totale fiducia e disponibilita’ nei confronti del narcisista, visto come quello/a che e’ in grado di comprendere ed esaudire ogni desiderio e bisogno. La condizione di esclusivita’che pervade la relazione crea un graduale isolamento nella vita della vittima, impercettibile all’inizio e poi sempre piu’ deciso. Le sue attenzioni sempre piu’ decise vengono lette come amore autentico pur essendo invadenti e onnipresenti, quando il narcisista inizia ad esprimere il suo disappunto, ogni qual volta la sua vittima dedica parte del suo tempo a familiari, amici o altre attivita’, mostra una crescente intolleranza, insofferenza e dispiacere. Il senso di colpa si insinua in modo inconsapevole nella vittima e cresce sempre piu’, poiche’ teme che ogni qual volta non si dedica a lui/lei, questi si arrabbiera’ e potra’ abbandonarla. L’effetto sara’ una decrescente attenzione al mondo esterno e una crescente dedizione al narcisista. Nella vittima si innesca un processo di idealizzazione che porta a condividere ogni aspetto della vita con il proprio carnefice il quale vuole conoscerne sempre piu’ particolari per ferire e manipolare in futuro la propria vittima. Le prime crepe iniziano ad aprirsi nella relazione quando la figura dell’uomo o della donna perfetta vacilla poiche’ le richieste di attenzione aumentano sempre piu’ e costringono la vittima a dedicarsi esclusivamente al proprio carnefice. Tale dedizione non e’ sostenibile poiche’ ogni individuo ha bisogno di ritagliarsi spazi vitali dove coltivare la propria persona. Ed e’ proprio quando la vittima inizia ad accusare i primi sintomi di soffocamento che il/ la narcisista sferra il suo primo attacco, accusando la vittima di mancanze e di provare poco amore rispetto a quello che invece ha ricevuto. Il partner narciso inizia ad apparire come una persona centrata esclusivamente su di se’, poco affidabile e vendicativa ma nonostante tutto questo la vittima tende a giustificarlo/a perche’ e’ profondamente connessa al narcisista. Si alternano momenti di accuse e duri litigi a grandi riappacificazioni, il narcisista cerca la pieta’ e la comprensione da parte della vittima, facendo leva su storie strappalacrime che hanno costellato la sua esistenza, dove lui/lei non si assume mai la responsabilita’ delle sue scelte, attribuendo la causa del proprio malessere ad altri. Il circolo vizioso che in cui la vittima si avvita e’ costituito dal fatto che il narcisista tendera’ a manifestare una crescente insoddisfazione verso la relazione e accusera’ la vittima di poca attenzione e di mancanze, chiedendole maggiori attenzioni e colpevolizzandola sempre piu’.
La vittima, pur di mantenere l’idea di aver trovato un uomo unico ed ideale cedera’ ad ogni richiesta, perdendo spazio ed autonomia e consentendo al narcisista di insinuarsi sempre piu’ nella sua vita. Il paradosso di questa relazione e’ che la vittima, pur dipendendo affettivamente, ha maggiore stabilita’ e una struttura di personalita’ piu solida di quella del narcisista che e’ un vero esperto nello scegliere persone che hanno “molto da offrire” e da cui poter prendere, arrivando a sentirsi legittimato ad impossessarsi della vita del proprio partner. La vittima si occupa in ogni modo del narcisista nonostante venga maltrattata sempre piu’ e il perimetro della propria vita tenda a ridursi visibilmente. Il partner tende a farsi carico della vita del suo carnefice fino ad impoverirsi della propria esistenza, crede ad ogni richiesta e cerca di esaudire ogni suo desiderio pur di non perdere definitivamente il ricordo di quella persona che all’inizio della relazione immagina lo abbia tanto amato. Nei rari momenti in cui la vittima ascolta la propria ragione e scopre i giochi manipolativi del narcisista, questi sferra i suoi attacchi sotto forma di senso di colpa e di critica distruttiva, mirati a svalutarla e svilirla. Alla base di questo meccanismo vi e’ un forte senso di inferiorita’, di inadeguatezza e di disprezzo che viene proiettato sulla vittima, accusata di aver farlo soffrire. Alla base di ogni accusa vi e’ il principio secondo cui la causa di ogni problema e’ sempre attribuita ad altri.
A lungo andare la relazione con un narcisista determina nella vittima una condizione di rabbia, gelosia irrazionale ed immotivata, un atteggiamento paranoico ed insicuro. La condizione di non sapere mai se credere alle parole del partner innesca una situazione di totale sfiducia nelle persone e anche in se’ stessa. La paura che la relazione finisca pervade ogni giorno, poiche’ il narcisista arriva a minacciare di abbandonare il partner se non si sente amato e ricambiato come immagina di fare lui/lei. Il carnefice fa leva sulla paura di abbandono della vittima e sul timore della solitudine, riattiva antichi schemi relazionali disadattavi di cui la vittima non e’ a conoscenza ma che ancora la guidano nella scelta del partner. L’incontro con il narcisista crea un paradosso esistenziale poiche’ da un lato vi e’ la tossica illusione di aver trovato finalmente una persona disposta ad amare ma allo stesso tempo e’ presente la paura dell’abbandono. Per uscire da questa morsa e’ fondamentale seguire un percorso terapeutico grazie a cui identificare le ragioni per cui non e’ stato mai soddisfatto l’antico bisogno di amore o perche’ l’unico modo di amare che si conosce e’ quello di farsi svalutare dal proprio partner. Tale percorso e’ lungo e doloroso ma necessario, poiche’ l’amore sano non si fonda sul ricatto, sul senso di colpa e sulla critica ma sulla reciprocita’ e la capacita’ di prendersi cura l’uno dell’altro.
Bibliografia
M.T. Evans, How to recognize and heal from narcissistic abuse 2010 L. Carter, Difendersi dai narcisisti. Come non farsi rovinare la vita di chi pensa solo a se stesso. Tea edizioni W.T. Behary, Disarmare il narcisista. Sopravvivi all’egocentrico e migliora la tua vita. Ist. di Scienze Cognitive
Leggendo questi articoli sul narcisismo perverso sono riuscita finalmente a capire cosa non andava nella nostra relazione. Non ero io, era lui. All’inizio, come si legge nell’articolo, ero pervasa da un senso di sicurezza in quella persona, vedevo solo lui, sembrava perfetto; gentile, servizievole, dolce, e tutto ciò che si desidera in un uomo. Ma dopo qualche mese, quando ormai ero stracotta, ho passato mesi di inferno, ha iniziato a insultarmi, maltrattarmi, farmi violenza psicologica e qualche volta anche fisica, diceva che non mi avrebbe più voluta nessuno, che dovevo ringraziarlo per essere rimasto con me e poi ha iniziato anche a prendersela con i miei animali domestici. Incredibilmente pensavo avesse ragione, di essere io il problema. Assurdo, veramente assurdo. Mi sentivo uno straccio, con l’autostima sotto terra. I miei amici non mi riconoscevano più. Dicevo cose assurde, fuori dal mondo, riflettevo le idee del mio ex. Dopo un anno e mezzo sono riuscita a lasciarlo, nonostante ogni tanto continui a comparire facendo i suoi giochetti manipolatori, ma non gli sto più dando corda, non ne posso più. So bene cosa mi ha fatto, e trovo assurdo che io abbia subito così tanto, ma ho comunque paura di ricaderci.
Anche se leggendo tutti questi articoli, e quindi rendendomi conto della persona che è, mi sono venuti i brividi.
Questo articolo mi ha aperto un mondo ma, soprattutto, mi ha fatto aprire gli occhi. Grazie, dottore!