Roma 15 febbraio 2021

A cura del dott. Marco Salerno

 

Quando il partner vuole dedicare tempo a se stesso, a coltivare attività ed
interessi o a riposarsi, lo psicopatico non lo accetta. I momenti di solitudine lo
turbano profondamente poiché non avendo una coscienza non ha nulla a cui
pensare per cui se chi gli sta accanto non lo ricopre di attenzioni, la noia e’ in
agguato. L’individuo tossico tende ad annoiarsi ed e’ alla continua ricerca di
stimoli per distrarsi da questa condizione persistente. Non sopporta di stare solo
per lunghi periodi a differenza dei soggetti sani che sanno apprezzare
l’introspezione e il contatto con le proprie emozioni. Lo psicopatico non ha una
propria identità definita e trascorre il tempo ad imitare gli altri creando un falso
. E’ mancante di empatia per cui non e’ in grado di entrare in contatto con
alcuno, costretto a stare da solo o ad impiegare il tempo ricorrendo al sesso,
alcool, droga o alla manipolazione degli altri.

Le relazioni sentimentali sono l’unico
mezzo che lo psicopatico ha per combattere la noia e per ricevere attenzioni.
Inizia a maltrattare la propria vittima quando ne trova una nuova di cui immagina
di essere innamorato. La fase di idealizzazione per lo psicopatico e’ solo un
momento transitorio per combattere la noia ed infliggere abusi per ricaricarsi
emotivamente. Dopo l’idillio iniziale la vittima si sente esausta perché’ ha
l’impressione di non sentirsi mai sola, sempre indaffarata a programmare impegni
per riempire il vuoto dello psicopatico che si circonda di persone con uno spiccato
senso genitoriale che lo sostengono in continuazione. Ha bisogno di circondarsi di
molte persone per ricevere continuamente attenzione e per non passare molto
tempo da solo. La noia più dolorosa arriva quando perde ogni interesse verso il
partner e le qualità che ammirava in lui/lei sono diventati solo difetti insostenibili.
Il coinvolgimento e la passione del passato sono solo un lontano ricordo e la
vittima si sente abbandonata ed isolata senza ragione, ridotta ad essere una delle
alternative a sua disposizione pur di non chiudere la relazione.
Lo psicopatico ha una personalità litigiosa ma non lo ammette mai, accusa sempre
gli altri di non capire mai i suoi bisogni. Provoca continuamente litigi pur
mantenendo un’aria innocente e non assumendosi mai la responsabilità delle sue
azioni. Fa osservazioni impercettibili mentre gli altri si arrabbiano e vengono feriti
ma lo psicopatico non si sente toccato in alcun modo da queste reazioni. La
modalità comunicativa che usa con le persone si caratterizza per maldicenze ed
insulti dopo averli idealizzati per un certo tempo. In ogni caso si dipinge sempre
come vittima di persone che gli fanno un torto senza che lui abbia fatto o detto nulla.

Lo psicopatico dopo aver criticato le sue vittime, le cerca a distanza di
tempo, suscitando in loro compassione senza che venga condannato il suo
comportamento. Durante la relazione la vittima ha potuto anche sperimentare
rabbia ed antipatie verso terzi di cui lo psicopatico le ha parlato negativamente
senza alcuna ragione, causando invidia e dissapori verso persone che non hanno
compiuto nulla di grave, generando un diffuso risentimento reciproco. Durante
l’idealizzazione e il “love bombing” la vittima considera lo psicopatico una persona
normale e che tutti gli altri siano invidiosi e malintenzionati; la relazione con lui
sembra unica poiché viene visto come la persona a lungo desiderata. Dopo
qualche tempo la realtà cambia, lo psicopatico inizia a parlare male di chi gli sta
accanto, la sensazione che il soggetto tossico vuole infondere e’ che la realtà sia
contro di lui in modo tale da diventare l’unica fonte di felicità. Si definisce una
vera e propria realtà fittizia in cui la vittima deve inventarsi sempre giustificazioni
per tutelare lo psicopatico che si sente vittima di chi lo circonda. Dopo aver
interrotto la relazione con lo psicopatico e durante il processo di guarigione, la
vittima si rende conto che la realtà che aveva vissuto fino ad allora era solo un
inganno. Prende coscienza che il partner non era quella persona unica che
credeva ed inoltre inizia anche a dubitare di tutte le persone che la circondano,
sentendosi profondamente sola. Gradualmente si ristabilisce la fiducia con le
persone vicine che non sono inaffidabili come lo psicopatico aveva fatto credere e
grazie a questo si medicano le ferite che la relazione con un individuo tossico ha
provocato nel tempo. Alla fine la vittima si rende conto che l’unica persona
negativa e disturbata era il proprio partner e non chi la circondava.

Bibliografia:

J.Mckenzie, Questo amore fa male, Giunti Editore 2019